Chiesa di San Pietro in Scotto (Forlì)
Chiesa di San Pietro in Scotto (Forlì) | |
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Stato | Italia |
Regione | Emilia Romagna |
Provincia | Forlì-Cesena |
Comune | Forlì |
Diocesi | Forlì-Bertinoro |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Chiesa |
Dedicazione | San Pietro apostolo |
Inizio della costruzione | ante 1000 |
Distruzione | XIX secolo |
La Chiesa di San Pietro in Scotto è una chiesa oggi scomparsa di Forlì.
La chiesa sorgeva presso l'incrocio degli attuali Corso Giuseppe Mazzini e Via Achille Cantoni.
La sua origine risale all'alto medio evo, ma non si sa con esattezza quando sia stata fondata; alcune fonti ne attribuiscono la nascita o quanto meno la denominazione "in Scotto" ad alcuni monaci scozzesi, o irlandesi (all'epoca si parlava anche di Scoti d'Irlanda). In ogni caso, la chiesa era un luogo di sosta per Scozzesi ed Irlandesi in pellegrinaggio verso Roma.
Già nel XIII secolo la sua fama era tale che l'asse viario più importante di quel quadrante cittadino era chiamato "Borgo San Pietro", così come il vicino ponte di epoca romana era detto Ponte di San Pietro in Scotto. Il quartiere stesso nonché la porta urbana corrispondente avevano uguale nome. Ancora oggi, quando il borgo si chiama ufficialmente "Via Giuseppe Mazzini", l'appellativo di "Borgo san Pietro" rimane in uso, benché la chiesa non sussista più[1].
Tra i più antichi documenti che ricordano la chiesa di San Pietro possiamo citare: un atto del notaio Gundio, dell'anno 893, contenuto nel cosiddetto Libro Biscia dell'Abbazia di San Mercuriale, una raccolta di documenti che copre un ampio periodo storico, nel quale atto compare un Teodorico, curato della basilica di San Pietro in Scottis; una conferma di donazione da parte di Alessandro, vescovo di Forlì, del 21 ottobre 1170, dove troviamo nominata la chiesa di Sanctus Petrus in Scottis.
Siccome, in un documento del 1360, tra i contribuenti dell'Abbazia di San Mercuriale troviamo elencato anche l'Ospedale di San Pietro, capiamo che nei pressi della chiesa vi era appunto anche un ospedale.
Il vescovo Giacomo Paladini soppresse la parrocchia il 4 aprile 1464, attribuendone il territorio a quella della cattedrale di Santa Croce. La chiesa rimase in qualità di oratorio e fu poi scelta come sede di una congregazione, prima detta dei Confratelli di Santa Maria, poi dei Santi Pietro e Paolo.
Le vicende storiche comportarono vari interventi sul piano edilizio ed artistico, così che andarono variando, nel tempo, le caratteristiche della chiesa. Le manomissioni più gravi, però, avvennero a seguito dell'invasione francese all'epoca di Napoleone Bonaparte: fu abolita la funzione cultuale, ed i locali vennero adibiti ad altre attività: magazzino e poi conceria. Dell'antica chiesa rimase solo il ricordo.
Note | |
Bibliografia | |
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