Discussione:Daniele (profeta)

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E' interessante anche questo sito [1]

"Daniele nacque verso il 610 a.C. e fu profeta e principe di Giuda (Daniele 1,1-7). Venne imprigionato da Nabucodonosor che lo deportò giovanissimo a Babilonia. Visse fino al tempo dei re persiani Dario e Ciro (Daniele 6,28) e morì dopo l’editto di Ciro verso il 530 a.C.. Ripieno di Spirito Santo e dotato di grande sapienza, interpretò sogni e visioni dei re babilonesi e fu così nominato capo dei saggi e governatore di Babilonia (Daniele 2,48). Profetizzò sugli imperi di babilonese, medio-persiano e macedone, nonché sulle successive lotte tra i regni dei diadochi. In tutte le sue profezie annunciò la venuta del regno di Dio e l’avvento di un misterioso Figlio dell’uomo (Daniele 7,13-14).


La precisione e l’accuratezza delle profezie di Daniele stupirono molti, spingendo critici, increduli e scettici a mettere in dubbio la sua reale esistenza e a postdatare la redazione del libro al II secolo a.C..


L’esistenza di Daniele è però chiaramente attestata dal profeta Ezechiele che ne lodò la giustizia (Ezechiele 14) e la saggezza (Ezechiele 28). Le testimonianze di Ezechiele risultano affidabili, essendo i due profeti vissuti nello stesso periodo storico. Al di sopra di ogni sospetto è poi un preciso riferimento al profeta Daniele presente all’interno di una profezia sulla città di Tiro. Ezechiele, dopo aver rimproverato il re di Tiro per essersi atteggiato a dio e a uomo più sapiente di Daniele (Ezechiele 28,3), annunciò l’imminente caduta di Tiro per mano del re babilonese Nabucodonosor. Come Ninive ai tempi di Giona (Giona 3), Tiro sopravvisse ai castighi divini e fu espugnata solo alcuni secoli dopo, spingendo il profeta a rettificare la profezia (Ezechiele 29,18)[1].


Autorevoli sono anche tre testimonianze di un famoso storico antico, a proposito del libro di Daniele. Giuseppe Flavio (37 d.C.-103 d.C.), di ricca famiglia sacerdotale, nel 67 fu fatto prigioniero dell’imperatore romano Vespasiano, che dopo averlo trattato con grande benignità, finì per lasciarlo ben presto libero. Fu quindi in Palestina con Tito ed assistette nel 70 d. C. alla distruzione di Gerusalemme. Recatosi poi a Roma svolse attività di letterato, tentando di fare conoscere al mondo antico la cultura e le tradizioni ebraiche. Scrisse così la Guerra Giudaica in 7 libri (prima in aramaico e poi in greco) e le Antichità Giudaiche in 20 libri (in greco) narrando la storia del popolo ebraico dalle origini fino alla rivolta contro i romani. Nell’opera in due volumi Contro Apione difese la cultura giudaica contro gli attacchi dei romani, dei greci e degli alessandrini. Egli narrò che:


a) il libro di Daniele fu noto ad Alessandro Magno già verso il 332. A tal proposito egli infatti, scrisse: "Quando gli si mostrò il libro di Daniele ove (il profeta) rivelava che un Greco avrebbe distrutto l'impero dei Persiani, ravvisò se stesso nella persona indicata; e colmo di gioia, per il momento congedò la folla, ma nel giorno appresso la convocò di nuovo e disse che chiedessero qualunque regalo desiderassero". [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XI, 337][2].


b) il canone della Bibbia ebraica fu definitivamente chiuso ai tempi di Artaserse ed Esdra verso la metà del V secolo a. C. (Flavio Giuseppe, Contro Apione, I, 8), confermando l’impossibilità che il libro di Daniele sia stato aggiunto al canone nel II secolo a. C. durante le guerre dei Maccabei; [3] [4]


c) sia la persecuzione di Antioco IV Epifanie che la successiva distruzione di Gerusalemme da parte dei romani furono previste dal profeta Daniele, notando come: “Questa desolazione del tempio si verificò in conformità alla profezia di Daniele fatta quattrocentotto anni prima: egli infatti aveva rivelato che i Macedoni l'avrebbero distrutto”. [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XII, 322] e anche “La nostra nazione ebbe a sperimentare questi sfortunati eventi sotto Antioco Epifane, proprio come vide Daniele, molti anni prima che avvenissero. Allo stesso modo Daniele scrisse anche a proposito dell'impero dei Romani, che Gerusalemme sarebbe stata presa da loro e il tempio distrutto. Tutte queste cose rivelategli da Dio, egli tramandò per iscritto, sicché quanti le leggono e osservano come esse accaddero, si stupiscono dell'onore fatto da Dio a Daniele. Da tali eventi si comprende quanto sbagliano gli Epicurei, i quali escludono la Provvidenza dalla vita umana e si rifiutano di credere che Dio regga le sue vicende o che nell'universo vi sia un Essere benedetto e immortale che lo dirige a un fine e che il tutto possa durare, sostengono invece che il mondo si muove per forza propria senza conoscere né guida né cura di altri”. [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, X, 276-278]


Fin dai primi secoli dell’era volgare, i cristiani hanno sempre tenuto in alta considerazione le profezie di Daniele, nonostante le contorte esegesi ebraiche (iniziate già ai tempi di Aquila, Teodozione e Simmaco), le critiche pagane (portate avanti soprattutto da Porfirio, filosofo neoplatonico anticristiano del III secolo, autore di un libro polemico contro i cristiani nel quale tentò, tra le altre cose, di mettere in dubbio l’attendibilità della profezia delle 70 settimane) ed i sottili sofismi elaborati dalla recente critica atea, razionalista e liberale. L’applicazione a Cristo delle profezie di Daniele fu difesa, nei corso dei secoli, da Giulio Africano, da Tertulliano, da Gerolamo, da Eusebio di Cesarea, da Teodoreto di Ciro, da Lutero, da Calvino e da Newton e fu ribadita, fino all’inizio del secolo scorso, da tutta la Chiesa Cattolica. All'inizio del XX secolo, anche un grande papa applicò a Cristo la profezia delle settanta settimane (Pio X, Breve storia della religione, 80, in Compendio della dottrina cristiana, 1905). Solo negli ultimi 50 anni, si sono insinuate all'interno della cristianità ostinate critiche sulla datazione del libro del profeta Daniele e sulla reale possibilità di riferire a Cristo alcune sue famose profezie." --Francesco 14:52, 19 gen 2010 (CET)

Ciao, come vedi ci sto lavorando pian piano. Ho visto il sito linkato. Come metodologia, anche per altre volte, mi raccomando: cerchiamo di prendere info solo la autori noti e autorevoli. Nella fattispecie, il sito che linki è anonimo: chi l'ha scritto? è competente? Ma anche cercando tra siti e autori autorevoli ci vuole controllo. P.es. questo sembra un sito autorevole, il cui autore è un prof di NT. Ma dice: "Until the 1930s the standard view that the Danel of Ezekiel was an ancient mythical hero", citando questo, ma sfogliandolo velocemente non ho trovato nulla di ciò. Ergo: prudenza! --Roberto Reggi 15:52, 19 gen 2010 (CET)

Ho aggiunto delle informazioni interessanti: cosa ne pensi? --Francesco 16:23, 19 gen 2010 (CET) Da notare che certa critica biblica ci va un po' troppo pesante, basti pensare che per alcuni lo stesso Abramo non è esistito.--Francesco 16:34, 19 gen 2010 (CET)

Il sito Santiebeati si mostra possibilista sull'esistenza di Daniele infatti dice: Non esiste ragione fondata per dubitare dell'esistenza storica di Daniele e dei fatti e delle visioni a lui attribuite, sia che si ammetta essere Daniele stesso all'origine delle tradizioni orali o scritte, raccolte dal redattore del sec. II, sia che si preferisca un'origine alquanto posteriore, ma sempre vicina alle tradizioni e ai tempi di Daniele (sec. VI).

Da valutare se citare quel sito web anonimo fra i link esterni: se non dice cose insensate, strane o contrarie alla critica biblica si può anche citare. Fra l'altro spiega l'interpretazione delle 70 settimane di Daniele secondo i padri della Chiesa. Anche Socci e Messori l'hanno interpretata in maniera simile tale profezia.

Interessante anche questo pezzo tratto da wikipedia alla voce libro di Daniele, si potrebbe inserire in maniera simile: Lo scrittore cattolico Vittorio Messori, nel suo best-seller Ipotesi su Gesù, dedica un capitolo alla profezia di Daniele delle settanta settimane fissate da Dio a partire dal ritorno in patria degli Ebrei dopo la cattività babilonese, durante le quali il popolo ebraico avrebbe dovuto espiare le proprie colpe in attesa del Messia (Dan 9,24). Questa cifra, che molti ritengono del tutto simbolica, viene presentata da Messori come una profezia sconvolgente. Queste 70 settimane, secondo il Messori, sono formate da anni, non da giorni, per un totale di 490 anni di attesa. Ora, secondo la Bibbia la cattività babilonese, cominciata nel 587 a.C., è durata 70 anni esatti. Fatti i conti, l'avvento del Messia era così fissato per il 27 a.C.. E proprio in quella data cominciò a formarsi la setta degli Esseni, il cui obiettivo principe era proprio l'attesa del sospirato Messia. Se invece il computo dei 490 anni è fatto partire dall'Editto di Artaserse del 457 a.C., che secondo molti segnò il vero ritorno dei Giudei a Gerusalemme, si arriva addirittura al 33 d.C. che è la data tradizionale della morte di Gesù, e quindi del compimento delle promesse messianiche.

Quanto affermato da Messori risultava già da tempo argomentato dalle chiese evangeliche di cui un esempio lo si ritrova nel commentario "Il profeta DANIELE" autore Arno C.Gaebelein stampato in italiano nel 1989; casa editrice "il messaggero cristiano"--Francesco 16:49, 19 gen 2010 (CET)

Giuseppe Flavio

Per ora sposto qui la frase, che a dire il vero non metterei nella voce. --Roberto Reggi 18:04, 19 gen 2010 (CET)

Giuseppe Flavio scrisse che Alessandro Magno era al corrente delle profezie di Daniele (Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XI, 337][2])e che la distruzione del tempio Gerusalemme del 68 d.C. avverò la predizione di Daniele sulla desolazione del tempio (Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, X, 276-278). Tuttavia secondo la maggioranza degli studiosi i racconti di Giuseppe Flavio (in particolare il primo) non sono veri ( [2])

Perchè non la metteresti nella voce? Le fonti mi sembrano valide.--Francesco 18:27, 19 gen 2010 (CET)

Casomai puoi metterlo in fondo come nota, per provare che prima della critica biblica si riteneva Daniele profeta realmente esistente da parte di Giuseppe Flavio. Anche Gesù lo ha citato numerose volte, non considerandolo un personaggio inventato ma tenendolo in alta considerazione.--Francesco 18:47, 19 gen 2010 (CET)

La testimonianza di Giuseppe Flavio viene riportata anche dalla wikipedia inglese, però alla voce Libro di Daniele ( e non Daniele profeta, se ricordo bene). Se la wikipedia inglese, considerata fra le mgliori enciclopedie al mondo lo menziona vuol dire che è un aspetto interessante.

Traditionalists, making a case for an earlier date for the Book of Daniel, make reference to Josephus, who states that upon Alexander the Great's approach, a small party met him outside of Jerusalem with a copy of the book of Daniel, telling him that his presence was ordained by scripture. However, most scholars agree that this story is not true.[38][39][40] Harvard scholar Shaye J. D. Cohen denies the historicity of Alexander's visit to Jerusalem and suggests that the Alexander story is a combination of several sources [3]

Sì, Giuseppe Flavio ci può stare in Libro di Daniele o in un'apposita pagina sulla profezia delle 70 settimane (voce inglese). Qui non c'entra direttamente--Roberto Reggi 19:52, 19 gen 2010 (CET)
Francesco ti va di scrivere una sezione "Vita di Daniele"? --Roberto Reggi 23:25, 19 gen 2010 (CET)

Mi spiace molto ma per problemi di forte miopia devo ridurre al massimo la presenza sul computer. Vedrò comunwue in qualche modo di essere utile. Fra le altre, una fonte buona è il Nuovo Dizionario Enciclopedico Illustrato della Bibbia, 2005 a cui hanno collaborato più di 500 biblisti di fama mondiale.--Francesco 16:06, 20 gen 2010 (CET) Ha un approccio strettamente biblico.