Parabola del Padre Misericordioso: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
m
+formattazione
Nessun oggetto della modifica
m (+formattazione)
 
{{torna a|Parabole di Gesù}}
{{Pericope
|nome = Parabola del Padre Misericordioso
|tipo=Parabola
|ordinamento=Padre misericordioso
|immagine = Pompeo Batoni 003.jpg
|dimensione =
|didascalia = {{Autore|[[Pompeo Batoni]]}}, ''Ritorno del figliol prodigo'' ([[1773]]), olio su tela; [[Vienna]], Kunsthistorisches Museum.
|altronome = ''Parabola del figliol prodigo''
|categoria1 =
|categoria2 =
|categoria3 =
|quote brano =
|quote citazione =
|quote brano altra lingua =
|quote lingua =
|quote lingua2 =
|cei =
|quote note =
}}
{{riquadro inizio
<sup>11</sup>Disse ancora: "Un [[uomo]] aveva due [[figlio|figli]]. <sup>12</sup>Il più [[giovane]] dei due disse al [[padre]]: "Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze. <sup>13</sup>Pochi [[giorno|giorni]] dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo [[dissolutezza|dissoluto]]. <sup>14</sup>Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande [[carestia]] ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. <sup>15</sup>Allora andò a mettersi al [[servizio]] di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi [[campo|campi]] a pascolare i [[porco|porci]]. <sup>16</sup>Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. <sup>17</sup>Allora ritornò in sé e disse: "Quanti [[operaio|salariati]] di mio padre hanno [[pane]] in [[abbondanza]] e io qui [[morte|muoio]] di [[fame]]! <sup>18</sup>Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho [[peccato]] verso il [[Cielo]] e davanti a te; <sup>19</sup>non sono più degno di essere [[nome|chiamato]] tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati". <sup>20</sup>Si alzò e tornò da suo padre.
 
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe [[compassione]], gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo [[bacio|baciò]]. <sup>21</sup>Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". <sup>22</sup>Ma il padre disse ai [[servo|servi]]: "Presto, portate qui il [[vestito]] più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'[[anello]] al [[dito]] e i [[sandali]] ai [[piedi]]. <sup>23</sup>Prendete il [[vitello]] grasso, [[macellazione|ammazzatelo]], [[banchetto|mangiamo]] e facciamo [[festa]], <sup>24</sup>perché questo mio figlio era [[Morte|morto]] ed è tornato in [[vita]], era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa.
 
<sup>25</sup>Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la [[musica]] e le [[danza|danze]]; <sup>26</sup>chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. <sup>27</sup>Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". <sup>28</sup>Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. <sup>29</sup>Ma egli rispose a suo padre: "Ecco, io ti [[servizio|servo]] da tanti [[anno|anni]] e non ho mai [[disobbedienza|disobbedito]] a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. <sup>30</sup>Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le [[prostituta|prostitute]], per lui hai ammazzato il vitello grasso". <sup>31</sup>Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; <sup>32</sup>ma bisognava far festa e [[gioia|rallegrarsi]], perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".|[[Traduzione]] [[Bibbia CEI 2008|CEI 2008]]|background-color=inherit}}
{{riquadro fine}}
 
La '''Parabola del padre misericordioso''', popolarmente chiamata '''del figliol prodigo''' (cioè "spendaccione"<ref>L'espressione ''figliol prodigo'' ha acquistato nella cultura [[Italia|italiana]] un senso più ampio, e facilmente può indicare una persona che ritorna dopo un periodo di lontananza [[colpa|colpevole]] o di [[peccato]]; ciò fa sì che molte [[persona|persone]] capiscano la parola "prodigo" come sinonimo di "[[pentimento|pentito]]".</ref>) è una [[parabole di Gesù|parabola di Gesù]] raccontata solamente nel [[Vangelo secondo Luca]] ({{passo biblico|Lc|15,11-32}}). È l'ultima di una trilogia, nella quale è preceduta dalla [[parabola della pecorella smarrita]] ({{passo biblico|Lc|15,4-7}}) e dalla [[parabola della moneta smarrita]] ({{passo biblico|Lc|15,8-10}}).
 
La parabola esprime bene la [[teologia]] di Luca dell'[[amore]] e della [[misericordia]] di [[Dio]]<ref>{{autore|[[Cosmo Francesco Ruppi]]}}, ''Il [[vangelo]] della [[misericordia]]. Riflessioni sul [[Vangelo secondo Luca|Vangelo di Luca]]'', [[SEI]], [[Torino]], [[1996]], pp. 231, ISBN 9788805057054.</ref>. Il [[perdono]] del [[figlio]] minore non è la risposta del [[padre]] ai suoi buoni propositi: il padre infatti lo [[accoglienza|accoglie]] ancor prima che egli abbia la possibilità di parlare e di esprimere il proprio [[pentimento]]; e come il padre è uscito incontro a lui che ritornava, così esce a supplicare il figlio maggiore che giudica inopportuna la [[benevolenza]] del padre verso il [[fratello]].
* La seconda edizione della stessa ([[1997]]) cambia il titolo nel più comprensibile ''Parabola del padre misericordioso'', mettendo in evidenza il cuore del racconto, ma lasciando in ombra l'elemento della ''[[giustizia]]'', che è essenziale nel pensiero lucano.
* L'edizione bilingue ([[lingua greca|greco]]-[[lingua italiana|italiano]]) del [[Nuovo Testamento]]<ref>A cura di [[Bruno Corsani]], [[Carlo Buzzetti]]</ref> titola: ''Parabola del figlio ritrovato'', che è parzialmente vera, ma non esprime il cuore della parabola.
* Helmut Gollwitzer titola ''La [[gioia]] di [[Dio]]'', e in questo modo sintetizza tutto il capitolo alla luce del tema della gioia (in greco ''charà''/''chàirê'') presente espressamente [[sei]] volte in tutto il capitolo 15 (vv. {{passo biblico|Lc|15,5.6.7.9.10.32|5.6.7.9.10.32}}; cf anche v. {{passo biblico|Lc|15,23|23}}).
* [[Gérard Rossé]] sceglie un titolo neutro, da scoprire: ''La parabola del padre e dei suoi due figli'', senza alcuna implicazione preventiva.
* Altri<ref>[[Paolo Farinella]], in http://www.rivistamissioniconsolata.it/cerca.php?azione=det&id=2398</ref> propone di chiamarla ''La parabola di Dio Padre giusto perché misericordioso'', spiegando che è un titolo lungo, ma che offre la chiave di lettura per entrare nel [[cuore]] di Dio, il cui mestiere è il perdono.
In {{pb|Lc|15,1}} inizia il contesto di riferimento: ''Si avvicinavano poi a lui tutti i [[Pubblicano|pubblicani]] e i [[Peccato|peccatori]] per ascoltarlo, mentre mormoravano ''[sott.: contro di lui]'' i [[farisei]] e gli [[scribi]], dicendo''. A conclusione della sezione, in {{pb|Lc|17,1-10}}, leggiamo che bisogna [[perdono|perdonare]] il [[fratello]] che si [[pentimento|pente]] (v. 3), sempre (v. 4)<ref>''Anche se ''[tuo fratello]'' peccasse [[sette]] volte al giorno contro di te e per sette volte ti dicesse: Mi pento. Tu gli perdonerai''.</ref>.
 
Dall'inizio alla fine, l'orizzonte è dominato dai pubblicani, dai peccatori e dal perdono senza condizioni e senza misura. Perdonare è soltanto amare a perdere, senza chiedere nulla in cambio. Secondo Gesù un perdono che pone una condizione<ref>Ad esempio quando si dice: ''ti perdono, se fai questo o quello... se ti comporti così... se non lo fai più...''</ref> non è un perdono, perché manca la caratteristica della [[gratuità]]: il [[discepolo]] di Gesù non perdona perché l'altro se lo merita, ma perché ha sperimentato la [[misericordia]] di Dio e la rende visibile, le da un [[corpo]] offrendo il perdono all'altro, e realizzando così la [[preghiera]] del [[Padre nostro]]: ''Padre,... perdona a noi i nostri [[peccato|peccati]] affinché anche noi possiamo perdonare a ogni nostro debitore'' ({{pb|Lc|11,4}}).
 
Il perdono di Dio diventa fondamento del perdono reciproco degli uomini, e il perdono vicendevole degli uomini diventa il ''[[sacramento]]'' visibile della misericordia di Dio<ref>A differenza di Luca, [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] usa una prospettiva diversa: ''Padre,... perdona a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori'' ({{pb|Mt|6,12}}): impegniamo il perdono di Dio a condizione che ''prima'' noi abbiamo già perdonato. Le due prospettive di Matteo e Luca s'integrano e si rafforzano.</ref>.
 
=== Contesto immediato ===
== Stile ==
 
Questa parabola è considerata da sempre come la [[perla]] delle parabole, un "[[vangelo]] nel Vangelo"<ref>[[Josef Ernst]] (1985), II, p. 642.</ref>. Lo stile è accurato, e manifesta, oltre che un'arte raffinata anche una partecipazione intensa del redattore<ref>[[Angelico Poppi]] (1990), p. 360.</ref>.
 
== Senso generale ==
 
La [[parabola]] ha due vertici:
* la prima parte ({{passo biblico|Lc|15,11-24}}) ha un senso completo in se stessa e illustra il tema della misericordia divina;
* la seconda parte ({{passo biblico|Lc|15,25-32}}) rappresenta la risposta di Gesù alle mormorazioni dei farisei e contiene l'insegnamento principale nel contesto [[apologetica|apologetico]] nel quale è inserita.
 
L'accento è posto nel secondo vertice della parabola: Gesù rimprovera i farisei che si comportano come il fratello maggiore, in contrasto con la bontà e la volontà di [[salvezza]] di Dio.
 
[[File:RUS MuErmitage Rembrandt RitornoFigliolProdigo 1668-69.jpg|300px|thumb|right|{{autore|[[Rembrandt Harmenszoon Van Rijn|Rembrandt]]}}, ''[[Ritorno del figliol prodigo (Rembrandt)|Ritorno del figliol prodigo]]'' ([[1668]]-[[1669]]), olio su tela; [[San Pietroburgo]] (‎Russia‬-Russia‬), ‎Museo‬-Museo‬ dell'Ermitage]]
 
La [[parabola]] si propone di dare un insegnamento ben preciso sul [[peccato]] e sulla sua natura<ref>{{autore|[[Léopold Sabourin]]}} ([[1989]]) 273-274.</ref>. La parabola vuole contrastare due concetti di peccato e due concetti di ''[[giustizia]]''.
* Il figlio maggiore, pur senza rappresentare in senso stretto i [[farisei]], ha un concetto di giustizia abbastanza simile al loro: fondato sull'idea di [[retribuzione]] (v. {{passo biblico|Lc|15,29|29}}): si preoccupa soprattutto di salvaguardare l'ordine esteriore, piuttosto che di assicurare l'esistenza di [[relazione|relazioni]] [[persona|personali]] tra l'uomo e Dio. Fa parte della [[famiglia]], ma la sua visione è piuttosto quella di un [[mercenario]], non di un fratello né di un figlio. Per lui il peccato è la violazione di una struttura esteriore, la [[disobbedienza]] ada un [[precetto]], cioè una "[[trasgressione]]" che si manifesta visibilmente.
* Il figlio minore esprime invece un diverso concetto di peccato, che è ancora certamente un'[[offesa]] a Dio ("''Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te''"), anche se non è facile capire dove stia l'offesa:
** per alcuni l'offesa sta nell'aver "divorato gli averi"; è di quest'opinione anche il fratello maggiore (v. {{passo biblico|Lc|15,30|30}});
 
La parabola suggerisce che vi possono essere due differenti immagini di Dio:
* l'immagine corretta di Dio è quella di un [[Dio Padre|Padre]] che, pur rispettando la [[libertà]] del figlio minore che se ne va, non cessa nel suo [[cuore]] di attenderne il ritorno, e gioisce quando questo avviene;
* il figlio maggiore non riesce a concepire ciò: per lui Dio è uno con cui avere una relazione di dare/avere, uno a cui reclamare di non avergli dato abbastanza.
 
=== Prima parte ===
 
L'uomo anonimo della parabola ha due figli, e dunque è padre. Un altro padre e due figli troviamo in {{pb|Mt|21,28-32}}, dove s'invertono risposta orale e comportamento pratico: quello che dice no fa la volontà del padre, mentre quello che dice sì, non la fa. La relazione padre-figlio non è solo parentela carnale, ma condivisione di [[volontà]], di progetti, di [[sogno|sogni]], di vita<ref>In {{pb|Mt|21,28-32}} lo scopo della parabola è quello di confondere "i [[sommo sacerdote|sommi sacerdoti]] e gli [[anziano|anziani]] del popolo (v. {{passo biblico|Mt|21,23|23}}) che rifiutavano di ascoltare [[Giovanni Battista]], mentre i peccatori accoglievano il suo invito alla [[conversione]]. Tale passo difende quindi solo indirettamente il [[ministero]] di [[Gesù]] tra i [[pubblicano|pubblicani]] e i peccanori.</ref>.
 
[[File:Boschverloren.png|300px|left|thumb|{{autore|[[Hieronymus Bosch]]}}, ''Figliol prodigo pasce i maiali'' ([[1510]])]]
 
La [[legge di Mosè|legge ebraica]] assegnava al [[primogenito]] una parte doppia dell'''[[eredità]]'', che riceveva alla [[morte]] del padre<ref>{{autore|[[Léopold Sabourin]]}} ([[1989]]) 273-274.</ref>. Se egli aveva solo due figli, al secondo toccava un terzo dell'eredità, ma solo dei beni mobili<ref>[[Angelico Poppi]] (1990), p. 361.</ref>: il patrimonio immobiliare spettava integralmente al primogenito ({{pb|Dt|21,17}}; {{pb|Lv|25,23-25}}) . Nella parabola il figlio minore riceve la sua parte, mentre la situazione del primogenito rimane invariata. Sappiamo ({{pb|1Re|1-2}}; {{pb|Sir|33,19-23}}) che un padre poteva abdicare prima della sua [[morte]] e dividere la sua proprietà. Al suo ritorno, il più giovane sarà reintegrato nella [[casa]] come figlio, ma cercare di determinare ciò che avvenne effettivamente è andare oltre i dati e la finalità del racconto.
 
[[File:Sebald Beham Der verlorene Sohn hutet seine Schweine.jpg|right|300px|thumb|{{autore|Sebald Beham}}, ''Il [[figlio]] minore pascola i [[maiale|porci]]'', litografia, [[1538]]]]
 
La ''vita dissoluta'' del figlio minore è espressa da un termine [[lingua greca|greco]] che significa [[sensualità]] e [[spreco]] sfrenati. Essa si aggrava con il fatto che egli è andato a vivere tra i [[paganesimo|pagani]], come fa capire l'accenno al ''paese lontano'' (v. {{passo biblico|Lc|15,13|13}}) e il particolare dei ''porci'' in mezzo ai quali il figlio si ritrova a lavorare (v. {{passo biblico|Lc|15,15.16|15.16}}). Per gli [[ebrei]] infatti i porci erano [[animali impuri]] (cfr. {{pb|Dt|14,8}}; {{pb|Lv|11,7}}), e custodirli o allevarli era un'occupazione "impura". Essere poi disposti a consumarne gli alimenti indicava una forma di degradazione imperdonabile.
 
Le ''carrube'' sono i frutti della pianta del carrubo (''ceratonia siliqua''). La severità del padrone non consentiva al figlio minore neppure di sottrarne alcune qualcuna agli animali immondi per sfamarsi.
La ''[[compassione]]'' del padre traspare dal tenore originario di Luca: "le sue viscere ne furono sconvolte", ''esplagchnìsthe'', ''splàgchna" = "viscere". Il suo [[perdono]] espresso dal [[bacio]] (v. {{passo biblico|Lc|15,20|20}}; cfr. {{pb|2Sam|14,33}}) ''precedono'' la [[confessione]] di [[pentimento]] del figlio (v. {{passo biblico|Lc|15,21|21}}). La risposta d'amore del padre non permette al figlio di terminare la sua richiesta (v. {{passo biblico|Lc|15,21-22|21-22}}).
 
Il ''vestito'' donato al figlio ritornato è quello di un figlio, non di un servitore. Le parole che vengono tradotte con "il vestito più [[bello]]" (v. {{passo biblico|Lc|15,22|22}}) dovrebbero essere lette, in modo più vicino al testo [[lingua greca|greco]], "il suo primo (o antico) vestito": il senso sarebbe quello che il suo recente passato di dissoluto è dimenticato, e gli sono riconfermati i suoi antichi privilegi di figlio.
 
L'''anello'', che recava di solito un [[sigillo]] personale, è segno di [[autorità]] (cfr. {{pb|1Mac|6,14}}). Portare i ''[[sandali]]'' era un privilegio degli uomini [[libertà|liberi]]; portarle in casa era riservato al padrone di casa, non ai suoi [[ospite|ospiti]]; gli [[schiavo|schiavi]] camminavano scalzi. Anello e vestito comparivano insieme nel conferimento dell'autorità del [[faraone]] a [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] ({{pb|Gn|41,42}}).
 
=== Pittura e scultura ===
La [[parabola]], grazie allo svolgimento della narrazione ede al dinamismo fra i vari personaggi, è l'unica ad aver più volte ispirato gli artisti. Raramente viene raffigurata la prima parte della [[parabola]], nel quale il figlio minore, dopo aver richiesto la propria eredità, parte per un paese lontano dove dissipa il suo intero patrimonio, mentre è molto frequente l'illustrazione della seconda parte dove è il padre ada essere il vero protagonista della scena che accoglie ede abbraccia "teneramente" il figlio minore. Inoltre, c'è poi la parte con il figlio maggiore che protesta per l'apparente ingiustizia e la conseguente, serena risposta del padre; ma questo segmento non ha quasi lasciato tracce nell'arte.
Tra le opere più significative si ricordano:
* ''[[Figliol prodigo pasce i maiali (Hieronymus Bosch)|Figliol prodigo pasce i maiali]]'' ([[1510]]) di [[Hieronymus Bosch]]
* ''[[Ritorno del figliol prodigo (Guercino)|Ritorno del figliol prodigo]]'' ([[1619]]), olio su tela, di [[Guercino]], esposto al Kunsthistorisches Museum di [[Vienna]]
* ''[[Figliol prodigo dissipa i beni con una prostituta (Rembrandt)|Figliol prodigo dissipa i beni con una prostituta]]'' ([[1635]] ca.), olio su tela, di [[Rembrandt]], custodito nella Gemäldegalerie di [[Dresda]]
* ''[[Ritorno del figliol prodigo (Mattia PretiPresbiteri)|Ritorno del figliol prodigo]]'' ([[1658]]), olio su tela, di [[Mattia PretiPresbiteri]], conservata nel Palazzo Reale di [[Napoli]]
* ''[[Ritorno del figliol prodigo (Murillo)|Ritorno del figliol prodigo]]'' ([[1667]] - [[1670]]), olio su tela, di [[Bartolomé Esteban Murillo]], custodito nel National Gallery of Art di Washington (Stati Uniti d'America).
* ''[[Ritorno del figliol prodigo (Rembrandt)|Ritorno del figliol prodigo]]'' ([[1668]] - [[1669]]), olio su tela, di [[Rembrandt]], esposto nel Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo (Russia)
* ''[[Ritorno del figliol prodigo (Pompeo Batoni)|Ritorno del figliol prodigo]]'' ([[1773]]), olio su tela, di [[Pompeo Batoni]], custodito nel Kunsthistorisches Museum di [[Vienna]]
* ''[[Il figliol prodigo (Arturo Martini)|Il figliol prodigo]]'' ([[1926]]), bronzo, di [[Arturo Martini]], esposto presso l'Opera Pia Ottolenghi di [[Acqui Terme]] (AL).
=== Cinema ===
* ''Il figliol prodigo'' (''The Wanderer'' - USA, [[1925]], b/n), film drammatico, di Raoul Walsh con Ernest Torrence e Tyrone Power
* ''[[Il figliuol prodigo (film 1934)|Il figliuol prodigo]]'' (Germania, [[1934]], b/n), film drammatico, di [[Luis Trenker]] con Luis Trenker ede Eduard Köck
* ''[[Il figliuol prodigo (film 1955)|Il figliuol prodigo]]'' (''The Prodigal'' - USA, [[1955]]), film drammatico, di [[Richard Thorpe]] con Lana Turner ede Edmund Purdom
* ''Il ritorno del figliol prodigo/Umiliati'' (''Le retour du fils prodigue/Humiliés'' - Francia, Germania e Italia, [[2003]]), film drammatico, di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet con Rosalba Curatola e Aldo Fruttuosi
 
| giorno = 13
| mese = ottobre
| anno = [[2013]]
| contributore = don Paolo Benvenuto
| arg = Bibbia

Menu di navigazione