Conversione: differenze tra le versioni

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L'Antico Testamento ci mostra che la conversione rimane comunque una decisione [[libertà|libera]] del chiamato, con la triste possibilità che essa non avvenga. Così avviene che il [[re]] ({{pb|1Re|13,33}}) o il popolo ({{pb|Sir|48,15}}; {{pb|Ger|5,3;8,5}}; {{pb|Os|11,5}}) non si converte; anche del faraone si dice che "indurì il cuore del faraone" (cfr. {{pb|Es|4,21;7,3}}; ecc.). Un passo di [[Libro di Isaia|Isaia]] è emblematico al rispetto: dopo che Isaia ha ricevuto la visione del Signore nel [[Tempio di Gerusalemme|Tempio]] e la chiamata profetica, JHWH gli dice:
 
{{quote biblico con libro|Va' e riferisci a questo popolo:<br />Ascoltate pure, ma senza comprendere,<br />osservate pure, ma senza conoscere.<br />Rendi insensibile il cuore di questo popolo,<br />fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi<br />e non veda con gli occhi<br />né oda con gli orecchi<br />né comprenda con il cuore<br />né si converta in modo da esser guarito.|Is|6,9-10}}
 
In questo brano il linguaggio veterotestamentario attribuisce a JHWH l'insensibilità del [[cuore]] dei suoi uditori<ref>L'[[esegesi]] interpreta tali versetti nel senso che

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