Encausto

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Pittura ad encausto dell'icona di San Pietro

L'encausto (o incausto) è un'antica tecnica pittorica applicata su muro, marmo, legno, terracotta, avorio.

I pigmenti vengono mescolati a cera (che ha funzione di legante), mantenuti liquidi dentro un braciere e stesi sul supporto con un pennello o una spatola e poi fissati a caldo con arnesi di metallo chiamati cauteri o cestri: è questo il procedimento che differenzia l'encausto dalla pittura a cera.

Cenni storici

La tecnica era già nota ai Greci, come testimoniano gli scritti di Plinio il Vecchio, ma conobbe grande fortuna presso i Romani. Restano, però, scarsi reperti: tra i più famosi, i ritratti del Fayum, in Egitto, risalenti al I secolo d.C., le pitture murali a Pompei e le icone del monastero di Santa Caterina al Sinai.

Successivamente, in epoca rinascimentale, Leonardo da Vinci si cimentò con l'encausto per realizzare La battaglia di Anghiari, ma, a causa di problemi tecnici, il dipinto fu in gran parte rovinato.

Tecnica

Sia Plinio sia Vitruvio descrivono i metodi di esecuzione dell'encausto.

I pigmenti venivano mescolati con colla di bue, cera punica (ovvero cera vergine fatta bollire in acqua di mare) e calce spenta, per sgrassare la colla: si ottiene una tempera densa, da diluire eventualmente con acqua. Una volta asciutta la tempera, la si spalmava con cera punica sciolta con un po' d'olio. Si scaldava quindi il supporto o con un braciere o con il cauterio, per far penetrare la cera fino al supporto. Infine, si passava alla lucidatura con un panno tiepido.