Religione
Il termine religione indica il legame dell'universo e, specialmente, dell'uomo con il sacro e, eventualmente, con la divinità.
Questo legame avviene tramite delle norme che:
- costituiscono un principio di vita formando, in diversi casi, una dottrina;
- regolano i costumi, e
- fondano un culto basato su un insieme di riti comprendenti segni e atteggiamenti.
La definizione suesposta si può rintracciare, sia pur con termini più riduttivi in ordine alle possibilità di significato del concetto di religione, nelle affermazioni di Julien Ries riprodotte di seguito:
« | Secondo Nathan Söderblom, Rudolf Otto e Mircea Eliade, la religione è per l'uomo la percezione di un "totalmente Altro"; ciò ha come conseguenza un'esperienza del sacro che a sua volta dà luogo a un comportamento sui generis. Questa esperienza, non riconducibile ad altre, caratterizza l'homo religiosus delle diverse culture storiche dell'umanità. In tale prospettiva, ogni religione è inseparabile dall'homo religiosus, poiché essa sottende e traduce la sua Weltanschauung (Georges Dumézil). La religione elabora una spiegazione del destino umano (Geo Widengren ) e conduce a un comportamento che attraverso miti, riti e simboli attualizza l'esperienza del sacro. » | |
(Julien Ries. Le origini, le religioni. Milano, Jaca Book, 1992, pagg.7-23[1])
|
Concetto
La definizione del concetto di religione, come formulata in premessa, non è, quindi, certamente problematica né, tantomeno, realmente controversa.
La suesposta definizione può essere apparentemente intesa come controversa solo perché non universalmente accettata nell'ambito degli scibili interessati, compreso quello religioso: le valutazioni proposte in proposito sembrano essere molto pretestuose in quanto risultano sotto il profilo logico inconsistenti ai fini probatori che si prefiggono.
Pur ammettendo, per ipotesi, la natura controversa della suesposta definizione di religione e di ogni concetto di religione, è comunque innegabile che in ogni definizione del concetto di religione vi siano sempre presenti due macro-aspetti definitori, ossia:
- la conoscenza di una dimensione sacrale e, conseguenzialmente, la credenza in un interscambio con questa dimensione, e
- i metodi che garantiscano un rapporto stabile con la dimensione sacrale[2].
La presenza in ogni concetto di religione dei detti due macro-aspetti definitori produce la conseguenza che l'insieme dei due macro-aspetti sia il dato comune a tutti i concetti di religione e, quindi, tale insieme risulta logicamente essere il vero concetto di religione universalmente accettato.
Etimologia
Per approfondire, vedi la voce Religione (etimologia) |
Il sostantivo italiano religione viene coniato nel XIV secolo[3] e deriva direttamente dal sostantivo latino religio, -onis[4].
Classificazioni delle religioni
Il fatto religioso è proprio di ogni cultura e si manifesta in varie forme:
- religione monoteista: crede in un unico Dio;
- religione politeista: crede in più divinità;
- religione panteista: identifica il cosmo e la natura con la divinità.
Le religioni si possono poi suddividere in naturali, quando desumono le loro credenze e dottrine dalla speculazione dell'uomo sulla realtà e rivelate, che si fondano su un evento di rivelazione storica, come il cristianesimo e l'ebraismo.
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |