Fede: differenze tra le versioni

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[[File:USA NewYork MetMu J.Vermeer AllegoriaFede 1670ca.jpg|right|350px|thumb|{{autore|Jan Vermeer}}, ''Allegoria della Fede'' ([[1670]] ca.), olio su tela; [[New York]] (USA), Metropolitan Museum]]
 
{{quote iniziale|La fede è fondamento di ciò che si [[speranza|spera]] e prova di ciò che non si [[vista|vede]].|{{pb|Eb|11,1}}||La fede è la [[virtù teologale]] per la quale noi crediamo in [[Dio]] e a tutto ciò che egli ci ha [[parola di Dio|detto]] e [[rivelazione|rivelato]], e che la [[Chiesa]] ci propone da credere, perché egli è la stessa [[verità]]. Con la fede "l'[[uomo]] si [[abbandono|abbandona]] tutto a Dio [[libertà|liberamente]]"<ref>''[[Dei Verbum]]'', 5.</ref>. Per questo il credente cerca di [[conoscenza di Dio|conoscere]] e di fare la [[volontà di Dio]]. "Il [[giusto]] vivrà mediante la fede" ({{pb|Rm|1,17}}). La fede viva "[[opere|opera]] per mezzo della [[carità]]" ({{pb|Gal|5,6}}).|''[[Catechismo della Chiesa Cattolica]]'', n. [http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s1c1a7_it.htm 1814]}}
 
Con '''fede''', nella [[tradizione]] [[Cattolicesimo|cattolica]], si intendono due aspetti distinti ma correlati:
* La fede in quanto atto, la fede soggettiva, nella [[tradizione]] [[teologia|teologica]] [[lingua latina|latina]] detta ''fides qua'', "fede con la quale si crede". È la risposta della persona alla [[rivelazione]] di [[Dio]], con tutte le sue facoltà ([[ragione]], [[sentimento]], [[volontà]]). In tal senso, ogni [[uomo]] avverte nel suo intimo che Dio lo chiama a sé ("rivelazione naturale"), e questa chiamata diventa esplicita nella rivelazione in senso proprio, che comprende [[scrittura]], [[tradizione]] e [[magistero]]. L'uomo è chiamato ada aderire alla rivelazione con la propria esistenza, tramite l'adesione intellettuale a [[verità]] di fede ([[dogmi]]), con sentimenti di pia [[devozione]], con fattive volontà di impegno e carità;
* La fede come contenuto, cioè la fede oggettiva, o ''fides quae'', "fede che si crede". È l'insieme delle [[verità]] (o dottrina) presentate dalla [[rivelazione]]: [[dogma|dogmi]] come l'[[esistenza di Dio|esistenza]] e la [[Trinità]] di [[Dio]], la [[creazione]], l'[[incarnazione]], ecc. Tali verità non possono essere colte in maniera immediata dallo [[spirito]] umano a causa della sua condizione limitata, e travalicano la sua facoltà razionale ("misteri della fede"). Fede e ragione però non sono in contrasto ma, quando procedono correttamente e senza ideologie e fondamentalismi, esiste tra esse un rapporto di complementarietàcomplementarità.
 
In senso [[teologia|teologico]] la fede è l'[[opzione fondamentale]] con cui l'uomo, sorretto dalla [[grazia]] e dalla [[fiducia]] nella [[potenza di Dio]] operante in [[Gesù Cristo]], [[risposta|risponde]] all'iniziativa di [[salvezza]] di [[Dio]] che si rivela e lo [[professione di fede|professa]] in sintonia con la [[Chiesa]]<ref name="Beinert282">{{autore|[[Wolfgang Beinert]]}} ([[1990]]) 282.</ref>. È un'adesione assoluta fondata su una intrinseca sicurezza.
{| {{prettytable}}
|- style="text-align: center; font-size: 80%; font-style:italic;"
! linguaLingua
! verboVerbo
! Significato
! significato
|-
! rowspanRowspan = "4" | [[Lingua ebraica|ebraico]]
| ''aman''
| "essere solido, affidabile, collaudato"
| "[[perseveranza|perseverare]]", "avere [[pazienza]]"
|-
! rowspanRowspan = "3" | [[Lingua greca|greco]]
| ''pistéuein''
| "confidare"
=== Nell'antichità ===
 
È [[Sant'Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] ada introdurre<ref>''[[De Trinitate]]'' 13, 2, 5.</ref> una importantissima distinzione, divenuta classica nella [[teologia]]. La fede si può intendere in due sensi:
* come ''[[fides qua]]'' ("fede con cui", sottinteso "si crede"), o fede ''soggettiva'', cioè l'atteggiamento interiore del credente nei confronti di [[Dio]] che si [[rivelazione|rivela]];
* come ''[[fides quae]]'' ("fede che", sottinteso, "si crede"), o fede ''oggettiva'', cioè le [[verità]] rivelate da Dio e credute per fede.
=== Nel Medioevo ===
 
Il Medioevo vede un cambiamento di registro. In conformità al modello teoretico istruttivo della [[rivelazione]], la fede viene concepita come adesione ("ritenere per vero") alle [[verità]] proclamate [[autorità|autoritativamente]] dal [[magistero]] ecclesiastico<ref name="Beinert283" />. Essa diventa così un tema della [[ragione]]<ref>Cfr. il titolo del ''[[Proslogion]]'' di [[Sant'Anselmo d'Aosta]]: ''fides quaerens intellectum'', "la fede alla ricerca della comprensione intellettuale".</ref>, la quale è in grado di fornire motivazioni ada essa necessarie<ref>{{autore|[[Sant'Anselmo d'Aosta|Anselmo d'Aosta]]}}, ''[[Monologhion]]'', prologo; {{autore|''Id.''}}, ''[[Cur Deus homo]]'', prefazione.</ref>.
 
La [[Scolastica]] sottolinea l'aspetto razionale della fede, mentre la [[teologia]] [[monachesimo|monastica]] e, poi, quella [[francescani|francescana]] ([[San Bonaventura]]) ne mettono in rilievo l'elemento [[psicologia|psicologico]]-[[affetto|affettivo]]. [[San Tommaso d'Aquino]] tenta la sintesi: per lui la fede è un assenso speculativo-intellettuale alle verità rivelate, assenso operato dalla [[volontà]].
 
=== Riforma e Controriforma ===
[[File:Triumph of Faith over Idolatry Theodon.jpg|right|250px|thumb|{{autore|Jean-Baptiste Théudon}}, ''Trionfo della Fede sull'idolatria'' ([[1695]] - [[1699]]), marmo; [[Roma]], [[Chiesa del Gesù (Roma)|Chiesa del Gesù]]]]
 
[[Lutero]] († [[1546]]), in [[polemica]] con la presunta [[giustizia]] delle [[opere]] della [[Chiesa antica]], esalta il carattere di [[grazia]] della fede, la quale è per lui un evento operato dallo [[Spirito Santo|Spirito]] e coinvolgente tutto l'[[uomo]]; in questo evento l'uomo è [[giustificazione|giustificato]] senza aver prima dato alcun contributo da parte sua<ref name="Beinert284">{{autore|[[Wolfgang Beinert]]}} ([[1990]]) 284.</ref>. Da parte di Dio la fede è totalmente grazia; da parte dell'uomo è "[[fiducia]] viva nella grazia di [[Dio]]"<ref>''[[Formula Concordiae]]'' ([[1528]]/-[[1529]]), Dichiarazione di Solidarietà, IV.</ref>, pura fiducia. La ''fides quae'' passa decisamente in secondo piano. Tuttavia [[Melantone]] († [[1560]]) e l'[[ortodossia]] [[veteroprotestantesimo|veteroprotestante]] ammisero una certa cooperazione umana.
 
Contro i [[riforma|riformatori]] [[protestantesimo|protestanti]] il [[Concilio di Trento]] dichiarò la fede parte costitutiva integrante - e quindi necessaria per salvarsi - della giustificazione, e ne parlò soprattutto come un atto di assenso dell'[[intelletto]]<ref>''[[DS]]'' 1528-1534; 1561-1564.</ref>.
 
=== Gli ultimi secoli ===
 
Nel [[XIX secolo]] si discute soprattutto del rapporto tra fede e sapere, e si sviluppa una polemica tra due posizioni estremistiche della concezione [[Chiesa Cattolica|cattolica]]:
* il [[razionalismo]] ([[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]], † [[1831]]) dissolve la fede in sapere;
* il [[fideismo]] ([[Hugues Felicité Robert de Lamennais|Lamennais]], † [[1854]], [[Augustin Bonnetty|Bonnetty]], † [[1879]]) respinge qualsiasi razionalità a favore di un'intuizione non razionale e di un'esperienza interiore.
Il [[Concilio Vaticano I]] confermò la concezione teoretico-istruttiva della fede come accettazione dell'[[autorità]] di Dio che si rivela, accettazione operata dallo [[Spirito Santo]] e sostenuta da [[segno|segni]] esteriori come [[miracolo|miracoli]] e [[profezia|profezie]]<ref>''[[DS]]''3oo8-3o2o;3o21-3o36.</ref>.
 
In connessione con l'elaborazione di un modello teoretico [[comunicazione|comunicativo]] della [[rivelazione]], si assiste a un rinnovamento del concetto di fede, ada opera del beato [[John Henry Newman|Newman]] († [[1890]]), [[Maurice Blondel|Blondel]] († [[1949]]), [[Lucien Laberthonnière|Laberthonnière]] († [[1932]]): la fede è vista da essi come [[risposta]] radicale all'[[amore]] di [[Dio]].
 
Un problema di particolare importanza viene trattato sotto il titolo [[lingua latina|latino]] di ''analysis fidei'' ("analisi della fede"): come possiamo legittimare la certezza della fede? seSe essa poggia sulla pura autorità di Dio non è più razionale, se poggia su una precedente conoscenza dei contenuti della rivelazione non è più libera.
 
Il [[Concilio Vaticano II]] ha presentato la fede come affidamento totale di se stessi a Dio, affidamento operato nella [[luce]] dello [[Spirito Santo]]:
 
{{quote|A Dio che [[rivelazione|rivela]] è dovuta "l'[[obbedienza]] della fede" ({{pb|Rm|16,26}}; cfr. {{pb|Rm|1,5}}; {{pb|2Cor|10,5-6}}), con la quale l'uomo gli si abbandona tutt'intero e liberamente prestandogli "il pieno ossequio dell'[[intelletto]] e della [[volontà]]"<ref>[[Concilio Vaticano I]], [[Costituzione dogmatica]] sulla fede cattolica ''[[Dei Filius]]'', cap. 3: ''[[DS]]'' 3008.</ref> e assentendo volontariamente alla Rivelazione che egli fa. Perché si possa prestare questa fede, sono necessari la [[grazia]] di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il [[cuore]] e lo rivolga a [[Dio]], apra gli [[occhi]] dello [[spirito]] e dia "a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità"<ref>[[II Sinodo di Orange]], can. 7: ''DS'' 377; Concilio Vaticano I, ''l.c.'': ''DS'' 3010.</ref>. Affinché poi l'intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo [[perfezione|perfeziona]] continuamente la fede per mezzo dei suoi [[doni dello Spirito Santo|doni]].|''[[Dei Verbum]]'', n. 5}}
* un atto reso possibile dalla ''[[grazia]]'' di Dio, in quanto nella fede Dio [[dono|dona]] all'[[uomo]] la [[salvezza]];
* un atto con una struttura ''[[Trinità|trinitaria]]'': il [[Dio Padre|Padre]] è iniziatore e autore della fede, il [[Figlio di Dio|Figlio]] è il vertice della rivelazione e quindi il motivo principale della fede, lo [[Spirito Santo]] in quanto [[Paraclito]] è operatore della fede cristiana;
* un atto ''[[persona|personale]]'' e complessivo, che porta l'uomo a conoscere in maniera nuova e con [[amore]] Dio stesso, il [[prossimo]], la storia e l'[[universo]], e gli fa così sperimentare un senso [[liberazione|liberatore]], al di là di ogni conoscenza nata dall'[[esperienza]];
* un atto ''unitario'', perché in tutte le sue forme e articolazioni esso è sempre riferito a Dio;
* un atto che ''integra il sapere'', in quanto conduce il sapere, al di là delle leggi impostegli, a incontrare il fondamento [[trascendenza|trascendentale]] del [[mondo]]; in tal senso la fede è un'offerta di senso alla [[ragione]] esistenziale e porta il sapere a completezza;
Nel suo aspetto di ''fides quae'', cioè in relazione ai contenuti che vengono creduti, la fede diventa oggettiva nelle proposizioni e nelle formule di fede. Sotto questo aspetto la fede comprende i seguenti aspetti:
* è la [[professione di fede|professione]] delle affermazioni materiali della [[rivelazione]];
* ha una valenza ''[[Chiesa|ecclesiale]]'', in quanto la rivelazione è sempre in rapporto con la [[comunità]], e avviene perciò nella comunità concreta della [[Chiesa]], che è la comunità di tutti coloro che vivono la fede;
* è soggetta alla ''regolamentazione del linguaggio'', perché l'unità della comunità può essere articolata solo con un linguaggio comune;
* è oggetto di studio della ''teologia''; la [[teologia]] occupa una posizione mediana tra rivelazione e fede, analizzando motivi, interessi, condizioni storiche e strutture di pensiero delle enunciazioni di fede, e cercando allo stesso tempo di tradurle, se necessario, in nuovi modelli, al fine di una maggiore comprensibilità.
 
== I peccati contro la fede ==
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[[Categoria:Voci relazionate all'Anno della Fede 2012-2013]]

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