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Il Papa approfittò della debolezza di Federico II del Sacro Romano Impero, che all'epoca aveva quattro anni, per ripristinare il potere papale in [[Sicilia]], domandando all'Imperatrice Costanza, vedova e madre del piccolo Federico II, la restituzione dei privilegi dei [[Quattro Capitoli]], che Guglielmo I di Sicilia aveva precedentemente preso da [[papa Adriano IV]]. Solo allora Innocenzo investì Federico II del titolo di re di Sicilia, nel [[novembre]] [[1198]]. Egli consigliò, inoltre, il giovane re a sposare per opportunità politiche, la vedova di re Emerico d'Ungheria nel [[1209]].
Dopo la morte di Enrico VI nel [[1197]], i [[Ghibellino|ghibellini]] e i [[Guelfo|guelfi]] avevano eletto imperatori differenti: Filippo di Svevia e Ottone di Brunswick rispettivamente. Nel [[1201]] il Papa appoggiò apertamente Ottone, annunciando che era stato approvato come re Romano e minacciando di [[scomunica]] tutti coloro che si fossero rifiutati di riconoscerlo. Questo anche perché Ottone aveva promesso di cedere parti italiane dell'impero e anche la rinuncia di certi diritti imperiali, tra cui la corona dell'Italia meridionale, annessa a quella imperiale con il matrimonio tra Enrico VI e Costanza d'Altavilla, che Innocenzo intendeva concedere a Federico II, suo protetto. <ref name="Castella "> Prof. Dr. Gaston Castella: "Papstgeschichte", KOMET MA-Service und Verlaggesellschft mbH, Frechen, [[Imprimatur]] Curiae die 17 Decembris 1943, Imprimatur Curiae die 12 Novembris 1965 - ISBN 3-933366-08-9</ref>
Innocenzo III rese chiaro ai principi tedeschi, attraverso il decreto ''Venerabilem'' del [[maggio]] [[1202]], come egli considerasse le relazioni tra Impero e [[Papato]] (questo decreto venne in seguito incorporato nel ''[[Corpus Juris Canonici]]''). I punti principali del decreto erano: i principi del dell'Impero potevano eleggere liberamente il loro re ma il diritto di decidere se il re fosse degno della corona imperiale apparteneva al papa; in caso di doppia elezione i principi elettori dovevano chiedere al papa di arbitrare o pronunciarsi in favore di uno dei pretendenti. Questo diritto derivava dall'atto d'[[incoronazione]] di [[Carlo Magno]] compiuto da [[Leone III]] <ref name="Castella "/>.
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