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Eseguita sulla Vulgata latina, la Bibbia martiniana (di cui si servì Manzoni stesso sia nelle Osservazioni sulla morale cattolica sia nei ''Promessi sposi'' e sia in componimenti poetici) presenta, pur nella più rigida ortodossia e totale estraneità a quel mondo, legami con la celebre versione francese, anch’essa dal latino di san Gerolamo, detta "Bibbia di Port-Royal" e prodotta da uno dei grandi solitari di quell’abbazia, [[Isaac-Louis Le Maître de Sacy]], nella seconda metà del Seicento, riedita anche in Italia nel [[1789]]. Molte sono le coincidenze fra le due versioni, l’italiana e la francese, e anche molti passi del commento derivano da altri autori giansenisti e portroyalisti.
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Fra il clero, anche fra il basso clero, non mancarono pii e pensosi preti e parroci soprattutto piemontesi o lombardi, zelanti e ferventi, desiderosi di riforme e in rapporto fra loro, che vissero intensamente la vita religiosa e attinsero stimoli dagli opuscoli morali dei grandi scrittori di Port-Royal.
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