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Conversione di San Paolo Apostolo
La conversione di Paolo, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato. La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dove egli scopre il mistero della risurrezione di Cristo. Questa celebrazione, già presente in Italia nel sec. VIII, entrò nel calendario Romano sul finire del sec. X. Paolo di Tarso mentre percorreva la via di Damasco cospirando minacce e stragi contro i discepoli del Signore, Gesù in persona si manifestò glorioso lungo la strada. E’ vero che Saulo cercava "in tutte le sinagoghe di costringere i cristiani con minacce a bestemmiare". Gesù risorto appare a Paolo "Chi sei tu, Signore?"; "Io sono Gesù che tu perseguiti". Questa mistica irruzione di Cristo nella vita di Paolo è il crisma del suo apostolato e la scintilla che gli svelerà la mirabile verità della inscindibile unità di Cristo con i credenti. Questa esperienza di Cristo alle porte di Damasco, che egli paragona con l'esperienza pasquale dei Dodici sarà il "leit motiv" della sua predicazione orale e scritta. Le quattordici lettere che ci sono pervenute. S. Paolo trarrà dalla sua esperienza questa consolante conclusione: "Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Appunto per questo ho trovato misericordia. In me specialmente ha voluto Gesù Cristo mostrare tutta la sua longanimità, affinché io sia di esempio per coloro che nella fede in Lui otterranno d'ora innanzi la vita eterna" (1 Tim 1,15-16). --Giacomo Campanile 18:22, 26 gen 2010 (CET)Giacomo Campanile
Nell'immagine particolare della Conversione di San Paolo (o Conversione di Saulo) è un dipinto ad olio su tela di 230 x 175 cm, realizzato nel 1601 dal pittore italiano Caravaggio. È conservato nella Cappella Cerasi della Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma.