Giansenismo: differenze tra le versioni

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Fra il clero, anche fra il basso clero, non mancarono pii e pensosi preti e parroci soprattutto piemontesi o lombardi, zelanti e ferventi, desiderosi di riforme e in rapporto fra loro, che vissero intensamente la vita religiosa e attinsero stimoli dagli opuscoli morali dei grandi scrittori di Port-Royal.
 
Ancora nella seconda metà dell’Ottocento la sorella di [[san Leonardo Murialdo]] lasciava in dono al proprio figlio un libretto, ''Le jour évangélique'', in cui erano stati raccolti alcuni pensieri religiosi di un grande giansenista di Francia, l' oratoriano [[Pasquier Quesnel]], un autore che – a proposito di santi – fu molto letto e utilizzato anche da [[sant’AlfonsoSant' Alfonso Maria de' Liguori]]<ref> Cfr. C. Carena, ''Grazia, rigorismo e cultura'' in Jesus, n. 9 settembre 2007</ref>.
 
== Giansenismo in Olanda ==
==Conclusione==
 
Come movimento ideologico il giansenismo si è smorzato alla fine del '700. Nell' '800 perdurarono, però, atteggiamenti giansenistici abbastanza diffusi nella [[morale]] ([[tuziorismo]]: in caso di dubbio stare dalla parte della legge) e nella [[sacramentaria]] (scarsa frequenza alla Comunione, frequente [[confessione]], ritardo nella ricezione dell'eucaristia da parte dei giovinetti) ma senza giustificazioni dottrinali che si rifacessero alle dottrine del vescovo di Ypres. I [[gesuiti]] ottocenteschi erano vigilantissimi che il giansenismo non rispuntasse fuori per altra strada. Per questo, tra l'altro, incrementarono enormemente la devozione al [[Sacro Cuore di Gesù]], detestata invece e avversata con tutti i mezzi dai giansenisti del '600 e del '700. In morale si impose gradualmente l' insegnamento di [[Sant'Alfonso Maria de' Liguori]] ossia l' ([[Equiprobabilismo]]: ''Lex dubia non obligat'', cioè ''la legge dubbia non obbliga in coscienza'').
 
== Note ==
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