Mistero: differenze tra le versioni

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* ontologico;
* cosmogonico, in quanto attengono alla creazione (cfr. {{Pb|Gb|28,23-28}}<ref>Il passo di Giobbe, indicato in voce, trova dei parallellismi in {{Pb|Bar|3,32-35}}; {{Pb|Pr|8,22-30}} e in {{Pb|Sap|6,22}}.</ref>);
* soteriologico, in quanto attengono in particolare all'elezione di Israele che risponde al piano divino che si realizza nella storia umana, e viene anticipato dall'oggetto dalla rivelazione profetica (cfr. {{Pb|Am|3,7}} <ref>Il versetto di Amos, indicato in voce, sembra aver la natura di una glossa inserita nel testo e il concetto, ivi espresso, ha un suo illustre antecedente in {{Pb|Gn|18,17-19}}. </ref> e {{Pb|Nm|24,4.16}} <ref>L'espressione "e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi", finale di ciascuno dei due versetti del libro dei Numeri indicati in voce, in alcune traduzioni è sostituita dalla seguente espressione: "egli ottiene la risposta divina e i suoi occhi si aprono".</ref> ) che, a sua volta, è garanzia della salvezza dell'umanità alla fine dei tempi (cfr. {{Pb|Is|41,25.27}} <ref>Nella conclusione del sottoversetto A del versetto 25 del passo di Isaia, indicato in voce, si legge l'espressione "l'ho chiamato per nome": tale espressione, che riprende l'inizio di {{Pb|Es|31,2}} e la conclusione di {{Pb|Nm|1,17}} e che viene ripresa nella conclusione di {{Pb|Is|43,1}} e di {{Pb|Is|45,3}} e nel contesto di {{Pb|Is|45,4}}, interpretata alla luce della conclusione di {{Pb|Is|45,4}} sembra una formula di designazione per una qualche missione ed, in ogni caso, esprime una relazione privilegiata tra [[Dio]] ed il suo inviato. Il testo masoretico sostituisce la precedente espressione con "proclama il mio nome".</ref> <ref>La Bible de Jérusalem traduce il versetto 27 del passo di Isaia, indicato in voce, nel seguente modo: "Primizie di Sion, ecco, eccole, a Gerusalemme invio un messaggero."</ref> <ref>Storicamente i due versetti del passo di Isaia, indicato in voce, sono stati interpretati come un'unica allusione alla conquista di Ciro, considerato il sottoversetto B del versetto 25, il cui incipit "egli calpesterà i potenti come creta" il testo ebraico sostituisce con "egli cammina sui potenti come sulla creta": del resto, in questo contesto, il riferimento esplicito a Ciro si rintraccia solo in {{Pb|Is|44,28}}.</ref>), e
* escatologico, in quanto attengono al destino finale dell'umanità e del creato.
 
 
[[Dio]], anche nell'esercizio della funzione di Salvatore di Israele, non disdegna di servirsi di non israeliti come, a titolo esemplificativo, del re persiano "Ciro", di cui si fa menzione esplicita in {{Pb|Is|45,1}} che è l'inizio di un oracolo regale di intronizzazione (che per alcuni studiosi è contenuto in {{Pb|Is|45,1-7}} mentre per altri in {{Pb|Is|45,1-8}}: in ogni caso la sua stesura é per certi versi simile a quella degli oracoli dei {{Pb|Sal|2;109}}) nel quale Ciro, sebbene non conosca [[Dio]] come attesta il finale di {{Pb|Is|45,4c}},:
* viene chiamato per nome <ref>Nell'espressione ''chiamato per nome'' e simili chi chiama per nome é [[Dio]] e chi é chiamato é l'eletto. Il [[testo masoretico|testo ebraico]] in alcuni passi biblici, fra cui {{Pb|Is|45,3c}}, legge le suddette espressioni nella forma ''chiama il mio nome'' oppure ''proclama il mio nome'' dove chi chiama é l'eletto e chi é chiamato é [[Dio]]. In ogni caso il significato di tutte le espressioni citate ed indicate rimane quello descritto in voce.</ref>come attesta {{Pb|Is|45,3c;45,4b}} e ciò significa che,:
** sul modello di {{Pb|Es|31,2}} e {{Pb|Nm|1,17}}, Ciro viene designato per una missione, e
** sul modello di {{Pb|Is|43,1}}, [[Dio]] manterrà con Ciro una relazione privilegiata, e
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