Festa di San Biagio (Taranta Peligna)
Festa di San Biagio (Taranta Peligna) | |
Panicelle di san Biagio | |
Festa patronale Sagra | |
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Festa locale | |
Commemorazione celebrata | San Biagio, patrono dei lanieri |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Chieti |
Comune | Taranta Peligna |
Luogo specifico | vie del centro storico, Chiesa di San Nicola |
Diocesi | Chieti-Vasto |
Periodo | Inverno |
Data inizio | 3 febbraio |
Data fine | 3 febbraio |
Organizzata da | Confraternita dei lanieri e dei tessitori |
Tradizioni religiose | processione, benedizione dei pani, Messa |
Tradizioni folcloristiche | corteo in costume tradizionale |
Tradizioni culinarie | panicelle |
Collegamenti esterni | |
La Festa di San Biagio si svolge annualmente il 3 febbraio a Taranta Peligna (Chieti), in onore del Santo patrono dei lanieri e dei tessitori.
Storia
Il borgo, fin dal Medioevo, è noto per la lavorazione artigianale dei tessuti in lana ed, in particolare per la realizzazione delle celebri tarante, coperte di lana, senza "dritto" e "rovescio", caratterizzate da decori floreali o geometrici, a più colori e frange annodate a mano.
Per questa diffusa attività manifatturiera, la devozione a san Biagio, protettore dei cardatori di lana, è sempre stata molto sentita dai tarantolesi. Infatti, si suppone che la devozione per san Biagio risale almeno al XIII secolo, ma è solo nel 1536 che i lanieri e i tessitori si costituirono in confraternita, dando vita alla tradizione delle panicelle e edificando Chiesa di San Biagio, di cui oggi rimane solo la facciata principale ed i portali lignei.
Descrizione
2 febbraio
Il giorno precedente la festa (2 febbraio), i confratelli, guidati dal priore, si recano solennemente nella propria sede ed, alla presenza dei devoti, danno inizio all'ammasso per confezionare i pani sacri, aprendo i coperchi delle madie, che in precedenza sono state riempite di farina bianca, ottenuta con una questua condotta nel borgo in nome di san Biagio. Con movimenti lenti e cadenzati versano l'acqua tiepida sulla farina e poi cominciano ad ammassare l'impasto. Dopo il necessario tempo di riposo e lievitazione le donne, appartenenti alle famiglie dei membri della confraternita, realizzano le panicelle, piccoli pani dalla forma di mano benedicente.
Le panicelle, con impresso il marchio di san Biagio - insegna della Confraternita - vengono sistemate su recipienti di pietra levigata, detti piatene, e portate, a cuocere al forno del borgo, in corteo da giovani in costume tradizionale che rischiarano la strada con le fiaccole.
3 febbraio
Il 3 febbraio, nella Chiesa di San Nicola, al termine della celebrazione eucaristica e della processione, le panicelle benedette sono distribuite ai fedeli, che le mangiano con devozione a san Biagio e ne conservano alcune al fine di preservare, soprattutto i bambini, dal mal di gola.
Bibliografia | |
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