San Carlo Borromeo: differenze tra le versioni

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=== Soggiorno romano ===
Nel [[1560]], lo zio materno, [[Giovan Angelo Medici di Marignano]], venne eletto [[papa]] con il nome di [[Pio IV]] (1559 - 1565) e invitò a Roma i suoi nipoti Carlo e il fratello primogenito Federico.
 
Nel [[1562]] Federico morì improvvisamente, perciò fu consigliato a Carlo di lasciare l'ufficio ecclesiastico e di trovare moglie con cui avere dei figli, per non estinguere la dinastia familiare. Carlo, tuttavia, rifiutò, sostenendo che avendo espresso voto di castità a [[Dio]], era meglio per lui rimanere conservare tale stato piuttosto che infrangere il voto fatto e contaminarsi il corpo e l'anima con una donna.
Nel [[1563]] fu ordinato [[sacerdote]] e subito dopo consacrato [[vescovo]]. Partecipò alle ultime fasi del [[Concilio di Trento]] ([[1545]] - [[1563]]), diventando uno dei maggiori promotori della [[controriforma]]; fece parte della commissione incaricata di revisionare la musica liturgica; collaborò in larga parte alla stesura del [[Catechismo Tridentino]] (''Catechismus Romanus'').
 
Successivamente, l'[[8 febbraio]] [[1560]], fu nominato [[arcidiocesiarcivescovo]] di Milano|arcivescovo[[Arcidiocesi di Milano|Milano]]. In conformità ai desideri del [[papa]], visse in modo cònsono al suo elevato grado sociale, caratterizzandosi però per la sua temperanza e la sua umiltà che non furono mai tralasciate.
In conformità ai desideri del [[papa]], visse in modo cònsono al suo elevato grado sociale, caratterizzandosi però per la sua temperanza e la sua umiltà che non furono mai tralasciate.
 
=== Vescovo a Milano ===
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