Principe vescovo: differenze tra le versioni

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Il potere politico o [[potere temporale]] dei [[vescovi]] fu legato nel [[Sacro Romano Impero]] alla lotta tra l'imperatore e le potenti famiglie baronali. Con l'imperatore [[Enrico I di Sassonia]] e i suoi successori iniziò a conferire diritti sovrani (''iura regalia''<ref>In origine i diritti di regalia (da ''iura regalia'', cioè i diritti del sovrano) indicavano tutti i diritti e beni del sovrano, che formavano la base materiale del suo potere.</ref>) con l'intento di indebolire il potere delle famiglie ducali concorrenti. A differenza dei feudi ducali che passavano in eredità ai discendenti, l'imperatore si riservava la nomina dei successori nei principati vescovili. Nel [[X secolo]] l'impero si sostituì al debole governo della Chiesa nella sostegno alle diocesi, ed era considerato normale che l'imperatore nominasse i vescovi i quali ricevevano poteri pubblici, territori e diocesi, pur essendo questo in contrasto con il [[diritto canonico]]. Nel secolo successivo la Chiesa intraprese una serie di riforme che posero fine al cosiddetto ''[[saeculum obscurum]]'', iniziata nel [[1046]] si concluse con il [[Concordato di Worms]] del [[1122]] che sancì la fine della [[lotta per le investiture]].
[[File:Balduineum Wahl Heinrich VII.jpg|thumb|I sette grandi elettori del Sacro Romano Impero (1308)]]
 
La [[Bolla d'oro]], emanata dall'imperatore [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]] nel [[1356]] stabiliva che l'elezione dell'imperatore fosse demandata ad un'assemblea di sette membri, quattro laici e tre ecclesiastici, senza alcuna interferenza papale. I quattro principi laici erano il re di Boemia, il duca di Sassonia, il margravio del Brandeburgo e il Conte Palatino del Reno. I tre ecclesiastici erano i principi vescovi di [[Arcidiocesi di Magonza|Magonza]], [[Arcidiocesi di Colonia|Colonia]] e [[Arcidiocesi di Treviri|Treviri]]. La bolla stabiliva che l'arcivescovo di Magonza assumesse la carica di arcicancelliere dell'impero e in tale veste assumesse la presidenza dell'assemblea elettorale di Francoforte. Era l'ultimo dei sette grandi elettori a votare, divenendo l'ago della bilancia in caso di parità. L'imperatore, che in precedenza veniva incoronato dal pontefice a Roma, fu da allora incoronato a Francoforte dall'arcivescovo di Magonza.
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