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[[File:MuTeBa Assisi Calice.jpg|400px|thumb|right|{{Autore|[[Guccio di Mannaia]]}}, ''Calice di [[Niccolò IV]]'' ([[1290]] ca.), argento dorato, cesellato con smalti; [[Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco di Assisi]]]]
 
Il '''calice''' è il [[vaso sacro]] usato per la [[celebrazione]] dell'[[Celebrazione Eucaristica|Eucaristia]]: in esso si pone il [[vino]] che [[transustanziazione|diventa]] il [[sangue di Cristo]]. Il termine deriva dal [[lingua latina|latino]] ''calix'', che significa "tazza, coppa".
 
A livello [[simbolo|simbolico]], il calice ha un significato che va al di là del suo essere un recipiente, e che fa sì che esso esprima la comunione con [[Dio]] o la sorte toccata per il [[peccato]].
 
== Nella Bibbia ==
Già nell'[[Antico Testamento]] i [[sacrificio|sacrifici]] di [[espiazione]] esprimono il [[pentimento]] del [[conversione|convertito]]; il [[sangue]] delle vittime, raccolto nei calici d'aspersione ({{pb|Num|4,14}}), veniva versato sull'[[altare]] e sul [[popolo d'Israele|popolo]]; si rinnovava così l'alleanza tra il popolo purificato e [[YHWH]] (cfr. {{Pb|Es|24,6-8}}).
 
Tali riti prefiguravano il sacrificio in cui l'offerta del sangue di [[Cristo]] doveva realizzare l'espiazione perfetta e l'[[nuova alleanza|alleanza eterna]] con Dio. Questo sacrificio è il calice che il [[Dio Padre|Padre]] dà da bere al suo [[Figlio di Dio|figlio]] [[Gesù]] ({{pb|Gv|18,11}}); questi l'accetta con [[obbedienza]] filiale per [[salvezza|salvare]] gli uomini, e lo beve [[ringraziamento|rendendo grazie]] al Padre in nome di tutti coloro che salva ({{pb|Mc|10,39}}; {{pb|Mt|26,27-28.39-42}}; {{pb|Lc|22,17-20}}; {{pb|1Cor|11,25}}).
 
Ormai questo calice è il calice della salvezza ({{pb|Sal|116,13}}): esso viene offerto a tutti gli uomini, affinché comunichino con il sangue di Cristo fino a che egli [[ritorno di Cristo|ritorni]], e [[benedizione|benedicano]] per sempre il Padre che darà loro da bere alla mensa del suo Figlio nel [[Regno di Dio|regno]] ({{pb|1Cor|10,16}}; {{pb|Lc|22,30}}).
 
== Storia ==
* ''funerarius'', oggetto simbolico da mettere nella tomba dei sacerdoti.
 
Quanto alla materia, sono prevalentemente ricordati ''calices'' o ''scyphi aurei'' o ''argentei'', qualche volta ''anaglyphi'', ossia lavorati a sbalzo e cesello con figure a rilievo, e spesso ornati con perle e gemme. Questa varietà, mantenutasi nel corso del primo millennio, era giustificata da esigenze rituali e liturgiche e soprattutto dall'uso della comunione sotto le due specie del pane e del vino.
 
Dopo il [[Mille]], in seguito alla semplificazione del rito e al graduale disuso della somministrazione del vino ai fedeli, la forma del calice divenne più essenziale, raggiungendo la definitiva morfologia caratterizzata da tre elementi (coppa, fusto e base) verso la fine del XIII secolo.
[[File:PredisposizioneCaliceperMessa.jpg|200px|thumb|rigth|''Predispozione del [[calice]] per la celebrazione'']]
 
Le norme [[liturgia|liturgiche]] esigono che almeno la coppa del calice sia in metallo prezioso, [[oro]] o argento, e che, comunque, l'interno sia sempre dorato. Di solito ha forma di coppa sostenuta da uno stelo ornato da un nodo, poggiato su una base circolare.
 
Prima della [[celebrazione eucaristica]] il calice va preparato, predisponendo sopra alcuni oggetti liturgici e biancheria sacra, nel seguente ordine:
* [[Fistola]]
* [[Ostia]]
* [[Palla]]
* [[Patena]]
* [[Pisside]]
* [[Purificatoio]]
* [[Servizio da messa portatile]]
* [[Vaso sacro]]
* [[Velo da calice]]

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