Mistica: differenze tra le versioni

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== Una risposta all'amore di Dio ==
L'esperienza mistica è un modo possibile, ma nient'affatto necessario, per vivere la realtà salvifica del mistero cristiano. È tanto vero, che molti grandi santi non hanno mai sperimentato visioni o rapimenti estatici, ad esempio [[San Francesco di Sales]], [[San Vincenzo de' Paoli]], [[Santa Teresa di Lisieux]], [[Beata Elisabetta della Trinità]], ecc. La confusione che a volte vien fatta tra esperienza mistica cristiana ordinaria e certi fenomeni del tutto eccezionali che molto raramente la possono accompagnare, ha sollevato spesso pregiudizi verso la vita contemplativa e verso la via unitiva a Dio-Trinità. L'umorismo con il quale i [[Padri del deserto]] liquidavano certe manifestazioni prodigiose non riconoscibili dalla Chiesa, dice ancor oggi quale [[prudenza]] bisogna usare in tali casi.<br />
L'esperienza mistica cristiana non è soggettività pura, non è una mente suggestionata che produce il proprio oggetto, ma è la disponibilità a ricevere da Dio una nuova forma del proprio essere, in altre parole è una ubbidienza in risposta a un amore gratuito e trasformante. Nel [[cattolicesimo]], questa esperienza del mistero di Cristo -anche se non simulata- non può diventare né oggetto di vanto, né esoterica, cioè sfuggente all'assimilazione e alla comunione con la Chiesa; proprio qui sta un criterio per determinarne la genuinità o la illusorietà.
 
Il termine ''esperienza'' non va inteso secondo il metodo scientifico moderno, ossìa come procedimento che si può ripetere a volontà al di fuori del primo sperimentatore; infatti non è accostabile al misticismo cristiano ciò che si ottiene come esito di tecniche di meditazione, delle quali uno sperimentatore si sia reso padrone<ref>Sulle tecniche di autoinduzione a stati alterati di coscienza, [[Santa Teresa d'Ávila]] scrisse: "''Pensare di giungere all'estasi in questo modo, equivale a pensare che se Dio vuol far volare un rospo, sta ad aspettare che il rospo voli da sé stesso"'' ({{Autore|[[Luigi Borriello]]-[[Giovanna della Croce]]}} (a cura di), ''Teresa di Gesù. Opere complete'', [[Edizioni Paoline]], [[Milano]] [[1998]], c.12, n.5).<br />
Vedasi specialmente la ''Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della meditazione cristiana'', del card. [[Joseph Ratzinger]] Prefetto della [[Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede]] in data [[15 ottobre]] [[1989]], della quale si offre il testo con link sul web: [http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19891015_meditazione-cristiana_it.html Lettera ai Vescovi sulla meditazione]</ref>. L'esperienza mistica cristiana dipende interamente dalla libertà dello Spirito Santo che concede grazie secondo la propria volontà, con disegni imperscrutabili per chiunque. È un dono concesso per [[grazia]], rivelato alla [[fede]] e operante nella [[carità]], ossìa nell'amore. Quindi la vita mistica cristiana è cosa ben diversa da un'esperienza psichica trafficabile o rivolta al proselitismo.
 
{{Quote|''Nello sguardo di Gesù... si coglie la profondità di un amore eterno e infinito che tocca le radici dell'essere. La persona che se ne lascia afferrare, non può non abbandonare tutto e seguirlo. Come Paolo, essa considera tutto il resto "una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù", a confronto del quale non esita a ritenere ogni cosa "come spazzatura, per guadagnare Cristo" ({{pb|Fil|3,8}}). La sua aspirazione è di immedesimarsi con Lui, assumendone i sentimenti e la forma di vita''.|[[Esortazione apostolica]] di [[Giovanni Paolo II]] ''Vita consecrata'', 18.}}
 
== Ineffabilità e spogliamento ==
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