Discussione:Cataldo Naro
Cataldo Naro
Cataldo Naro, nasce a San Cataldo (diocesi di Caltanissetta) il 6 gennaio 1951. fin da bambino, grazie all’aiuto di una signora della parrocchia che faceva la meditazione ai fanciulli prima della messa, scopre il valore della contemplazione, sentendo la chiamata del Signore che lo voleva sacerdote. Entra così, ancor ragazzo, nel seminario di Caltanissetta, dove compirà gli studi umanistici. Successivamente conseguirà il baccellieriato presso la facoltà teologica di Napoli; per poi laurearsi in storia della Chiesa presso la pontificia università Gregoriana di Roma. Sempre a Roma, conseguirà il diploma di archivista lavorando presso l’archivio segreto Vaticano. Ordinato sacerdote a Caltanissetta il 29 giugno 1974, svolge un intenso impegno pastorale nella sua diocesi di origine. Nell’anno 1978 viene incaricato assistente di storia della Chiesa presso l’istituto teologico di Sicilia, successivamente diverrà professore, vice-preside e preside dello stesso istituto fino al 2002, anno in cui sarà eletto arcivescovo di Monreale. La sua ordinazione episcopale avverrà il 14 dicembre 2002 nell’aurea basilica cattedrale di Monreale, gremita di fedeli. Il nome di mons. Naro è conosciuto in tutta Italia, per la sua grande attività culturale, infatti, oltre alla sua intensa attività presso l’istituto teologico, dobbiamo ricordare il suo grande amore per la cultura, tanto da essere considerato la mente più grande di Italia; a questo dobbiamo aggiungere la sua grande fede, infatti, egli fu innamorato non di una cultura fine a se stessa, ma di una cultura messa a servizio del regno di Dio. Rilevante è inoltre il suo grande impegno contro la mafia, che egli stesso definì “struttura di peccato” sulla scia degli insegnamenti del card. Pappalardo e del martire Pino Puglisi, mafia che egli cercò di combattere non con proclami e proteste fini a se stesse, ma con un intensa attività pastorale e culturale, lui che fu vescovo della diocesi che ha una delle più alte densità mafiose d'Italia. La sua intensa attività editoriale, il suo lavoro ai centri studi Cammarata e Intreccialagli, fanno trasparire tutta la sua preparazione e spiegano gli importanti incarichi affidati a lui dalla CEI. Cataldo Naro, infatti, era presidente della commissione episcopale per le comunicazioni sociali e membro del comitato scientifico per le settimane sociali, nonché vice-presidente del comitato nazionale del convegno di Verona; inoltre fino al 2004 fu anche nel consiglio d’amministrazione di “avvenire”. Non minore fu il suo impegno da Arcivescovo della nostra diocesi: egli infatti nei 4 anni di ministero episcopale ha saputo rinnovare radicalmente l’assetto dell’intera diocesi, e delle singole parrocchie. Seppe promuovere una pastorale di formazione per laici e sacerdoti, istituendo corsi per catechisti, lettori e accoliti (ministeri che conferì a parecchi laici) seppe valorizzare la figura del Diacono permanente e si adoperò per riportare la sede del seminario in città, seminario che oggi porta proprio il suo nome. Frutto della sua attività pastorale è la lettera “Amiamo la nostra Chiesa”, nella quale egli afferma che l’amore a Dio si esplica nell’amore alla chiesa, a questo proposito mons. Naro ha saputo valorizzare in questo senso la nostra magnifica cattedrale. Intraprese anche una lunga e minuziosa visita pastorale per incontrare i singoli fedeli della diocesi tutta, sempre pronto ad ascoltare chiunque, non risparmiandosi energie, (anche il giorno della sua morte fu carico di impegni, basti pensare che egli raggiunse la casa del padre subito dopo aver presieduto al consiglio presbiterale) forte nell’aiuto del Signore e dei Santi suoi amici. In mezzo a tanta ed intensa attività il vescovo Cataldo riuscì anche ad essere un contemplativo. Egli, aderendo al movimento monastico di dom Divo Barsotti, fece già da giovane sacerdote voto di povertà, castità ed obbedienza, divenendo così a tutti gli effetti, pur continuando a vivere nel mondo, monaco. Questo suo essere contemplativo lo portò ad una vita di intensa attività pastorale schiva da palcoscenici e riflettori, ad un’intensissima preghiera, in comunione sia con la chiesa militante su questa terra, che con quella trionfante nel cielo, ed a quel portamento quasi schivo, che da sempre ha caratterizzato la sua figura di pastore, uomo di cultura, e maestro di umiltà che seppe amare, amando la chiesa di Monreale sua sposa, il Signore Risorto che ora gli ha concesso l’eterna beatitudine nel cielo, dove lo ha chiamato il 29 settembre 2006, festa dei Santi Arcangeli.
Melchiorre Mirko Noto (mirkonoto chiocciola live punto it), 2011-10-01 09:41:34 GMT
miglioramento voce lacunosa e poco scientifica
Cataldo Naro – nato a San Cataldo (provincia e diocesi di Caltanissetta) il 6 gennaio 1951 e morto prematuramente, a cinquantacinque anni, a Monreale il 29 settembre 2006, dove si trovava dal 14 dicembre 2002, giorno della sua ordinazione episcopale e del suo ingresso come arcivescovo in quella diocesi – compì gli studi umanistici presso il seminario di Caltanissetta, continuando poi gli studi teologici presso i gesuiti di Posillipo (Napoli). Ordinato presbitero a Caltanissetta il 29 giugno 1974, maturò una formazione intellettuale orientata precipuamente alla ricerca storica. Conseguì infatti il dottorato in storia della Chiesa – discutendo una tesi diretta da Giacomo Martina – presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e conseguì il diploma di archivista presso la Scuola di archivistica e paleografia dell’Archivio Segreto Vaticano. La sua ricchissima produzione storiografica fa riferimento soprattutto all’epoca moderna e all’epoca contemporanea, avendo egli studiato i più importanti momenti e protagonisti della storia della Chiesa, della spiritualità cristiana e del movimento cattolico in Sicilia (e, soprattutto, nella diocesi di Caltanissetta, a cui come presbitero appartenne e in cui per venticinque anni ricoprì la carica di direttore dell’Archivio Storico Diocesano), con gli imprescindibili collegamenti al più vasto e comprensivo orizzonte civile e politico nazionale in cui le varie vicende ecclesiali e del movimento cattolico di volta in volta risultano inscritte. Ma i suoi interessi di studio si estesero anche alla storia del cristianesimo antico e medievale. Difatti fu per circa vent’anni anni impegnato, presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia in Palermo, nell’insegnamento della storia ecclesiastica in tutte le sue periodizzazioni. Numerose le sue pubblicazioni sul movimento cattolico, sulla storia della spiritualità in epoca moderna e contemporanea e su altri aspetti della storia della Chiesa siciliana e italiana, come pure su varie problematiche socio-religiose. La sua personale bibliografia conta i titoli di circa venticinque volumi; e, ancora, le curatele di altrettante pubblicazioni – atti di convegni, reprint di periodici del movimento cattolico del primo Novecento, scritti inediti di e su figure insigni della storia della Chiesa nissena, statuti di antiche confraternite – e numerosissimi suoi saggi apparsi in dizionari storici, in riviste specializzate e in volumi miscellanei, come pure numerosi articoli da lui firmati per i quotidiani La Sicilia, L’Osservatore Romano e Avvenire. La sua vivace attività scientifica si espresse anche nella direzione di alcune collane di studi storici, da lui progettate e curate per conto di case editrici come la S.E.I. di Torino e Salvatore Sciascia di Caltanissetta, come pure per conto di istituzioni culturali o accademiche come il Centro Siciliano Sturzo di Palermo e la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, per la quale ha diretto anche la rivista «Ho Theológos». Le sue capacità organizzative lo indussero spesso a dar luogo e a sostenere varie iniziative culturali. Ancora giovanissimo docente di storia ecclesiastica presso il corso di studi teologici del seminario diocesano di Caltanissetta, collaborò alla costituzione della Editrice del Seminario, curando la collana «Quaderni di presenza culturale». In seguito, divenuto Prefetto degli studi, promosse l’affiliazione dell’Istituto Teologico-Pastorale Guttadauro di Caltanissetta alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia. Collaborò assiduamente anche alle attività culturali dell’Istituto Mediterraneo per la Formazione, Ricerca, Terapia e Psicoterapia di Caltanissetta (sorto all’interno dell’Associazione Casa Famiglia Rosetta) e, sempre a Caltanissetta, fu docente di storia contemporanea presso la sede distaccata della Facoltà di Scienze della Formazione della LUMSA. Fu inoltre membro del consiglio d’amministrazione del Consorzio Universitario di Caltanissetta. Dal 1997 al 2002 fu coinvolto attivamente e continuativamente come consulente per le problematiche di carattere storico nel Progetto Culturale voluto dalla Conferenza Episcopale Italiana per le Chiese d’Italia. Per le sue competenze di storico fu anche membro del Comitato scientifico delle Settimane Sociali animate dalla C.E.I. E sempre per incarico della C.E.I. fu, dal 1998 al 2004, membro del consiglio d’amministrazione del quotidiano Avvenire di Milano. Il suo maggiore impegno intellettuale, tuttavia, si è profuso oltre che in favore della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia – in cui fu professore stabile, vicepreside e, per sei anni: dal 1996 al 2002, preside – anche per il Centro Studi sulla Cooperazione «Arcangelo Cammarata», che opera a San Cataldo (Caltanissetta) sin dal 1984, essendo stato tra i soci fondatori del Centro stesso e suo direttore – per ben diciannove anni – sino al 2003, allorché ne fu eletto presidente onorario. Negli anni dell’episcopato fondò a Monreale il Centro Studi Intreccialagli e fu, a livello regionale, il delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per l’Educazione cattolica, la cultura, la scuola e l’università; inoltre, a livello nazionale, fu presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali e vicepresidente del Comitato preparatorio del IV Convegno ecclesiale nazionale tenutosi a Verona nel 2006.
Gianni Giorgianni (giannigiorgianni chiocciola virgilio punto it), 2012-07-05 09:25:23 GMT
- Ciao ecco fatto, aggiunto paragrafo apposito --RR 08:25, 6 lug 2012 (CEST)