Mistero: differenze tra le versioni

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Sii benigno, Tu, l'al di là di tutto: come è possibile lodarTi? |[[Gregorio Nazianzeno]]}}
 
La nozione di '''Mistero''', ai fini della presente voce, riguarda le accezioni di significato etimologico della parola come assunte dal [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]] e sviluppate, nella quasi totalità dei casi, quali [[Dottrina della Chiesa Cattolicacattolica|dottrine teologiche]]. Siccome in questi processi le accezioni di significato sono originate anche in ambiti cultuali e culturali pre-cristiani, risulta opportuno fare riferimento a questi stadi di sviluppo non cristiani oltre che alle derivazioni etimologiche.
 
[[File:Annun2.jpg|right|500px|thumb|Il mistero dell'[[incarnazione]] del Verbo nel seno della [[Vergine Maria]] ([[Beato Angelico]], [[Museo San Marco]], Firenze)]]
===Il mistero nella [[Rivelazione]]===
 
[[Dio]] ''è mistero per le creature'' anche nelle rivelazioni dei segreti che riguardano Se stesso, fra cui quella del proprio nome nonostante il fatto che, anche per [[Dio]], svelare il proprio nome implica il "farsi conoscere agli altri; in qualche modo é consegnare se stesso rendendosi accessibile, capace d'essere conosciuto più intimamente e di essere chiamato personalmente"<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.203, dal periodo sintattico finale.</ref> in quanto Egli, avendo un nome, "non è una forza anonima."<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.203, dall'ultimo periodo sintattico centrale.</ref>
 
"[[Dio]] si é rivelato...progressivamente ...sotto diversi nomi"<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.204, dalla proposizione sintattica iniziale.</ref> e lo svelamento del nome divino nell'ambito [[Vecchio Testamento|veterotestamentario]] é certamente uno dei vertici fra gli eventi rivelatori. Questi nomi, in realtà, sono delle forme nominative con le quali [[Dio]] si presenta per rendersi intellegibile o con le quali é invocato o presentato in modo inequivoco. Fra tutte queste forme nominative ne eccellono due, ossia ''El Shaddai'' e [[YHWH|Jahve]], anche se solo la seconda di esse "si é mostrata come la rivelazione fondamentale per l'Antica e la Nuova Alleanza."<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.204, dalla proposizione sintattica conclusiva.</ref>
 
====El Shaddai====
{{vedi anche|[[YHWH#Etimologia e significato|Etimologia e significato di Jahve]]}}
 
La forma nominativa [[YHWH|Jahve]], rivelata in {{Pb|Gn|4,26b}} e {{Pb|Es|3,14;6,2-3}}, contiene invece il mistero del nome divino. [[Dio]] rivela il Suo nome usando delle modalità definitorie proprie della concezione semitica, ossia palesa non solo il modo con cui Egli designa se stesso ma anche la propria natura in quanto, secondo il sentire antico, il "nome esprime l'essenza, l'identità di una persona e il senso della sua vita."<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.203, dal primo periodo sintattico centrale.</ref> In realtà, [[Dio]] rivelando il Suo nome si limita a proclamare il cardine della sua natura, anche se tale proclamazione contiene in potenza tutti gli sviluppi successivi della rivelazione,<ref>In tal senso va inteso {{Pb|Ap|1,8b}} che, per alcuni, andrebbe così tradotto:"Egli era, Egli é ed Egli viene, il Padrone di tutto".</ref> ossia che il Nome divino "esprime, come meglio non si potrebbe, la realtà di [[Dio]], infinitamente al di sopra di tutto ciò che possiamo comprendere o dire",<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.206, dalle proposizioni centrali del periodo sintattico conclusivo.</ref> con la conseguenza che:
* il Nome divino ad "un tempo é un Nome rivelato e quasi il rifiuto di un nome"<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.206, dalla proposizione iniziale dell'ultimo periodo sintattico.</ref> come, a solo titolo esemplificativo, accade nell'ambito della concezione occidentale moderna del nome in base alle cui modalità definitorie, e limitatamente ad esse, il Nome divino non significa alcunché;
* il Nome divino "é ineffabile",<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.206, dalle proposizioni conclusive del periodo sintattico conclusivo.</ref> come attesta {{Pb|Gdc|13,18}} dove l'angelo si rifiuta di dire a Manoach il proprio nome comportandosi allo stesso modo dell'essere misterioso dello Iabbok di cui si attesta in {{Pb|Gn|32,30}}, e
* il "Nome divino é misterioso come Dio é Mistero"<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.206, dal periodo sintattico centrale.</ref> perché il nome di [[Dio]] é [[Dio]] stesso e, contestualmente, [[Dio]] é il Suo nome.
 
====Conseguenze della rivelazione del Nome di [[Dio]]====
 
"Rivelando il suo Nome, [[Dio]] rivela al tempo stesso la sua fedeltà che é da sempre e per sempre, valida per il passato (<<Io sono il [[Dio]] dei tuoi padri>>, {{Pb|Es|3,6}}), come per l'avvenire (<<Io sarò con te>>, {{Pb|Es|3,12a}}). [[Dio]] che rivela il suo Nome come <<Io sono>> si rivela come il [[Dio]] che é sempre là, presente accanto al suo popolo per salvarlo"<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, dal n.207.</ref> "malgrado l'infedeltà del peccato degli uomini ed il castigo che merita".<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.211, dal primo periodo sintattico.</ref>
 
"Lungo i secoli, la fede d'Israele ha potuto sviluppare ed approfondire le ricchezze contenute nella rivelazione del Nome divino",<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.212, dal primo periodo sintattico.</ref> che contiene le verità per le quali:
{{vedi anche|[[Monoteismo#Ebraismo|Unicità di Dio nell'Ebraismo]]}}
 
* [[Dio]] "é unico, fuori di Lui non ci sono dei";<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.212, dal secondo periodo sintattico.</ref>
* [[Dio]] fa essere tutte le creature portandole all'esistenza con la conseguenza che esse "hanno ricevuto da lui tutto ciò che sono e che hanno",<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.213, dalla proposizione iniziale del periodo sintattico conclusivo.</ref> e
{{vedi anche|[[Dio#Nel cristianesimo|Dio nel Cristianesimo]]}}
 
* [[Dio]] "è la pienezza dell'Essere e di ogni perfezione"<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.213, dalla proposizione conclusiva del periodo sintattico centrale.</ref> e, principalmente in questo senso, "la traduzione dei [[Bibbia dei Settanta|Settanta]] e, sulla sua scia, la [[Tradizione]] della [[Chiesa]] hanno inteso il Nome divino".<ref>cfr. Catechismo della Chiesa Cattolicacattolica, n.213, dalla proposizione iniziale del periodo sintattico centrale.</ref>
Tutto ciò esemplifica come [[Dio]], anche rivelandoSi, ''rimane un mistero per le creature''.
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