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Il termine ''esperienza'' non va inteso secondo il metodo scientifico moderno, ossìa come procedimento che si può ripetere a volontà al di fuori dello sperimentatore; infatti non è accostabile al misticismo cristiano ciò che si ottiene come esito di tecniche di meditazione, delle quali uno sperimentatore si sia reso padrone<ref>Sulle tecniche di autoinduzione a stati alterati di coscienza, [[Santa Teresa d'Ávila]] scrisse: "''Pensare di giungere all'estasi in questo modo, equivale a pensare che se Dio vuol far volare un rospo, sta ad aspettare che il rospo voli da sé stesso"'' ({{Autore|[[Luigi Borriello]]-[[Giovanna della Croce]]}} (a cura di), ''Teresa di Gesù. Opere complete'', [[Edizioni Paoline]], [[Milano]] [[1998]], c.12, n.5).<br />
Vedasi specialmente la ''Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della meditazione cristiana'', del card. [[Joseph Ratzinger]] Prefetto della [[Sacra Congregazione per la Dottrina della
{{Quote|''Nello sguardo di Gesù... si coglie la profondità di un amore eterno e infinito che tocca le radici dell'essere. La persona che se ne lascia afferrare, non può non abbandonare tutto e seguirlo. Come Paolo, essa considera tutto il resto "una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù", a confronto del quale non esita a ritenere ogni cosa "come spazzatura al fine di guadagnare Cristo" ({{pb|Fil|3,8}}). La sua aspirazione è di immedesimarsi con Lui, assumendone i sentimenti e la forma di vita''.|[[Esortazione apostolica]] di [[Giovanni Paolo II]] ''Vita consecrata'', 18.}}
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