Utente:Costantina Sarzi Amadè/Cantigas de Santa Maria

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

|musica=

(PT) (IT)
Virgolette aperte.png
Santa Maria - Strela do dia
Mostra nos via - Pera Deus e nos guia
Virgolette chiuse.png
Virgolette aperte.png
Santa Maria - Stella del giorno

Mostraci la via - Verso Dio e guidaci

Virgolette chiuse.png

Cantigas de Santa Maria è una collezione di circa 400 canzoni sulla Vergine, composta fra il 1270 e il 1290 sotto la direzione del re del Portogallo Alfonso il Saggio.

La raccolta comprende anche il solo testo di altre venti poesie dedicate alle Festas de Jesus Cristo e alle Festas de Santa María.

Sono sopravvissute in quattro manoscritti: le composizioni sono accompagnate da numerose miniature illustrative, ed il tutto costituisce una delle più interessanti imprese artistiche del Medio Evo nonché una delle più profonde testimonianze della devozione dell’uomo verso Maria.

Contesto storico

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Alfonso X il Saggio

La cantiga è una forma di canzone monodica, sviluppatasi nel tardo Medio Evo in area spagnola e portoghese.

Le parole cantiga, cantica e cantar erano ampiamente usate nella penisola iberica nel Medio Evo fino agli anni intorno al 1450 per designare una canzone, ossia un testo musicato, come opposte a decir (dire), che definiva un poema.

La cantiga non aveva quindi un contenuto esclusivamente religioso: sono sopravvissute senza musica alcune cantigas de amigo (canzoni d'amore cantate o recitate da una ragazza), cantigas de escarnio (scurrili o satiriche), cantigas de gesta (narrative o epiche) e altre.

Ma tranne sei canzoni secolari di Martim Codax[1] e le sette pervenuteci di Dionigi del Portogallo[2], l'unica musica sopravvissuta è quella delle Cantigas de Santa Maria.

L'opera

Classificazione e lingua

Le cantigas alfonsine sono di due tipi: la maggior parte consiste di racconti in stile di ballata dei miracoli operati dalla Vergine Benedetta (cantiga de miragres); per ogni gruppo di dieci, l’ultima è un inno di lode alla Madonna (cantiga de loor).

Le composizioni sono scritte in una lingua che può definirsi portoghese-galiziano (affine comunque al portoghese medievale): la Galizia faceva parte del regno di Alfonso, e la sua lingua in quei tempi era generalmente considerata dai poeti spagnoli particolarmente adatta alla poesia lirica[3].

Paternità delle composizioni

Solo pochissime (tre) sono ritenute dagli studiosi più tarde, del XIII o al massimo XIV secolo, e presentano gli stessi poemi e melodie con poche eccezioni e varianti. Tutte le altre sono concordemente attribuite ad Alfonso il Saggio. Non è però chiaro quanto e come il re abbia fattivamente collaborato alla stesura dell'opera, se abbia cioè limitato la sua parte alla supervisione o se scrisse egli stesso almeno alcune parole e musica. Da un lato, i manoscritti attestano parecchie volte che Alfonso "fece" alcune cantigas, e in diverse (per esempio i numeri 1, 347, 400 e 401) egli parla in prima persona. D'altronde, il re, che possedeva gli strumenti culturali per procedere alla composizione, ebbe certamente una speciale predilezione per la sua collezione, di cui parlò in altre sue opere: nella Estoria General egli stesso spiegò che

« ... Il re scrive un libro (...) nel senso che egli raccoglie il materiale per esso (...) lo adatta, mostra la maniera in cui deve essere presentato e mette in ordine cosa deve essere scritto. »

Soprattutto per questa ragione, gli studiosi hanno concluso che per le Cantigas de Santa María Alfonso mise in opera una squadra alla quale prese parte attiva egli stesso, scrivendone di sua mano almeno un centinaio.

Tecniche compositive

La tecnica usata consistette in alcuni casi nella composizione ex novo ma nella grande maggioranza dei casi nell'uso del contrafactum, ossia nel prendere famose melodie secolari adattandole ad un nuovo testo con parole moralizzate.

L'uso di melodie già popolari aveva anche lo scopo di rendere familiari le storie all'uditore; ciò andava nella direzione delle intenzioni di Alfonso di descrivere nei contenuti delle storie narrate la realtà della grazia divina continuamente attuata nella quotidianità. Per esempio, la cantiga numero 279 racconta come il re fu miracolosamente curato da una malattia quando un volume contenente alcune cantigas fu posto sul suo corpo.

Contenuti

Note
  1. Martín Codax, o Martim Codax (... – ...), fu un giullare (jogral), cioè un compositore non nobile, galiziano, attivo probabilmente alla metà del XIII secolo.
  2. Dionigi Alfonso del Portogallo detto l'Agricoltore o il Giusto (Lisbona, 9 ottobre 1261 – Santarém, 7 gennaio 1325) fu il sesto re del Portogallo e dell'Algarve dal 1279 alla morte.
  3. A rigore, la parola cantiga nella collezione di Alfonso dovrebbe avere una pronuncia portoghese (cántiga, con l'accento sulla prima sillaba) ma la pronuncia spagnola (con l’accento sulla seconda) è rimasta più accettata.
Bibliografia
  • (EN) Jack Sage, Voce Cantiga in Stanley Sadie (cur.), The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Macmillan, Washington, 1980
  • Voce Cantigas nell'Enciclopedia Treccani online
Voci correlate
Collegamenti esterni