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Al suo ritorno si schierò attivamente con il [[concilio]] nel suo conflitto con il [[Papa]] e, anche se ancora [[laico]], ottenne una parte importante nella direzione dei suoi affari.
Egli appoggiò la creazione dell'[[antipapa Felice V]], ma quando agli inizi del [[1442]] il concilio elesse Amedeo, Duca di Savoia, come [[antipapa]], Enea, percependo che la posizione del concilio era alla lunga indifendibile, trovò un pretesto per ritirarsi alla corte dell'imperatore [[Federico III d'Asburgo|Federico III]] a [[Vienna]]. Lì venne incoronato poeta imperiale laureato, e ottenne il patrocinio del cancelliere dell'imperatore, Kaspar Schlick, del quale celebrò un'avventura amorosa a Siena nella romanza, ''Eurialo e Lucrezia''.
Il suo carattere era stato fino ad allora quello di un facile uomo di mondo, senza pretesa di coscienziosità nella morale o di coerenza in politica. Egli iniziò a essere più regolare nel primo aspetto e nel secondo adottò una linea definita facendo pace con [[Roma]]. Essendo stato inviato in missione a Roma nel [[1445]], con lo scopo apparente di indurre Eugenio a convocare un nuovo concilio, venne assolto dalle [[pena canonica|censure ecclesiastiche]] e fece ritorno in [[Germania]] con il compito di assistere il Papa.
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