Kerygma: differenze tra le versioni

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Nella [[Bibbia greca]] sono documentati almeno altri sei lemmi con la stessa radice:
* il verbo κηρύσσω (''kērýssō'') è utilizzato 93 volte, concentrandosi statisticamente nel libro di due [[profeta|profeti]], di {{Pb|Giona}} (5 volte,)<ref> inIn {{passo biblico|Gion|1,2;3,2.4-5.7}}).</ref> e di [[Gioele]] (4 volte, in)<ref>In {{passo biblico|Gl|1,14;2,1.15;4,9}}).</ref> più che altrove; nel [[Nuovo Testamento]] è nel [[vangelo di Marco]] dove il lemma si concentra (14 volte, in);<ref>In {{passo biblico|Mc|1,4.7.14.38-39.45;3,14;5,20;6,12;7,36;13,10;14,9;16,15.20}});.</ref> la prima occorrenza della [[Bibbia]] è in {{pb|Gen|41,43}} dove κηρύσσω traduce, quasi onomatopeicamente קָרָא (''qara'''), mentre l'ultima è in {{pb|Ap|5,2}} dove si dice che un angelo forte "proclamava" a gran voce una domanda [[Messia|messianica]]: "Chi è degno di aprire il librino e scioglierne i sigilli?".
* Il nome maschile κῆρυξ (''kêryx''), che indica colui che predica o proclama, quindi il "banditore" o "araldo" o anche il "predicatore" o "messaggero"; è presente solo 8 volte in altrettanti versetti, ma non tutti canonici: in.<ref>In {{pb|Gen|41,43}}; nell'[[apocrifo]] [[4Mac]] 6,4; in {{pb|Sir|20,15}}; in {{pb|Dn|3,4}} dei [[Septuaginta|Settanta]] e in {{pb|Dn|3,4}} di [[Teodozione]]; in {{pb|1Tm|2,7}}, {{pb|2Tm|1,11}} e in {{pb|2Pt|2,5}}} dove è Noè l'"araldo di giustizia".</ref>
* Un verbo composto, ἀνακηρύσσω (''anakērýssō'') ricorre solo in 4Mac 17,23, dove l'autore apocrifo descrive con ammirazione i [[sette fratelli maccabei|sette fratelli]] [[ebrei]] martiri: il tiranno [[Antioco IV Epifane|Antioco]], [[ellenismo|ellenista]], testimone oculare dell'evento, con stupore "li proclamò" o li additò ai suoi soldati come un esempio dida fortezzaseguire nel sopportare anche i più crudi tormenti fisici.
* L'aggettivo ἐκκήρυκτος (''ekkēryktos''), ricorre solo in {{pb|Ger|22,30}}, dove<ref>Dove lo stesso [[YHWH]] ordina di effettuare una registrazione particolare: "Iscrivete costui come un ἐκκήρυκτον ἄνθρωπον" – sintagma corrispondente probabilmente a ערירי וּבן־משק, "giovane senza figli" come da {{pb|Gen|15,2}} dove '''ariri'' è lo stesso [[Abramo]], in quanto "senza-prole". Il traduttore ellenista ha interpretato questala [[impotenza]] a generare come causa sufficiente per il suo bando e quindi per essere allontanato dal popolo.
* Il composto προκηρύσσω (''proskērýssō'') ricorre solo in {{pb|At|13,24}}, e fa parte di un discorso di [[San Paolo Apostolo|Paolo]] e [[San Barnaba|Barnaba]] che, ad [[Antiochia di Pisidia]], spiegano come la [[missione]] di [[San Giovanni Battista|Giovanni]] resti distinta da quella di [[Gesù]]: Giovanni aveva preparato la venuta di Gesù "προκηρύξαντος - proclamando" un [[Battesimo di Giovanni|battesimo]] di [[conversione]] o [[metanoia|cambio di mentalità]] a tutto il [[popolo d'Israele]].
* Il nome στρατοκῆρυξ (''stratokêryx''), che<ref>Che ricorre solo in {{pb|1Re|22,36}},.</ref> indica un "araldo militare", un soldato, mentre nel [[testo masoretico]] corrisponde al termine meno personale רִנָּה (''rinnah''), "grido di gioia"<ref>Come in {{pb|Is|14,7}}.</ref>, o, più comunemente, a "lamento" o "gemito".<ref>Come in {{pb|1Re|8,28}}.</ref>. In {{pb|1Re|22,36}} si tratta di un "editto" che dopo la sconfitta e la morte di [[Acab]] è un invito alla ritirata generale: "Ognuno alla sua città e ognuno alla sua terra".</ref>
 
== Note ==
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