Papa Innocenzo III: differenze tra le versioni

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|Epoca= 1100
|Epoca2= 1200
|PreAttività=è stato il 176°º
|Attività=vescovo
|AttivitàAltre={{sp}}di [[Roma]] e [[papa]]
|immagine=Innozenz3.jpg
|didascalia= {{Autore|[[Consolo]]}}, ''Papa Innocenzo III mostra la [[bolla]] delle donazioni al [[monastero]]'' (part.), fine del [[XIII secolo]], affresco; Subiaco, [[Monastero di San Benedetto (Subiaco)|Monastero di San Benedetto]]
|inizio = [[8 gennaio]] [[1198]]
|consacrazione = [[22 febbraio]] [[1198]]
|fine = [[16 luglio]] [[1216]]
|predecessore=[[papa Celestino III]]
|successore=[[papa Onorio III]]
|stemma=Stemma-Innocenzo_III.jpg
|sigla=O.P.
|gmP= settembre
|aP=1190
|pP=Clemente III
== Biografia ==
=== Formazione ===
Era figlio di [[Trasimondo Conti]], conte di [[Segni]] e di Claricia, imparentata con la [[famiglia]] di [[papa Clemente III]]. Suo padre fu membro del famoso casato dei Conti, che alcuni genealogisti congiungono ai conti di Tuscolo ede addirittura alla ''gens Anicia''; alla stirpe dei conti di Segni furono legati da rapporti di parentela i pontefici [[Papa Gregorio IX|Gregorio IX]] ed [[Papa Alessandro IV|Alessandro IV]], alla loro discendenza appartiene [[Papa Innocenzo XIII|Innocenzo XIII]].
 
Secondo alcuni storici Innocenzo III nacque ad [[Anagni]] e fu [[battesimo|battezzato]] con il nome di Lotario, compì i suoi studi a Roma, poi studiò [[teologia]] a [[Parigi]] dove ebbe fra i suoi insegnanti [[Pietro di Corbeil]], [[Pietro Cantore]], [[Pietro di Poitiers]], [[Migliore di Pisa]] e quindi [[diritto canonico]] a [[Bologna]], dove insegnava [[Uguccione da Pisa]], che fu appunto tra i suoi docenti. In breve Lotario fu considerato uno degli intellettuali più raffinati e dei maggiori esperti di [[diritto canonico]] dei suoi tempi.
 
Dopo la [[morte]] di [[papa Alessandro III]], Lotario tornò a Roma, dove ebbe incarichi durante i brevi pontificati di [[Papa Lucio III|Lucio III]], [[Papa Urbano III|Urbano III]], [[Papa Gregorio VIII|Gregorio VIII]] e [[Papa Clemente III|Clemente III]], dal quale nel [[1190]] fu creato [[cardinale]] diacono. La sua carriera non fu interrotta nemmeno dall'ascesa al soglio pontificio di [[Papa Celestino III|Celestino III]] ([[1191]]-[[1198]]), benché i familiari di questo Papa, gli [[Orsini]], potessero considerarsi "nemici" dei conti di Segni; durante il suo servizio nella curia pontificia Lotario scrisse una delle sue opere più note: ''[[De miseria humanae conditionis]]'', detto anche ''[[De contemptu mundi]]''.
 
=== Elezione papale ===
Celestino III [[Morte|morì]] l'[[8 gennaio]] [[1198]]. Il giorno stesso si riunì il conclave e Lotario Conti venne eletto papa a soli trentasette anni; curiosamente il nome pontificale di ''Innocenzo'' non fu scelto dall'eletto, ma fu a lui imposto dal cardinale Graziano.
 
In quel periodo i papi venivano preferibilmente scelti tra i giuristi ecclesiastici, in modo da rafforzare i risultati della [[riforma gregoriana|riforma]], che aveva stabilito il primato della Chiesa sull'Impero, dei chierici sui [[Laico|laici]]. Inoltre doveva essere rafforzato anche la supremazia papale rispetto alle altre sedi vescovili e sul mondo cristiano in generale.
 
Sulla scelta di Lotario dovette pesare, oltre che la sua cultura, anche il suo spirito [[mistico]], manifestato nel trattato del ''[[De miseria humanae conditionis]]'' dove la miseria dell'uomo veniva contrapposta a una salvezza che può provenire solo dall'alto. Innocenzo III doveva rappresentare un solido caposaldo in grado di dare risposte al fiorire di [[ordine religioso|ordini]] e gruppi religiosi non sempre in linea con il magistero della chiesa (come i [[patarini]]). Ma il misticismo non era votato al ritiro dal mondo, bensì alla suo controllo, con il papato inteso come potere spirituale che era in grado di dirigere tutti gli altri poteri.
=== Politica temporale con l'Impero ===
[[Immagine:Inocenc III.jpg|thumb|left|180px|Papa Innocenzo III]]
Sul versante dell'Impero c'era il vantaggio che in quel momento il trono imperiale era vacante dalla morte di Enrico VI del Sacro Romano Imperatore nel [[1197]], e nessun successore era ancora stato individuato. Innocenzo III seppe usare l'autorità per riprendere il potere pontificio nell'Italia meridionale. Inoltre Innocenzo III richiese a [[Marcovaldo di Annweiler]] la restituzione della [[Romagna]] e della [[Marca anconitana|Marca di Ancona]] alla Chiesa, e usò le truppe pontificie per far sì che ciò si attuasse. In modo simile, i Ducati di Spoleto, [[Assisi]] e Sora vennero ripresi al tedesco Conrad von Uerslingen.
 
Nel primo anno di pontificato, dopo aver visitato tutti i suoi territori, ripartì lo [[Stato Pontificio|Stato della Chiesa]] in quattro province: [[Patrimonio di San Pietro]], [[Campagna e Marittima]], [[Marca anconitana]] e [[Ducato di Spoleto]].
 
Il Papa approfittò della debolezza di Federico II del Sacro Romano Impero, che all'epoca aveva quattro anni, per ripristinare il potere papale in [[Sicilia]], domandando all'Imperatrice Costanza, vedova e madre del piccolo Federico II, la restituzione dei privilegi dei [[Quattro Capitoli]], che Guglielmo I di Sicilia aveva precedentemente preso da [[papa Adriano IV]]. Solo allora Innocenzo investì Federico II del titolo di re di Sicilia, nel [[novembre]] del [[1198]]. Egli consigliò, inoltre, il giovane re a sposare per opportunità politiche, la vedova di re Emerico d'Ungheria nel [[1209]].
 
Dopo la morte di Enrico VI nel [[1197]], i [[Ghibellino|ghibellini]] e i [[Guelfo|guelfi]] avevano eletto imperatori differenti: Filippo di Svevia e Ottone di Brunswick rispettivamente. Nel [[1201]] il Papa appoggiò apertamente Ottone, annunciando che era stato approvato come re Romano e minacciando di [[scomunica]] tutti coloro che si fossero rifiutati di riconoscerlo. Questo anche perché Ottone aveva promesso di cedere parti italiane dell'impero ede anche la rinuncia di certi diritti imperiali, tra cui la corona dell'Italia meridionale, annessa a quella imperiale con il matrimonio tra Enrico VI e Costanza d'Altavilla, che Innocenzo intendeva concedere a Federico II, suo protetto. <ref name="Castella "> Prof. Dr. Gaston Castella: "Papstgeschichte", KOMET MA-Service und Verlaggesellschft mbH, Frechen, Imprimatur Curiae die 17 Decembris 1943, Imprimatur Curiae die 12 Novembris 1965 - ISBN 3-933366-08-9</ref>
 
Innocenzo III rese chiaro ai principi tedeschi, attraverso il decreto ''Venerabilem'' del [[maggio]] [[1202]], come egli considerasse le relazioni tra Impero e [[Papato]] (questo decreto venne in seguito incorporato nel ''[[Corpus Juris Canonici]]''). I punti principali del decreto erano: i principi del dell'Impero potevano eleggere liberamente il loro re ma il diritto di decidere se il re fosse degno della corona imperiale apparteneva al papa; in caso di doppia elezione i principi elettori dovevano chiedere al papa di arbitrare o pronunciarsi in favore di uno dei pretendenti. Questo diritto derivava dall'atto d'[[incoronazione]] di [[Carlo Magno]] compiuto da [[Leone III]] <ref name="Castella "/>.
 
Nel frattempo le sorti dell'accanita guerra civile in Germania sembravano andare a favore di Filippo e così il papa cambiò parere, gli tolse il bando e si dichiarò a suo favore e nel [[1207]], inviò dei Cardinali in Germania per indurre Ottone a rinunciare al trono. Ottone di Wittelsbach uccise Filippo il [[21 giugno]] [[1208]] a [[Bamberga]] <ref name="Castella "/>, apparentemente per motivi personali, e alla [[Dieta di Francoforte]], [[11 novembre]] [[1208]], Ottone IV venne riconosciuto re. Il Papa lo invitò a Roma per ricevere la corona imperiale ede Ottone venne incoronato a Roma il [[4 ottobre]] [[1209]]. Prima dell'incoronazione Ottone promise di lasciare alla Chiesa il possesso di Spoleto e Ancona e di garantire la libertà delle elezioni ecclesiastiche; il diritto di appello illimitato per il papa e la competenza esclusiva sulla gerarchia per questioni spirituali; promise inoltre di aiutare la distruzione dell'[[eresia]] (il [[Patto di Neuss]], ripetuto a [[Speyer]], nel [[1209]]).
 
Ma poco dopo essere stato incoronato, Ottone prese Ancona, Spoleto e altre proprietà della Chiesa, dandole poi ai suoi vassalli, inoltre, invase il Regno di Sicilia. Ottone venne [[scomunica|scomunicato]] il [[18 novembre]] [[1210]].
 
Il Papa ottenne che la maggioranza dei principi ripudiasse l'Imperatore scomunicato ed eleggesse al suo posto Federico II di Sicilia, alla [[Dieta di Norimberga]], nel [[settembre del]] [[1211]]. Federico fece le stesse promesse di Ottone IV, la sua elezione venne ratificata da Innocenzo e fu incoronato ad [[Aquisgrana]] il [[12 luglio]] [[1215]].<ref>[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, pagp. 285 "Il papa mutò di conseguenza politica e, intesosi con il re di Francia Filippo II Augusto -che temeva l'alleanza tra impero e Inghilterra-, decise di appoggiare i nobili tedeschi che stavano all'opposizione e che invocavano un nuovo re. Innocenzo III non ebbe difficoltà a indicarlo nella persona del figlio dell'imperatore Enrico VI: Federico II fu eletto quindi nel [[1212]] re dei romani, e nel [[1213]] garantì a sua volta al papa che mai avrebbe ingerito nelle questioni ecclesiastiche tedesche, rinunziando anzi a controllare le elezioni episcopali in Germania. Gli promise inoltre che non avrebbe mai promosso una stretta unione tra il regno di Sicilia e l'Impero, che anzi li avrebbe tenuti accuratamente separati."</ref>
 
Ottone si alleò con l'Inghilterra (era nipote di Giovanni Senza Terra) per combattere Filippo Augusto di Francia, ma venne sconfitto nella battaglia di Bouvines nella contea delle Fiandre (ormai in Francia), il [[27 luglio]] [[1214]], perdendo tutta la sua influenza (morì il [[19 maggio]] [[1218]]) e lasciando Federico II imperatore incontestato.
Una delle questioni più care a Innocenzo era la volontà di ricomporre lo [[Scisma d'Oriente]] del [[1054]], per conciliare i latini e greci. In questo senso egli prese più volte i contatti con Manuele Comneno, ma non rinunciò mai al [[primato di san Pietro]] impedendo di fatto la riconciliazione.
 
Nel [[1198]] Innocenzo iniziò la [[quarta crociata]], rivolgendosi ai cavalieri e ai nobili in Europa piuttosto che ai re (al tempo Riccardo I d'Inghilterra e Filippo II di Francia erano ancora in guerra e diversi principi tedeschi erano nemici del Papa). L'appello fu ignorato fino al [[1200]], quando nella Champagne venne finalmente organizzata una crociata che Venezia trasformò nel sacco di Zara del [[1202]] e [[sacco di Costantinopoli (1204)|di Costantinopoli]] del [[1204]], producendo la fittizia riunificazione delle Chiese greca e latina e la fine dello [[Scisma d'Oriente]]. In risposta Innocenzo scomunicò i veneziani di [[Enrico Dandolo]] ma, sebbene deplorasse i mezzi, accettò il risultato. L'esito della crociata in realtà non fece altro che acuire le incomprensioni tra cattolici e ortodossi, i quali non avrebbero mai perdonato il saccheggio di Costantinopoli durante il quale andarono perduti una quantità impressionante di preziose reliquie e tesori, in parte confluiti a Venezia come i famosi [[cavalli di San Marco]]. L'impero d'oriente fu spartito tra i crociati: a Venezia spettarono ''un quarto e mezzo'' (i tre ottavi) dei territori dell'[[Impero Romano d'Oriente|impero d'oriente]], tra cui Candia ([[Creta]]) e molte altre isole del [[Mar Egeo]]; a [[Baldovino I di Costantinopoli|Baldovino IX delle Fiandre]], importante feudatario francese, spettò invece la corona di imperatore.<ref>[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, pagp. 237 "Le terre che gli erano appartenute (all'imperatore Alessio) venivano così divise: per un terzo andavano a Baldovino conte di Fiandra, eletto dai capi crociati imperatore di un nuovo ''Impero latino di Costantinopoli''; per un terzo agli altri nobili crociati; e infine la restante parte ai veneziani, che si appropriavano delle isole greche e degli scali navali più importanti, assicurandosi così il monopolio dei traffici orientali dai quali, in particolare, venivano esclusi i loro odiati avversari genovesi."</ref>
 
=== Lotta alle eresie ===
[[Immagine:Giotto - Legend of St Francis - -06- - Dream of Innocent III.jpg|thumb|300px|{{Autore|[[Giotto]]}}, ''[[Sogno di Innocenzo III (Giotto)|Sogno di Innocenzo III]]'' ([[1290]] - [[1295]]), affresco; [[Assisi]], [[Basilica di San Francesco|Basilica Superiore di San Francesco]]]]
 
Innocenzo fu uno strenuo avversario dell'eresia e le notizie che riceveva sul fronte della diffusione di movimenti ereticali erano allarmanti: i [[catari]] nel sud della Francia avevano fatto presa su gran parte della popolazione, dagli aristocratici ai ceti più umili, e l'assassinio del legato pontificio spazientì il papa che decise di ricorrere a un provvedimento inusitato. Contro gli eretici venne avviata una vera e propria [[crociata albigese|crociata]] (fino ad allora usata solo per combattere musulmani e pagani), sotto la guida di [[Simone IV di Montfort]]. I feudatari del nord della Francia furono ben lieti di rispondere all'appello, che li autorizzava a depredare e conquistare le ricche contrade del sud del paese, le più prospere del paese.
 
Fu questo il preludio della legittimazione dell'[[Inquisizione]] nel [[1233]]: l'eresia doveva essere punita per il bene spirituale dell'individuo e per la conservazione della Chiesa.
=== Gli ordini mendicanti ===
{{vedi anche|Ordini mendicanti}}
Nel [[1210]] Innocenzo III dette un primo assenso orale all'ordine [[Francescano]] e nel [[1211]] anche ai [[Guglielmiti]], inizialmente ordine eremitano, ma poi confluito anch'esso nell'alveo degli ordini mendicanti. Innocenzo aveva capito che l'insoddisfazione e i problemi dei ceti più umili erano facile preda dei predicatori, che senza molte difficoltà potevano diffondere movimenti ereticali in ampie fette della popolazione.
 
Innocenzo fu il primo a cambiare il tradizionale sospetto verso gli ordini popolari, iniziando una strategia di favore verso quelli che non mettevano in discussione l'autorità gerarchica ecclesiastica.
 
=== Il IV concilio lateranense e la quinta crociata ===
Nel [[novembre del]] [[1215]] Innocenzo convocò il [[IV concilio lateranense]] (il dodicesimo concilio ecumenico), che emanò settanta decreti di riforma. Tra questi venne definitivamente dichiarata la superiorità della Chiesa rispetto a qualunque altro potere secolare, quale unica depositaria della Grazia e esclusiva mediatrice tra Dio e gli uomini. Se da un lato si istituiva il tribunale dell'[[Inquisizione]] contro le eresie, dall'altro si incoraggiava la predicazione popolare legittimando gli [[Ordini mendicanti]].<ref>[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, pagp. 272 "In esso, la Chiesa fu definitivamente dichiarata un corpo superiore a qualunque potere secolare, la depositaria unica della Grazia, la sola possibile mediatrice fra Dio e gli uomini. Si introduceva l'Inquisizione come strumento di controllo, ma ci si preoccupava anche dell'istruzione dei fedeli incoraggiando la predicazione popolare e legittimando l'esistenza degli Ordini mendicanti. Era un programma energico e ardito, ai limiti del paradosso: da un lato, infatti, si voleva elevare la Chiesa fino a renderla intangibile rispetto a qualunque critica; dall'altro, s'intendeva portarla in mezzo ai cristiani, farla vivere con loro."</ref>
 
In tal modo la Chiesa da un lato è l'unica e vera sposa di Cristo, e in quanto tale è suprema e santa, dall'altro lato ricordando il riconoscimento degli ordini mendicanti (si veda l'attività apostolica del patrono d'Italia San Francesco).
Ciò è in completa concordanza con il titolo dell'enciclica che verrà scritta da papa Giovanni XXIII , in un'epoca completamente diversa da quella di Innocenzo III, che la Chiesa è "Mater et Magistra"
 
Si decise inoltre una crociata generale in [[Terra Santa]] (la [[quinta crociata]]): [[Gerusalemme]] era infatti sempre nelle mani dei musulmani.
 
=== La morte ===
Il concilio fu il trionfo di Innocenzo e anche il suo ultimo atto. Morì a [[Perugia]] il [[16 luglio]] del [[1216]], fu sepolto nella [[cattedrale di Perugia|cattedrale]] di quella città, dove il suo corpo rimase fino a quando [[Papa Leone XIII]] lo fece trasferire nella [[basilica di San Giovanni in Laterano]], nel [[dicembre del]] [[1891]].
 
== Opere ==
|successivo=''vacante''<br />fino al [[1206]]
|carica=[[Santi Sergio e Bacco (diaconia)|Cardinale diacono dei Santi Sergio e Bacco]]
|periodo = [[1190]] - [[1198]]
|immagine=CardinalCoA PioM.svg
}}
 
{{Sezione accessoria|Bibliografia}}
*''Innocenzo III'', in Enciclopedia Treccani Federiciana (2005) [http://www.treccani.it/enciclopedia/innocenzo-iii_%28Federiciana%29/ online]
*''Chiesa e stato nella dottrina di papa Innocenzo III.'', a cura di Michele Maccarrone, Roma: Ateneo lateranense, 1941
* ''Papa Innocenzo III. ([[1198]]-[[1216]]): un figlio della nostra Diocesi al vertice della Chiesa: alcuni aspetti della sua attivita e della sua dottrina'', atti delle Giornate di studio (Velletri, 28-[[29 ottobre]] [[1998]]) a cura di Francesco Cipollini, Venafro 1999
* Verner Maleczek, ''Enciclopedia dei Papi'', II, [[Roma]], [[2000]], pp. 326-350.
*{{cita libro| autore=Goffredo de Villehardouin|titolo= La conquista di Costantinopoli | anno = [[2008]]|sottotitolo=Testi e documenti |città= Milano| ISBN =978-88-7710-729-9}}
 
{{Sezione accessoria|Voci correlate}}

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