Benedizione




La benedizione è un'invocazione della grazia e del favore di Dio su qualcuno o qualcosa. Per estensione, è un'invocazione di bene per qualcuno o qualcosa. La Chiesa la considera un Sacramentale.
La benedizione è invocata dal ministro di Dio (vescovo, presbitero, diacono), ma anche, per certe benedizioni, dal capofamiglia o patriarca.
Nella Bibbia
La parola "benedizione" che troviamo nella Bibbia traduce, nell'Antico Testamento, l'ebraico בּרכה (berâkâh)[1].
Nel Nuovo Testamento "benedizione" traduce la parola greca εὐλογία (eulogia) e εὐλογέω (eulogeō), che è il "parlare bene di", "raccomandare", da cui il nostro "elogio".
Antico Testamento
Nell'Antico Testamento la benedizione di JHWH è spesso considerata sotto l'aspetto dell'agire di Dio sul piano della vita terrena: incremento della famiglia, abbondanza di figli, lunga vita, raccolti abbondanti, ecc. (Gen 1,22; Dt 33,13; 2Sam 6,11; ecc.). Non va, però, dimenticato che sotto la figura di beni terreni (fecondità della terra, ecc.) vengono indicati anche beni che stanno al di là della sfera puramente terrena. Esempio tipico è Genesi 27, che riporta la benedizione di Isacco e Giacobbe; la Lettera agli Ebrei (11,20) ne fa una lettura profetica: Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù, riguardo a cose future.
Nei libri sapienziali, la Sapienza stessa viene considerata come la più ambita benedizione.
Nei libri del basso Giudaismo (libri apocalittici), la giustizia e la pace sono considerate segni delle future benedizioni messianiche.
In tale linea, in Gesù, il concetto di benedizione troverà poi la sua espressione più profonda e spirituale nelle beatitudini.
In generale, nell'Antico Testamento, anche quando la benedizione è pronunciata da uomini bisogna tener presente che si tratta pur sempre di benedizione divina. JHWH si serve di uomini per elargire la sua benedizione; in questo senso l'uomo può essere "di benedizione" per altri. Così Melchisedec benedice Abramo (Gen 14,18-19; attraverso Abramo (Gen 18,18) e Isacco(Gen 28,14) tutte le famiglie saranno benedette. JHWH, poi, benedice la casa dell'Egiziano per amore di Giuseppe (Gen 39,5); in questo stesso senso, che è JHWH che benedice, va compresa l'affermazione di Zaccaria 8,13: Sarete una benedizione.
Benedicendo determinate persone ed affidando loro una missione, JHWH le lega a Sé in modo tutto particolare: Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà" (Gen 12,2-3). Sorge a tale proposito naturale l'idea del Patto.
Nel racconto di Balaam ((Nm 22-24), JHWH impedisce all'indovino di benedire o maledire secondo il suo beneplacito; egli è costretto a benedire unicamente chi JHWH ha determinato di benedire (23,20) con una benedizione che è irrevocabile; in tale linea va anche la benedizione di Isacco a Giacobbe (Gen 27).
JHWH concede con abbondanza la benedizione: Gen 39,5; Dt 11,15; 33,1-7; 33,13-23; Sal 129[128],8; Pr 10,22, e ne è il dispensatore unico e sovrano (Lev 25,21; Dt 28,8.
In alcuni passi dell'Antico Testamento è posta in luce la stretta relazione fra osservanza della Legge e benedizione di JHWH: Dt 7,13; 27,12.
Ritualità
Frequentemente in Israele la benedizione era invocata attraverso il gesto di alzare le mani (Lev 9,22. Tale gesto di benedizione era compiuto dai sacerdoti e dai leviti (2Cr 30,27) ed anche dai re (2Sam 6,18; 1Re 8,14).
Una delle forme più antiche di benedizione cultuale può essere considerata quella in occasione dei sacrifici (2Sam 9,13). La formula classica di benedizione in Israele è contenuta in Numeri 6,23-27:
« | JHWH ti benedica e ti custodisca! JHWH faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! JHWH rivolga il suo volto su di te e ti dia la pace. » |
Nel Nuovo Testamento
Dall'Antico al Nuovo Testamento non c'è soluzione di continuità[2].
Gesù benedice i fanciulli (Mt 10,16), così come benedice, nel gesto del sacerdote, i suoi discepoli al momento dell'Ascensione.
Soprattutto, il Nuovo Testamento vede il culmine della benedizione di Dio nell'invio e nell'opera redentiva di Cristo (At 3,26). Particolarmente significativo è il passo di Efesini 1,3:
« | Dio ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. » |
Altrove (Rm 15,29) Paolo parla della "pienezza delle benedizioni di Cristo".
La benedizione di Abramo (Gen 12,3) era per tutti i popoli, e ciò si realizza nell'azione missionaria della Chiesa (Gal 3,8; At 3,25; cfr. Gen 22,18).
Il Nuovo Testamento contiene varie formule di benedizione che erano di frequente uso nelle assemblee liturgiche delle chiese: Gal 6,18; Fil 4,23; 1Cor 16,23; 2Cor 13,13, e che la Chiesa usa ancora oggi.
Nella Chiesa
La Chiesa ha redatto un libro liturgico con le benedizioni, chiamato Benedizionale. In esso si stabiliscono i riti delle benedizioni, normalmente impartite da presbiteri o dai diaconi, ad es. la Benedizione delle Famiglie.
La benedizione può comprendere formule verbali, e spesso si accompagna con gesti. Tipico è l'aspersione con l'acqua benedetta o il segno della croce, fatto con tre dita o con la mano estesa.
Una benedizione solenne è quella degli sposi nel Rito del Matrimonio
È prassi chiedere le benedizioni pontificie in occasione delle Ordinazioni e del Matrimonio e nei loro principali anniversari.
Note | |
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