Kerygma: differenze tra le versioni

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#dopo 14,23 e dopo 16,23 (A P 33 104 2805 ''pc'');
#dopo 14,23 e dopo 15,33 (solo in 1506)</ref>. Questa incertezza sulla posizione fa pensare non tanto che la dossologia sia una aggiunta, quanto che la sua collocazione sia opera di amanuensi. Infatti, i testimoni che la omettono del tutto, qualche volta lasciando lo spazio bianco di alcune righe (come fa G), sono pochi (F G 629 Hier''mss'').
*Il κήρυγμα è qui presente come parola chiave di questa dossologia mobile e la motiva. [[Paolo]] si rivolge ai romani affidandoli, a conclusione della lettura pubblica della lettera, a [[Dio Creatore]] e Signore, pur senza nominarlo se non indirettamente come "colui che può" stabilirli, secondo il "[[vangelo]] e il κήρυγμα di Gesù Cristo", e secondo l'[[apocalisse]] o manifestazione "del mistero rimasto silente" per secoli. Il termine è contestualmente determinato dall'antitesi ''parlare-far silenzio'' ed è descritto da parole dello stesso campo semantico, come "[[vangelo]]" e "apocalisse" che chiaramente implicano, come contenuto del κήρυγμα, il genitivo esplicativo "di Gesù Cristo". Kerigma è la proclamazione pubblica, (cfr"la parola della [[fede]] che proclamiamo" <ref>Cfr. {{Pb|Romani|10,8}} τὸ ῥῆμα τῆς πίστεως ὃ κηρύσσομεν – "la parola della [[fede]] che proclamiamo") della parola della fede</ref> affidata all'apostolo (cfr. ancora κηρύσσω in {{Pb|Romani|10,14s}}) per professare, in contesti prevalentemente giudaici, che Gesù è "il Cristo" (cfr. {{Pb|Atti|9,22;18,5.28}}) e in generale, che Gesù è "il Signore" (cfr. {{Pb|Atti|11,20}}; {{Pb|1Cor|4,4;12,3.5;14,37;15,58}}) di tutti, senza distinzione tra giudei e greci.
 
==== In 1Corinzi ====
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