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{{Persona
|sottotitolo= la roccia su cui [[Gesù]] fondò la sua [[Chiesa]]
|quote brano=Tu sei Pietro
|quote citazione={{Passo biblico con libro|Mt|16,18-19}}, riportato intorno alla [[cupola]] di [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]]
|quote brano altra lingua=Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam et tibi dabo claves regni Caelorum.
|Nazionalità=ebreo
|immagine= 20350.JPG
|didascalia= {{Autore|[[Pieter Paul Rubens]]}}, ''San Pietro apostolo'' ([[XVII secolo]]);
|note=[[Apostolo]]
|vescovo= {{Carica|Vescovo|di|Antiochia|Patriarcato di Antiochia}}
|inizio = [[33]] ca.
|fine = [[67]] ca.
|successore= [[Papa Lino|Lino]]
|FineIncipit = fu il "[[primato di Pietro|primo]]" degli [[Apostoli]] di [[Gesù]], da lui posto a [[capo]] della sua [[Chiesa]]. [[Vescovo]] di [[Roma]], vi subì il [[martirio]] sotto l'imperatore [[Nerone]]. È considerato il primo [[papa]]
|santuario principale= [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]], [[Città del Vaticano]]
|ricorrenza= 29 giugno
|martirologio= [[Solennità]] dei [[santi Pietro e Paolo Apostoli]]. Simone, figlio di Giona e [[fratello]] di [[Sant'Andrea Apostolo|Andrea]], [[primato di Pietro|primo]] tra i [[discepolo|discepoli]] che professò che [[Gesù]] era il [[Cristo]], [[Figlio di Dio|Figlio]] del [[Dio]] vivente, dal quale fu [[nome|chiamato]] Pietro. [[San Paolo Apostolo|Paolo]], [[Apostolo]] delle [[pagani|genti]], [[predicazione|predicò]] ai [[Giudei]] e ai [[Greci]] Cristo [[morte di Gesù]]|crocifisso]]. Entrambi nella [[fede]] e nell'[[amore]] di Gesù Cristo [[kerigma|annunciarono]] il [[Vangelo]] nella [[città]] di [[Roma]] e [[morte|morirono]] [[martire|martiri]] sotto l'imperatore [[Nerone]]: il primo, come dice la [[tradizione]], [[crocifissione|crocifisso]] a [[testa]] in giù e [[sepoltura|sepolto]] in [[Vaticano]] presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la [[spada]] e sepolto sulla via Ostiense. In questo [[giorno]] tutto il [[mondo]] con uguale onore e [[venerazione]] celebra il loro trionfo.
|martirologionumero= 1
|martirologiosecondario= [[Festa (liturgia)|Festa]] della [[Cattedra di San Pietro]] [[Apostolo]], al quale disse il [[Signore]]: "Tu sei Pietro e su questa [[pietra]] [[edificazione|edificherò]] la mia [[Chiesa]]". Nel [[giorno]] in cui i [[Roma|Romani]] erano soliti fare [[memoria]] dei loro [[defunto|defunti]], si [[venerazione|venera]] la [[sede]] della [[morte|nascita]] al [[cielo]] di quell'Apostolo, che trae [[gloria]] dalla sua vittoria sul colle [[Vaticano]] ed è [[chiamata|chiamato]] a [[presidenza|presiedere]] alla [[comunione]] [[universalismo|universale]] della [[carità]].
Nato a [[Betsaida]], paesino in [[Galilea]], da un tale chiamato Giona, svolgeva la mansione di pescatore a [[Cafarnao]]. Fratello del futuro [[Andrea apostolo|Sant'Andrea]], era sposato e, secondo gli atti apocrifi di Pietro, aveva anche una figlia chiamata [[Santa Petronilla|Petronilla]]. Divenne Apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla [[pesca miracolosa]]. Divenuto uno dei dodici, faceva parte di una cerchia ristretta di tre individui (insieme a lui anche [[Giovanni Apostolo ed Evangelista|Giovanni]] e [[Giacomo il Maggiore|Giacomo]]) che assistettero alla risurrezione della figlia di [[Giairo]], alla [[Trasfigurazione di Gesù|Trasfigurazione]] e all'agonia di Gesù nell'[[orto degli ulivi]]. Pietro tentò di difendere il Maestro dall'[[arresto di Gesù|arresto]], riuscendo soltanto a ferire uno degli assalitori, [[Malco]]. Unico, insieme al cosiddetto "[[Discepolo che Gesù amava|discepolo prediletto]]", a seguire Gesù presso la casa del [[sommo sacerdote]] [[Caifa]], fu costretto anch'egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il Maestro, come questi aveva già predetto.
Dopo la [[crocifissione di Gesù|crocifissione]] e la successiva [[Risurrezione di Gesù]], secondo la [[Chiesa cattolica]], Pietro venne nominato dallo stesso Maestro capo dei dodici [[Apostoli]] e promotore dunque di quel movimento che sarebbe poi divenuto la prima [[Chiesa]] cristiana. Instancabile predicatore, fu il primo a battezzare un pagano, il centurione Cornelio. Entrò in disaccordo con [[Paolo di Tarso]] riguardo ad alcune questioni riguardanti giudei e pagani, risolte comunque durante il primo [[concilio di Gerusalemme]]. Secondo la tradizione, continuò la sua predicazione fino a [[Roma]] dove [[Morte|morì]] fra il [[64]] e il [[67]], durante le persecuzioni anti-cristiane ordinate da [[Nerone]].
È [[Venerazione|venerato]] come [[Santo]] dalle confessioni cattoliche
* per i [[Cattolicesimo|Cattolici]] il Vescovo di Roma, cioè il [[Papa]], è l'unico successore di Pietro ed ha un primato su tutti gli altri [[Vescovi]];
* per gli [[Chiesa ortodossa|Ortodossi]] ogni vescovo è successore di Pietro e ha il primato nella sua [[Diocesi]], mentre il Vescovo di Roma è un Vescovo come tutti;
* per i [[protestantesimo|Protestanti]] il primato si riferisce alla sola persona di Pietro ed è decaduto alla [[morte]] dell'apostolo.
{{TOChidden}}
Le fonti storiche circa la vita e l'operato di Pietro possono essere distinte in tre categorie:
* I testi del [[Nuovo Testamento]], in particolare i quattro [[Vangeli]] e gli [[Atti degli Apostoli]]. Redatti in [[greco]] all'interno del [[I secolo]], contengono gli unici riferimenti diretti alla vita di Pietro. La tradizione cristiana ha accolto nel [[canone biblico]] anche due lettere a lui attribuite che però, a parte il problema dell'autenticità (sulla [[Prima lettera di Pietro|prima]] gli studiosi sono divisi, la [[Seconda lettera di Pietro|seconda]] è comunemente considerata [[pseudoepigrafa]]), non forniscono precise indicazioni biografiche.
* Molti scritti [[apocrifi]] a lui attribuiti o riferiti: [[Vangelo di Pietro]], [[Predicazione di Pietro]] (andato perduto), [[Atti di Pietro]], [[Atto di Pietro]], [[Atti di Pietro e Andrea]], [[Atti di Pietro e dei dodici]], [[Atti di Pietro e Paolo]], [[Lettera di Pietro a Filippo]], [[Lettera di Pietro a Giacomo il Minore]], [[Apocalisse di Pietro (greca)]], [[Apocalisse di Pietro (copta)]]. Per la datazione tardiva e per il contenuto leggendario tuttavia, al pari degli altri apocrifi, non sono considerati come vere e proprie fonti storiche, ma è possibile che abbiano raccolto alcuni dettagli storicamente fondati.
* Alcuni accenni contenuti negli scritti di alcuni [[Padri della Chiesa]].
Il suo nome proprio era '''Simone''' ([[lingua ebraica|ebraico]] שמעון, ''Shim'on'', dalla [[radice]] ebraica ''shama'', "ascoltare"), col probabile significato "Dio ha ascoltato" la preghiera del genitore ({{Pb|Gen|29,33}}). Secondo Ilan<ref>{{Autore|Tan Ilan}} (2002). ''Lexicon of Jewish Names in Late Antiquity, Part 1, Palestine 330 B.C.E.-200 C.E.'' Tubinga: Mohr Siebeck.</ref> rappresentava il nome più diffuso tra gli ebrei palestinesi.
Secondo {{Pb|Mt|16,18}} e {{Pb|Gv|1,42}} ricevette da [[Gesù]] il soprannome di '''Cefa''' (Κηφᾶς, ''Kefàs''), "che vuol dire Pietro" (πετρος, ''petros''). Anche [[San Paolo]] lo chiamava ''Kefas'' ({{pb|1Cor|1,12; 3,22; 9,5; 15,5}}; {{pb|Gal|1,18; 2,9.11.14}}) oltre che Pietro ({{Pb|Gal|2,7-8}}). Questo etimo trova fondamento nel confronto col termine ebraico כּף, ''kèf'', "rupe, roccia" (
Una diversa ipotesi<ref>
== Caratteristiche personali ==
Simon Pietro secondo il vangelo di Giovanni era nativo, così come il fratello Andrea e l'Apostolo [[Filippo Apostolo|Filippo]], di [[Betsaida]]<ref>{{Pb|Gv|1,44}}.</ref>, città situata a circa 3 chilometri a nord del [[Lago di Tiberiade]], un antico villaggio successivamente ricostruito dal tetrarca [[Erode Filippo II|Filippo]] che fondò qui la sua capitale e gli diede il nome di Giulia in onore della figlia dell'Imperatore [[Augusto]]<ref>{{Autore|[[Giuseppe Flavio]]}}, Antichità giudaiche 18,28.</ref>.
Dopo il matrimonio si trasferì però, secondo i [[Vangeli sinottici]], a [[Cafarnao]], paese che divenne in seguito centro della predicazione di [[Gesù Cristo|Gesù]], che vi si recava spesso come amico<ref>{{Pb|Mc|1,21.29}}.</ref>. Gli scavi, effettuati a partire dal [[1905]], portarono alla luce i resti della sinagoga e di una chiesa ottagonale sulle cui fondamenta furono scoperti, nel [[1968]], una casa, identificata con quella di Pietro grazie alla presenza di alcuni graffiti, dedicati a Cristo e all'Apostolo, databili al [[II secolo]] d.C.
=== Legami familiari ===
Pietro era figlio di Giona o Giovanni<ref>{{Pb|Mt|16,17}}; {{Pb|Gv|1,42}}.</ref> e fratello di Andrea che divenne anche lui Apostolo, scelto e chiamato col fratello sul lago di Galilea<ref>{{Pb|Mt|4,18-22}}; {{Pb|Mc|1,16-20}}.</ref>.
Sappiamo poi, secondo i Vangeli, che un giorno Gesù guarì a Cafarnao "''dalla febbre''" la suocera dell'Apostolo<ref>{{Pb|Mt|8,14-16}}; {{Pb|Mc|1,29-31}}; {{Pb|Lc|4,38-39}}.</ref>. L'esistenza di questa suocera ha portato alla conclusione che Pietro fosse sposato ma nulla sappiamo né della moglie né dei figli. Interessante è però ricordare che l'apostolo [[Paolo|San Paolo]] allude a una "''donna credente'' di Cefa"<ref>{{Pb|1Cor|9,4-5}}.</ref> che senza dubbio era la moglie. L'autore stesso della lettera solitamente identifica le collaboratrici col titolo di "sorelle" (''adelphe'') e non "sorelle donne", come sarebbe meglio tradurre "donna credente" (derivando dalle parole greche ''adelphen gunaika'')<ref>{{Autore|Michele Mazzeo}}, ''Pietro roccia della Chiesa'', cap.1
Gli Atti apocrifi di Pietro copti attribuiscono all'apostolo anche una figlia. La giovane era paralizzata e la folla, commossa dalla sua sofferenza, decise di intercedere presso il padre per lei. Questi non solo non la guarì, ma spiegò anche che ella era stata punita con quella malattia per aver acceso, con la sua bellezza, il desiderio di un giovane, di nome Tolomeo, che a causa della disperazione era divenuto cieco<ref>''Atti di Pietro'' 1,5-30.</ref>. L'autore della Passio dei santi [[San Nereo|Nereo]] ed [[Sant'Achilleo|Achilleo]] (V-VI circa) la identifica con Petronilla, una martire sepolta nelle [[catacombe di Domitilla]], a causa di una assonanza col nome dell'apostolo
=== Condizione economica e culturale ===
I fratelli Pietro e Andrea vengono presentati nei vangeli, sin dalla loro prima chiamata, come pescatori<ref>{{Pb|Mt|4,18-22}}; {{Pb|Mc|1,16-20}}; {{Pb|Lc|5,1-11}}; {{Pb|Gv|1,40-42}}.</ref> e più volte li ritroviamo con le barche sul lago di Galilea. Sappiamo persino che Giacomo e Giovanni di Zebedeo erano, secondo il [[vangelo di Luca]], soci di Simone<ref>{{Pb|Lc|5,10}}.</ref> e difatti saranno chiamati alla sequela subito dopo gli amici.
Emblematico in tal senso è il famoso episodio della [[pesca miracolosa]], nel quale ritroviamo Pietro intento a ripulire le reti dopo una dura notte di lavoro senza alcun risultato. Anche dopo la [[
Dagli Atti degli apostoli veniamo poi a sapere un altro aspetto importante della vita di Pietro: la sua condizione culturale. Arrestato con Giovanni e condotto in presenza del [[Sinedrio]], l'apostolo rispose con saggezza al loro interrogatorio, lasciando meravigliati i due giudici che lo credevano senza istruzione e popolano.<ref>{{Pb|At|4,13}}.</ref>
! Evento
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| 2-4 d.C.?<ref>{{Autore|Michele Mazzeo}}, Pietro roccia della Chiesa,
| -
| Nascita a [[Betsaida]] da Giona o Giovanni
| 29?
| <small>{{Pb|Mc|1,16-18}}</small>; <small>{{Pb|Mt|10,2}}</small>; <small>{{Pb|Lc|5,10}}</small>
| Inizio del ministero pubblico di Gesù. Incontro di Simone con Gesù sul lago di Galilea<ref>La data d'inizio del ministero di Gesù resta comunque incerta poiché il vangelo di Luca riferisce "il 15
|-
| 30-33
| <small>{{Pb|At|2,1-41}}</small>; <small>{{Pb|At|3,1-4,31}}</small><ref>Non sono inseriti tutti i passi biblici relativi alla sequela di Pietro poiché sarebbero troppo numerosi essendo sparsi in tutto il Vangelo.</ref>
| Simon Pietro segue Gesù durante il suo ministero. Passione, morte e
|-
|34-35
| 63-67?
| <small>{{Pb|1Pt|1,1}}</small>
| Pietro scrive la prima lettera ai cristiani del Ponto, della Galazia, Cappadocia, Asia e Bitinia<ref>{{Autore|Michele Mazzeo}}, Pietro roccia della Chiesa,
|-
| 64-67
Ciò che si definisce la [[vocazione#Vocazione nel Nuovo Testamento|vocazione]] degli apostoli pone notevoli problemi agli esegeti. Secondo quanto detto prima, fu in Giudea, nel luogo dove si manifestò il Battista, secondo Giovanni, che andrebbe situata la prima chiamata: due discepoli infatti, sentendo Giovanni Battista indicare Gesù come l'Agnello di Dio, gli si avvicinarono e gli chiesero dove abitasse; quindi passarono la giornata con lui.
Andrea, il fratello di Simone, era uno dei due discepoli e per primo egli avvertì suo fratello: "''Abbiamo trovato il Messia''"<ref>{{Pb|Gv|1,41}}.</ref>
a quanto specifica l'evangelista vuol dire Pietro.
I [[Sinottici]] collocano le prime chiamate in riva al [[Mar di Galilea|mare di Galilea]], detto anche lago di Gennesaret. Gesù conosceva già Simone e per predicare gli chiese di salire sulla sua barca, invitando poi i pescatori a raggiungere il largo e gettare le reti. Sebbene non avessero pescato nulla nel corso di tutta la notte, Simone obbedì con sollecitudine
==== Nel numero dei dodici ====
Pietro risulta dai racconti evangelici come un personaggio spontaneo nelle sue reazioni, impetuoso ma anche disposto a comprendere i propri errori e a imparare.
Nel celebre episodio della ''[[camminata sull'acqua]]'' Pietro corse incontro al Maestro chiedendogli di poter fare lo stesso e imparando a sue spese, sprofondando fra le onde, che per compiere siffatti prodigi è necessaria una fede totale<ref>{{Pb|Mt|14,28-31}}.</ref>.
Egli, fra i dodici, è anche il più ardito nei suoi discorsi
Quando una donna, nella folla, toccò l'orlo del mantello di Gesù nella speranza di essere guarita
Mentre si avvicinavano a [[Gerusalemme]], Pietro interrogò Gesù sul [[fico]] che aveva maledetto e che l'indomani era stato effettivamente trovato seccato fin dalle radici. Gesù si limitò a rispondere: "''Abbiate fede in Dio''". A Gerusalemme fu di nuovo Pietro
Dopo il discorso a Cafarnao sul pane di vita<ref>{{Pb|Gv|6,22-66}} Riferimento giovanneo al successivo episodio dell'Ultima Cena a Gerusalemme, di cui egli è il solo a non parlare.</ref>, a seguito del quale parecchi discepoli abbandonarono il maestro, quando Gesù chiese ai dodici se se ne sarebbero andati anch'essi, come quanti si erano scandalizzati, Pietro rispose a nome di tutti dicendo: "''Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna''"<ref>{{Pb|Gv|6,68}}.</ref>.
{{vedi anche|Trasfigurazione di Gesù}}
I [[Vangeli sinottici]]<ref>{{passo biblico|Mt|17,1-8|Matteo}}; {{passo biblico|Mc|9,2-8|Marco}}; {{passo biblico|Lc|9,28-36|e Luca}}.</ref> raccontano che Gesù si allontanò su un monte con Pietro, [[Giacomo il Maggiore|Giacomo]] e [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]]. Là cambiò aspetto mostrandosi ai tre discepoli con uno straordinario splendore della persona e una stupefacente bianchezza delle vesti
{{quote biblico2|Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia.|Mt|17,4}}
Gesù in primo luogo proclama: "E io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa"<ref>{{Pb|Mt|16,18}}.</ref>. Il termine "''Chiesa''", tanto frequente sotto la penna di Paolo, nei Vangeli non appare che due volte e designa la nuova comunità che Gesù stava per fondare e che egli presenta come una realtà non solo stabile, ma indistruttibile. Essa è "''edificata''" su Simone, che a causa di questo ruolo riceve qui il nome di Pietro.
Gesù indica quindi i poteri conferiti a Simon Pietro: "A te darò le chiavi del Regno dei Cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei Cieli
Il potere di legare e di sciogliere implica il perdono dei peccati<ref>Vedi Bibbia CEI, nota a Mt16,18-19.</ref>
=== Durante la Passione di Gesù ===
Insieme a Giovanni, Pietro è chiamato ai preparativi del pranzo pasquale in cui Gesù istituì l'[[Eucaristia]]. Giovanni e Luca situano in questa occasione l'annuncio del rinnegamento di Pietro<ref>{{Pb|Gv|13,36-38}}; {{Pb|Lc|22,33-34}}.</ref> che invece Matteo e Marco collocano un po' più tardi<ref>{{Pb|Mt|26,33-35}}; {{Pb|Mc|14,29-31}}.</ref>, sulla via del Getsemani. Gesù dichiarò a Simone che Satana cercava in loro la sua preda, ma che egli avrebbe pregato per loro. Gli predisse che avrebbe rinnegato il suo Maestro, ancora prima che il gallo cantasse: la sincerità di Pietro era totale, ma la forza gli sarebbe venuta meno. Nondimeno Gesù l'avrebbe riconfermato nel suo ruolo preminente per il sostegno della fede: "''Tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli''" ({{Pb|Lc|22,32}}).
È nel corso di quest'ultimo pasto che Gesù annunciò il tradimento di uno dei Dodici
Il Vangelo di Giovanni, che non descrive l'istituzione dell'
==== L'arresto di Gesù ====
Ritiratosi nell'orto del Getsemani, Gesù chiese a Pietro, Giovanni e Giacomo di mettersi in disparte con lui per pregare. Essi però, sopraffatti dal sonno e dal vino della cena, caddero addormentati, ricevendo per ben tre volte il rimprovero del maestro che disse loro
Tutti i Vangeli riportano che, al momento dell'arresto di Gesù, uno di quelli che stava con lui tagliò con la spada un orecchio a un servo del sommo sacerdote di nome [[Malco]]<ref>{{pb|Mt|26,51}}; {{pb|Mc|14,47}}; {{pb|Lc|22,50}}; {{pb|Gv|18,10}}.</ref>. Il [[vangelo secondo Giovanni]] identifica l'aggressore in Pietro che subitamente venne rimproverato da Gesù con la celebre frase divenuta proverbiale: "''Chi di spada ferisce di spada perirà!''"<ref>{{Pb|Mt|26,52}}; {{Pb|Lc|22,49}}; {{pb|Gv|18,11}}.</ref>.
==== Il triplice rinnegamento ====
Durante il processo religioso di Gesù, Pietro, seguito secondo Giovanni da un altro discepolo innominato<ref>{{Pb|Gv|18,15}}.</ref> riuscì
Quest'ultimo venne però riconosciuto da una serva (su questo concordano tutti e quattro i Vangeli, Giovanni sottolinea che la donna era la portinaia)<ref>{{Pb|Gv|18,17}}.</ref> che dichiarò davanti a tutti che il nuovo arrivato era uno dei discepoli di Gesù. Il pescatore di Cafarnao, sicuro di essere stato scoperto, giurò davanti a tutti di non conoscerlo. Recatosi nell'atrio dove, come testimoniano Luca e Giovanni, era stato acceso un fuoco dalle guardie e dai servitori del sommo sacerdote, Pietro venne nuovamente riconosciuto, questa volta da un'altra serva, ma negò di nuovo la sua appartenenza al seguito del maestro.
Passata circa un'ora dai due rinnegamenti, Pietro venne nuovamente riconosciuto dalla gente intorno al fuoco, il suo accento
=== Durante le apparizioni del risorto ===
Il Vangelo di Luca e la lettera di San Paolo ai Corinzi sottolineano che per primo Pietro fu favorito da un'apparizione del Cristo risorto<ref>{{Pb|Lc|24,34}}; {{pb|1Cor|15,5}}.</ref>. In seguito anche lui condivise con i compagni le apparizioni nel Cenacolo e sul mare di [[Galilea]].
Secondo il vangelo di Giovanni, Pietro e altri sette apostoli, passato il tempo delle apparizioni del risorto, tornarono sul lago di Tiberiade alle loro mansioni di pescatore<ref>{{Pb|Gv|21,1-3}}. Anche il vangelo apocrifo di Pietro riporta questo particolare, vedi XIV 60.</ref>. Un mattino, dopo una notte passata insonne e senza aver preso nulla, videro un uomo a riva che consigliò loro di gettare le reti dalla parte destra della barca. Seguendo i consigli dello sconosciuto essi presero una moltitudine di pesci, riconoscendo dunque in lui il maestro. Pietro si gettò in mare verso Gesù<ref>{{Pb|Gv|21,7-8}}.</ref>. Quando tutti furono tornati a terra questi li invitò ad arrostire i loro [[pesce|pesci]] e a dividere con lui la [[colazione]]. Dopo aver finito, Gesù si rivolse direttamente a Pietro e tre volte gli domandò: "''Simone di Giovanni mi vuoi bene?".''<ref>{{Pb|Gv|21,15-17}}.</ref>.
La ripetizione sconcertò l'apostolo, il quale insistette, la terza volta, con una toccante umiltà: "''Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene''". La triplice protesta, secondo l'esegesi cristiana, serviva a cancellare il triplice rinnegamento della tragica notte in casa di Caifa<ref>Vedi Bibbia Cei nota a Gv21,15.</ref>. Pietro si sentì quindi predire in parole velate il martirio che lo attendeva in età avanzata<ref>{{Pb|Gv|21,18}}.</ref>. Dopodiché Gesù gli disse: "''Seguimi''" ma l'apostolo vedendo che il discepolo amato seguiva le loro orme, interrogò Gesù sul destino del discepolo prediletto ma la risposta fu alquanto enigmatica<ref>{{Pb|Gv|21,20-22}}.</ref>.
Nel luogo di questa apparizione vi è una cappella in basalto detta "''il Primato di Pietro''", che si erge su di uno scoglio a strapiombo sul lago, accessibile tramite una scala scolpita nella roccia, che scende sino a una caletta. [[Eteria]], una pellegrina proveniente dalla [[Spagna]], che riferisce del suo viaggio nei luoghi santi in una cronaca risalente alla fine del [[IV secolo]], cita "''la scala dove stava il Signore''"
=== Predicazione del Vangelo ===
Il discorso di Pietro, immediatamente successivo alla discesa dello [[Spirito Santo]] sugli apostoli, comincia con una lunga citazione dal [[Libro di Gioele|profeta Gioele]] con cui spiegare alla folla stupefatta il miracolo per il quale i dodici parlavano in tutte le lingue della terra: "''Io effonderò il mio Spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni e i vostri giovani avranno visioni... Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato''".
Pietro applicò al Cristo l'ultima frase della profezia e collegando immediatamente la morte e [[
A questa prima predicazione seguì il primo miracolo dell'apostolo: nel nome di Gesù, Pietro restituì la salute a uno storpio che chiedeva l'[[elemosina]]. Poiché l'evento suscitò un grande concorso di popolo, Pietro da questo segno trasse profitto per annunciare la buona novella dichiarando che era stata la fede in Gesù ed essa sola, ad aver guarito lo zoppo. Anche qui Pietro invitò al pentimento e alla conversione, sottolineando per gli Ebrei che lo ascoltavano che Gesù era il compimento della promessa fatta ad [[Abramo]] e degli oracoli dei profeti. Questa nuova ondata contò circa cinquemila convertiti.
Mentre Pietro parlava al popolo, con Giovanni al suo fianco, fu arrestato dai sacerdoti e dai [[sadducei]]: vennero entrambi gettati in prigione perché era già tardi e sarebbero stati convocati davanti al [[Sinedrio]] solo l'indomani.
Pietro allora, forte della sua fede, proclamò ancora che aveva guarito il paralitico solo nel nome di Gesù. I sinedriti ne furono sconcertati: ritenevano Pietro e Giovanni uomini semplici ma vedendo con quale autorità Pietro sapesse parlare restarono attoniti
==== Dal secondo al terzo arresto ====
Dopo la sosta in Samaria, l'apostolo fece ritorno alla pianura costiera. A [[Lidda]] egli guarì un paralitico, [[Enea (Bibbia)|Enea]]; a [[Giaffa]] Pietro risuscitò una discepola di nome [[Santa Tabita|Tabita]]. I due prodigi guadagnarono alla fede molti abitanti delle due città.
A Giaffa, Pietro abitava presso un conciatore di pelli. Mentre si trovava lì ebbe il privilegio di una visione: vide una grande tovaglia su cui si trovavano in gran quantità alimenti che la Legge di Mosè dichiarava impuri. Pietro venne invitato a mangiarli
Poco dopo Pietro fu chiamato presso un pagano, il centurione [[Cornelio (Bibbia)|Cornelio]], che a sua volta da una visione era stato spinto a convocarlo. E mentre Pietro gli parlava, lo Spirito Santo calò sul centurione e sui suoi compagni, come in una nuova Pentecoste. Era dunque arrivato il momento di far entrare nella comunità dei cristiani anche coloro che non erano circoncisi
Nel frattempo [[Erode Agrippa I]] aveva cominciato una persecuzione contro i cristiani e fatto giustiziare [[Giacomo il Maggiore|Giacomo]], fratello di Giovanni. Essendosi così attirato il favore dei Sinedriti, Erode decise di fare arrestare anche Pietro. Ma nuovamente un angelo gli apparve in carcere
Si recò allora alla casa di Maria, madre di [[San Marco|Marco]], dov'era radunato un certo numero di fedeli in preghiera e costoro stentarono a credere ai loro occhi. Lo stupore e la confusione furono ancora più grandi nel campo di Erode, il quale fece imprigionare i carcerieri, in conformità con l'usanza del tempo per cui le guardie che lasciavano evadere un prigioniero incorrevano nella sua stessa pena.
Fino a quel momento Pietro frequentava i pagani e mangiava con loro ma all'arrivo di alcuni giudei, provenienti da Gerusalemme, per timore si allontanò da loro e si attenne alle prescrizioni mosaiche. Paolo gliene mosse vivo rimprovero poiché questo atteggiamento era contrario al pensiero cristiano. Nonostante tutto va notato l'omaggio che Paolo rende a Pietro come capo del gruppo apostolico.
Gli Atti degli apostoli li collocano insieme a [[Gerusalemme]] al tempo del primo [[concilio di Gerusalemme|concilio]] della giovane Chiesa nel [[49]] circa. La questione del centurione Cornelio non aveva placato gli animi e la posta in gioco era fondamentale: una tradizione più che millenaria insegnava che chi si convertiva alla religione di Jahve doveva subire la circoncisione e seguire in tutto le prescrizioni della Legge. Ad [[Antiochia]], Paolo e [[San Barnaba|Barnaba]], permeati del messaggio di Gesù, professavano invece che era sufficiente credere e ricevere il battesimo per essere salvi. Decise di recarsi a Gerusalemme per trattare la questione con gli apostoli e gli anziani.
Prendendo la parola, Pietro alluse subito alla conversione del centurione Cornelio e sostenuto da [[Giacomo il Minore|Giacomo]] ebbe la meglio: il punto di vista di Paolo venne così approvato e la decisione orientò l'intero avvenire della Chiesa poiché ormai giudei e [[gentili]] avrebbero avuto gli stessi, identici diritti.
Il concilio di Gerusalemme è l'ultima apparizione di Pietro nel libro degli Atti. Egli era il portavoce dei discepoli e la comunità primitiva appare fondata su di lui; ma il prestigio di Giacomo a Gerusalemme andò aumentando
È probabile che l'apostolo Pietro si fosse recato a questo punto ad Antiochia e vi soggiornasse circa sette anni; è infatti considerato il fondatore della Chiesa di Antiochia e il suo primo vescovo.
Quanto agli andirivieni di Pietro, bisogna ormai rifarsi alla tradizione dei padri apostolici, secondo la quale egli trascorse un primo soggiorno di alcuni anni a Roma. È anche possibile che abbia compiuto allora dei viaggi missionari. Probabilmente si recò a [[Corinto]], poiché Paolo vi segnalò "''dei partigiani di Pietro''", accanto ai partigiani di Paolo e di Apollo. La sua prima epistola è indirizzata a cinque Chiese dell'[[Asia Minore]]; si è potuto congetturare perciò che avesse egli stesso evangelizzato tali province romane.
Secondo le Omelie di [[Papa Clemente I|San Clemente]], Pietro, partito da [[Tripoli]], raggiunse Antiochia all'incirca nell'anno [[52]]. Una tradizione molto antica, confermata anche da Girolamo,<ref>{{Autore|Girolamo}}, ''De viris Illustribus'', I.</ref> vede nell'apostolo il primo vescovo della città, tanto che già nei primi secoli la Chiesa romana celebra il [[22 febbraio]] la festa della Cattedra di San Pietro, la cui denominazione completa era appunto: ''Natalis cathedrae sancti Petri apostoli qua sedit apud Antiochiam''.<ref>{{Autore|Dag Tessore}}, ''San Pietro'', Città Nuova, cap.X
==== Pietro a Roma ====
Secondo la tradizione cristiana, Pietro finì i suoi giorni a [[Roma]],<ref>Sulla questione se Pietro fosse giunto o meno a Roma, vedi il paragrafo "''Testimonianze sulla morte di Pietro''".</ref> crocifisso a testa in giù sotto [[Nerone]], benché l'autenticità di tale evento sia ancora oggi fonte di grande dibattito fra gli studiosi della [[Bibbia]]. Unico documento che ci riferisce gli avvenimenti succedutisi dall'arrivo di Pietro nella città eterna fino al suo martirio sono dei testi apocrifi, denominati "[[Atti di Pietro]]", di contenuto abbastanza favolistico e senza dubbio poco fedeli alla realtà, simbolo comunque di una devozione molto antica che vedeva in Pietro il padre evangelizzatore della città eterna.
È improbabile che Pietro vi sia giunto nel [[42]], essendosi recato a Gerusalemme per il concilio. Secondo [[Lattanzio]] Pietro andò a Roma quando già [[Nerone]] era salito al trono,<ref>{{Autore|Lattanzio}}, ''De mortibus persecutorum'', II.</ref> dunque dal [[54]] in poi. Quel che stupisce inoltre è la mancanza di riferimenti a Pietro negli atti degli apostoli, che narrano anche la permanenza di Paolo a Roma
Antiche tradizioni lo fanno ospite a casa del senatore [[Pudente]] (sulla quale oggi sorge la chiesa di [[Santa Pudenziana]], dove è conservata la tavola dove l'apostolo avrebbe celebrato l'[[eucaristia]]) e della casa, sull'[[Aventino]], di [[Santi Aquila e Priscilla|Aquila e Priscilla]] (la chiesa di [[Santa Prisca]] è stata edificata sui resti della loro casa). Anche l'attuale [[Basilica di San Sebastiano fuori le mura|basilica di San Sebastiano]] fu venerata da tempi antichissimi come ''Domus Petri''
A Roma ebbe fine, secondo antiche tradizioni, lo scontro fra Pietro e il mago Simone di cui parlano anche [[Eusebio di Cesarea]] e [[Giustino di Nablus|Giustino]]. Secondo la loro testimonianza questi era giunto a Roma al tempo di [[Claudio]]
Secondo antiche tradizione, Pietro venne arrestato a seguito della persecuzione neroniana e rinchiuso, insieme a Paolo, all'interno del [[Carcere Mamertino]] (dove poi sorse la chiesa di "[[San Pietro in Carcere]]") dove i due carcerieri, destinati a diventare i [[Processo e Martiniano|santi Processo e Martiniano]], vedendo i miracoli operati dai due apostoli, chiesero il battesimo. Allora Pietro, facendo un segno di croce verso la [[Rupe Tarpea]], riuscì a farne scaturire dell'acqua e con essa battezzò i due carcerieri che subito dopo aprirono loro le porte per invitarli alla fuga, venendo però scoperti e giustiziati.
Questa sembra però essere una leggenda infondata perché il carcere Mamertino era destinanto a prigionieri che si dovevano custodire con attenzione (basti pensare a [[Giugurta]] e [[Vercingetorige]]) e non di certo a un uomo come l'apostolo, uno dei tanti immigrati nella capitale dell'Impero, almeno che [[Nerone]] non lo ritenesse talmente pericoloso da scatenare una rivolta fra i cristiani. Benché non esistano prove certe della permanenza dei due nel carcere, la tradizione è comunque molto antica e la trasformazione del carcere in chiesa si fa risalire al [[IV secolo]] per volere di papa [[Silvestro I]].
Fuggito dal carcere, Pietro si diresse verso la via Appia, ferito per la stretta delle catene. Nei pressi delle [[terme di Caracalla]] avrebbe perso la fascia che gli stringeva una gamba, oggi custodita nella [[Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo|chiesa dei santi Nereo e Achilleo]], detta appunto "in fasciola".<ref>{{Autore|Dag Tessore}}, San Pietro, cap.XVI
Catturato nuovamente dai soldati dell'imperatore venne crocifisso, secondo un'antica tradizione, trasmessaci da Girolamo, [[Tertulliano]], Eusebio e [[Origene]], a testa in giù per sua stessa richiesta fra il [[64]], anno della persecuzione anti-cristiana di Nerone
Un punto abbastanza controverso fu poi la questione se Pietro e Paolo fossero stati martirizzati nello stesso giorno e nello stesso anno. Il [[Martirologio Romano]], i [[Sinassari]] delle Chiese orientali, nonché il [[Decretum Gelasianum]] del [[V secolo]] affermano: «Non in un giorno diverso, come vanno blaterando gli eretici, ma nello stesso tempo e nello stesso giorno Paolo fu con Pietro coronato di morte gloriosa nella città di Roma sotto l'imperatore Nerone».<ref>''Decretum Gelasianum'' DS 350.</ref>
=== Testimonianze sulla morte di Pietro ===
{{quote biblico2|Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio|Giovanni|21,19}}
Si può supporre quindi che l'evangelista,
==== Lettera di Pietro ====
{{quote|Per invidia e per gelosia i più validi e i più importanti pilastri [della Chiesa] hanno sofferto la persecuzione e sono stati sfidati fino alla morte. Volgiamo il nostro sguardo ai santi Apostoli... San Pietro, che a causa di un'ingiusta invidia, soffrì non una o due, ma numerose sofferenze, e, dopo aver testimoniato con il martirio, assurse alla gloria che aveva meritato|Clemente di Roma, ''lettera ai Corinzi'', v}}
Sono poi menzionati Paolo
==== Lettera di Ignazio ====
Il vescovo [[Dioniso di Corinto]], nella sua lettera alla chiesa romana durante il pontificato di [[papa Sotero]] ([[165]]-[[174]]) scrive che:
{{quote|Dovete quindi, con la vostra più vivida esortazione, riunire insieme i prodotti della semina di Pietro e di Paolo a Roma
==== Testimonianza di Ireneo ====
[[Ireneo di Lione]], che trascorse del tempo a Roma poco dopo la metà del [[II secolo]] prima di recarsi a [[Lione]], descrive la chiesa di Roma come
{{quote|la più grande
Cita quindi la nota attività apostolica di Pietro e Paolo a Roma per usarla come prova della tradizione.
== Girolamo: De viris illustribus ==
[[Sofronio Eusebio Girolamo]] (san Girolamo), nel suo libro [[De viris illustribus (Girolamo)|De viris illustribus]], descrive le vite e le opere di tutti coloro che hanno scritto a proposito del cristianesimo (anche "eretici", ebrei e "pagani") da Pietro a suoi giorni, con l'intento apologetico di mostrare il valore anche letterario del cristianesimo. Essendo della fine del [[IV secolo]] si basò su fonti più antiche, soprattutto [[Eusebio di Cesarea]]. A proposito di Pietro scrisse:
{{quote|Simon Pietro, figlio di Giovanni, dal villaggio di Betsaida nella provincia di Galilea, fratello di [[Andrea apostolo]], ed egli stesso capo degli apostoli, dopo essere stato vescovo della [[Patriarcato di Antiochia|Chiesa di Antiochia]]
== Apocrifi e leggende successive ==
Secondo le ''Omelie di san Clemente'' Pietro ebbe più d'una volta discussioni pubbliche col mago Simone di Samaria, che insegnava dottrine spiritualiste mescolate con la mitologia greca e compiva stupefacenti prodigi con i quali conquistava l'attenzione della folla<ref>''Clementinae'', I, 15.</ref>. A Cesarea, in uno di questi scontri, il mago, ostacolato dalle predicazioni dell'apostolo, preferì fuggire a [[Tiro (città)|Tiro]].
Pietro lo seguì, così da confermare nella fede i cristiani ingannati dal falso profeta
=== Gli Atti apocrifi di Pietro ===
==== Domine, quo vadis? ====
Gli Atti di Pietro, dopo aver narrato la tragica fine di Simon Mago, continuano raccontando come, a seguito dello scontro, l'apostolo fosse riuscito a conquistarsi molti proseliti che decisero di convertirsi al cristianesimo e farsi battezzare. Fra i [[Catecumeno|catecumeni]] vi erano parecchie donne, fra le quali spiccavano Santippe, moglie del nobile Albino
Agrippa e gli altri mariti, decisi a ricondurre nei propri talami le mogli, ordirono una congiura contro Pietro che, avvertito da Santippe, preferì fuggire piuttosto che essere ucciso. Durante la fuga, mentre si trovava sulla [[via Appia]], gli venne incontro Gesù, portando con sé la sua croce. Quando l'apostolo chiese al maestro: "''[[Quo vadis? (locuzione)|Domine, quo vadis]]?''" (Signore, dove vai?), questi rispose: "Vado a [[Roma]] per farmi crocifiggere un'altra volta". Sicuro che ormai la sua ora era segnata, Pietro preferì tornare a Roma per esservi crocifisso al posto del maestro.
Ancora oggi lungo la Via Appia, nei pressi delle [[catacombe di San Callisto]], si trova oggi la piccola [[chiesa del "Domine quo vadis"]], che ricorda l'evento, visitata nel [[1983]] da [[Giovanni Paolo II]], il quale definì il luogo di "''speciale importanza nella storia di Roma e nella storia della Chiesa''".<ref>{{Autore|Claudio Damioli}}, ''Pietro a Roma'' tratto da ''Il Timone'', anno 2 (2000) [[marzo]]/aprile, n. 6, p. 20-21.</ref>
Benché non vi sia nulla di improbabile nel pensare che l'apostolo avesse deciso di fuggire via da Roma prima del martirio, è senza dubbio frutto di tradizione leggendaria il racconto di Santippe e della congiura dei mariti poiché è ben noto agli studiosi che, se Pietro morì realmente a Roma, fu vittima delle persecuzioni anti-cristiane volute da [[Nerone]] e non di certo di un complotto voluto da amanti smaniosi.
Secondo l'apocrifo "''la Dormizione della Santa Madre di Dio''" attribuita all'apostolo Giovanni, Pietro, insieme agli altri apostoli, venne condotto per volere divino dal luogo dove egli si trovava fino a Gerusalemme per dare l'ultimo saluto a [[Maria madre di Gesù|Maria, madre di Gesù]], che voleva incontrare per l'ultima volta gli apostoli del figlio.
Secondo la leggenda Pietro venne sollevato da una nuvola mentre predicava a Roma<ref>Apocrifo della "''Dormizione della Santa madre di Dio''" XII.</ref> e condotto in poco tempo a Gerusalemme, ritrovandosi subito al capezzale della Vergine, la cui salma egli baciò, insieme a Giovanni e Paolo
== Opere attribuite a Pietro ==
Il [[Nuovo Testamento]] comprende due lettere tradizionalmente attribuite a Pietro: la [[prima lettera di Pietro]] e la [[seconda lettera di Pietro]]. Basandosi sulla buona qualità del greco
C'è chi ipotizza anche che essa sia una rifacitura della [[lettera di Giuda]], anch'essa [[canone della Bibbia|canonica]].
* per le [[Chiese protestanti]] il primato era valido per la sola persona di Pietro ed è decaduto con la morte dell'apostolo.
La Chiesa cattolica Romana, che quale punto di riferimento e sede papale la basilica dedicata proprio all'apostolo Pietro, in suo onore dell'apostolo celebra ogni anno ben quattro feste. Il [[18 gennaio]] e il [[22 febbraio]] viene ricordata la fondazione delle due sedi episcopali di Roma e di [[Antiochia]] (quest'ultima fu, secondo la tradizione, sotto la sua autorità per sette anni circa), il [[1
Il [[29 giugno]] viene infine commemorato il martirio del santo. In realtà il [[29 giugno]] è il più antico esempio della trasfigurazione a Roma di una festa pagana in cristiana, in quel giorno infatti si celebrava la festa di [[Romolo e Remo]] che i cristiani trasformarono nella solennità dei due apostoli, quali fondatori di una "''nuova Roma''", quella cristiana appunto.
La sera del [[28 giugno]] si ha la benedizione dei [[pallio|palli]] da parte del [[papa|pontefice]]. Il mattino seguente, al cancello centrale della basilica Vaticana viene appesa la "''[[nassa]] del pescatore''", a ricordare l'umile mestiere di Pietro. Contemporaneamente, nella [[Basilica di San Giovanni in Laterano|basilica Lateranense]] si assiste all'ostensione dei reliquiari contenenti le teste di San Pietro e di [[San Paolo]]. Nella chiesa di San Pietro in Carcere, dopo una celebrazione sacra, si può compiere la visita alla prigione dove l'apostolo venne rinchiuso dopo l'arresto. In [[Italia]], il [[29 giugno]], giorno di San Pietro e [[Paolo di Tarso|Paolo]], fino al [[1976]], era giorno festivo ed è stata abrogata tale festività nel [[marzo]] [[1977]]. In [[Canton Ticino|Ticino]] è ancora attualmente giorno di festa.
==== Luoghi di culto ====
la [[basilica di San Pietro in Vincoli]] dove si conservano le catene con le quali Pietro sarebbe stato incatenato nella sua prigionia nel [[Carcere Mamertino]] (il nome "''in vincoli''" deriva appunto dal latino ''in vinculis'', "in catene").
Alquanto fantastica è la storia di queste catene, che simboleggiano la continuità dell'azione esercitata da San Pietro a Gerusalemme e poi a Roma
Altri luoghi a lui dedicati sono ancora la chiesa di S. Pietro in Carcere, l'ex carcere Mamertino, dove è tuttora visitabile la cella dove l'apostolo venne rinchiuso poco prima della morte, la [[Chiesa di San Pietro in Montorio]] dove, secondo la tradizione, egli venne crocifisso.
Varie città, paesi e regioni considerano Pietro loro patrono, tra cui:
* in [[Italia]]: [[Roma]], [[Assemini]] ([[Provincia di Cagliari|Ca]])
* negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]: [[Jackson, Mississippi]], [[Scranton, Pennsylvania]], [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Las Vegas]], [[Marquette]], [[Michigan]].
=== Tradizione protestante ===
Secondo la tradizione protestante, Pietro fu sì uno fra gli apostoli più importanti nella direzione della prima comunità cristiana ma a lui non spettava alcun primato, difatti non riguardo
Le [[Chiesa evangelica|chiese evangelico-protestanti]] concordano nel ritenere Pietro il capo dei dodici apostoli, ma il suo primato deriverebbe non tanto dalla sua persona, che dai vangeli risulta piuttosto instabile, ma dalla sua professione di fede. Difatti non ignorano che negli Atti degli apostoli il santo abbia un particolare primato all'interno della comunità, ma lo ritengono soltanto uno fra i maggiori fautori della diffusione del cristianesimo, non la "roccia della Chiesa".
=== Tradizione Mormone ===
La chiesa dei Santi degli ultimi giorni, o chiesa mormone, infine ritiene sì che Pietro sia il primo capo della Chiesa ma rifiuta anch'essa la successione papale. Secondo la loro tradizione, Pietro, insieme a Giovanni e Giacomo scese dal paradiso e diede le chiavi del sacerdozio di [[Melchisedec]] a [[Joseph Smith]] e [[Oliver Cowdery]] nel [[1829]], a Susquehanna County, in [[Pennsylvania]]<ref>Doctrine & Covenants 27:
=== Tradizione ortodossa ===
La [[Chiesa Ortodossa]] definisce Pietro come "l'apostolo per eccellenza", utilizzando inoltre anche il titolo di ''Corifeo'', cioè direttore d'orchestra, prima voce di un coro<ref>{{Autore|John Meyendorff}}, et al. (1963), Il primato di Pietro nella Chiesa Ortodossa, Crestwood NY, ISBN 978-0-88141-125-6.</ref>. Viene riconosciuto il suo ruolo fondamentale nella vita della prima Chiesa, specialmente nei primi anni a Gerusalemme, ma non viene considerato il suo un "primato" fra gli altri apostoli, secondo gli Ortodossi infatti Pietro non è supremo responsabile nelle questioni relative alla fede o alla morale
Riguardo poi alla frase pronunciata da Gesù: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa", gli Ortodossi credono che il nazareno si riferisse alla sua professione di fede e non tanto alla persona stessa di Pietro. Presumono ciò dal fatto che l'originale greco utilizza il pronome dimostrativo femminile quando viene detto "su questa pietra", mentre correttamente, se fosse stato riferito a Pietro, avrebbe usato il genere maschile<ref>''The Orthodox New Testament, Vol. I: The Holy Gospels'' (1999)
I Padri della [[Chiesa ortodossa siriaca]] erano invece pienamente convinti del primato di Pietro all'interno della primitiva comunità cristiana<ref>Primato di San Pietro, [http://www.syrianchurch.org/Articles/PrimacyofStPeter.htm].</ref>, basandosi sulla tradizione rabbinica infatti essi vedevano nel nome "Kefa"
Afrahat, uno fra i maggiori Padri siriani, credeva perfino che quello fosse un altro nome di Gesù e dunque, secondo i suoi scritti, dando il suo nome all'apostolo egli lo investiva di un ufficio tutto particolare: come [[Mosè]] aveva tratto acqua dalle rocce, così da Pietro sarebbe scaturito il suo messaggio fra le nazioni.
=== Iconografia petrina ===
La più antica rappresentazione esistente<ref>Vedi la sezione VI (''Representations of St. Peter'') in {{Catholic Encyclopedia|Johann Peter Kirsch|St. Peter, Prince of the Apostles|http://www.newadvent.org/cathen/11744a.htm}}.</ref> è un [[medaglione]] di [[bronzo]] con la raffigurazione delle teste degli apostoli, datato tra la fine del [[II secolo]] e l'inizio del [[III secolo|III]], conservato nel museo della [[Biblioteca Apostolica Vaticana]]: Pietro mostra una testa arrotondata con il [[mento]] prominente, la [[fronte (anatomia)|fronte]] sfuggente, i [[capelli]] spessi e ricci e la [[barba]]. Queste caratteristiche sono così individuali che fanno pensare
Questo tipo di iconografia è stata rinvenuta anche in altre due rappresentazioni petrine in una camera della [[Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro|catacomba di Pietro e Marcellino]], della seconda metà del [[III secolo]]<ref>{{Autore|Joseph Wilpert}}, ''Die Malerein der Katakomben Rom'', pagina 94 e 96.</ref>.
Nei dipinti della [[catacomba]], Pietro e Paolo appaiono frequentemente come intercessori e protettori dei defunti nelle rappresentazioni del [[giudizio finale]]<ref>{{Autore|Joseph Wilpert}}, op. cit., pagina 390 e seguenti.</ref> e nell'atto di accompagnare una figura di defunto in preghiera nel [[paradiso]].
Nelle numerosi rappresentazioni di Cristo insieme agli Apostoli che compaiono nei dipinti delle catacombe e nei sarcofagi, Pietro e Paolo occupano sempre i posti d'onore alla destra
Nei mosaici delle basiliche romane, datati tra il [[IV secolo|IV]]
In sarcofagi
Nel periodo tra il IV
In alcuni carvins del [[IV secolo]] Pietro porta spesso un bastone nella sua mano
Nelle rappresentazioni dei sarcofagi del [[V secolo]] Gesù presenta a Pietro le chiavi (solitamente due, talvolta tre) invece della pergamena, dalla fine del [[VI secolo]] la rappresentazione con le chiavi diventa prevalente e queste diventano un caratteristico simbolo di Pietro.<ref>{{Autore|Hartmann Grisar}}, ''Analecta romana'', I, Roma, 1899, pagina 627 e seguenti.</ref>
Dal
Dal
Uno dei primi cicli pittorici sulla vita di San Pietro era quello che si trovava nell'antica basilica vaticana, che venne in seguito distrutta e ricostruita nuovamente. È però quello di [[Masolino]] e [[Masaccio]] il ciclo pittorico più importante, nella [[cappella Brancacci]] in [[Santa Maria del Carmine]] a [[Firenze]] (alla cui realizzazione contribuì anche [[Filippo Lippi]]), con le seguenti scene: ''[[Predicazione di san Pietro]], ''[[Guarigione del paralitico e risurrezione della cristiana Tabita]], ''[[Pagamento del tributo]]'', ''[[Battesimo dei neofiti]]'', ''[[Pietro guarisce i malati con la sua ombra]]'', ''[[Distribuzione delle elemosine e morte di Anania]]'', ''[[
[[Raffaello]], nei suoi arazzi per la [[cappella Sistina]] ([[1524]] circa) non attinge gli episodi dipinti da testi apocrifi, così come avevano fatto Masolino e Masaccio, ma bensì dagli scritti evangelici: la pesca e la vocazione di Pietro, la consegna delle chiavi, la guarigione dello storpio e la morte di Anania.
Le tre scene più importanti della vita di Pietro trovano però il loro massimo splendore pittorico in tre raffigurazioni conservate nel Vaticano. Nella parete longitudinale della cappella Sistina, il [[Perugino]] raffigurò la consegna delle chiavi con un Cristo in primo piano che consegna a Pietro in ginocchio la ''potestas'' pontifica di legare e sciogliere nella forma di due chiavi. Ai due lati dell'evento principale, apostoli e altri personaggi presenti, formano due cortei. Dietro sono dipinte le scene del rinvenimento della moneta e del tentativo di lapidazione di Gesù sullo sfondo del tempio di Gerusalemme a struttura rinascimentale e dell'arco di trionfo di [[Costantino]].
Raffaello descrive invece la liberazione di Pietro dalla prigione di Erode nella stanza di [[Eliodoro]] ([[1511]]-[[1514]]), delineando in questa scena notturna, con drammatici effetti di luce, lo scioglimento delle catene da parte dell'angelo, che accompagna Pietro oltre i soldati dormienti su per la scala, mentre dall'altro lato alcuni soldati coprono la fuga. In connessione con altri affreschi della stanza di Eliodoro, la scena è interpretata come simbolo della liberazione della chiesa
Nella cappella paolina infine, [[Michelangelo]] dipinge l'affresco ''[[Crocifissione di San Pietro (Michelangelo)|La crocifissione di Pietro]]'', contrapposta alla conversione di Paolo: in mezzo a una folla multicolore viene issata la croce, posta diagonalmente, con Pietro già crocifisso ma ancora vivo. La raffigurazione del luogo dell'evento, ai margini di un abisso, nonché la presenza di molti soldati a cavallo e armati, accentua l'impressione di crudeltà e brutalità.
=== Cinematografia ===
Pietro, essendo figura predominante nella narrazione evangelica, appare in tutti i film o le fiction televisive che raccontanto la vita e la [[morte di Gesù]], fra i quali si possono ricordare:
* ''[[Il re dei re (film 1961)|Il Re dei re]]'' ([[1961]]) di [[Nicholas Ray]]
|precedente=''nessuno''
|successivo=[[Evodio]]
|periodo = [[37]]-
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{{Papi|precedente=''nessuno''|successivo=[[Lino]]}}
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