Festa di San Rocco (Gioiosa Jonica)

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Festa di San Rocco (Gioiosa Jonica)
GioiosaJonica FestaS.Rocco 01.jpg

Statua di san Rocco condotta in processione
Festa patronale
Processione
Festa locale
Commemorazione celebrata San Rocco, patrono della città
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Calabria
Provincia Reggio Calabria
Comune Gioiosa Jonica
Luogo specifico vie centro storico
Diocesi Locri-Gerace
Periodo Inverno-Estate
Data 16 agosto
Data mobile agosto, ultima domenica
Data d'istituzione 1775
Tradizioni religiose processione ballata
Tradizioni folcloristiche esposizione dai balconi di barchette e velieri di carta
Tradizioni culinarie mustazzuoli
Collegamenti esterni
Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA)

La Festa di San Rocco si tiene annualmente il 16 agosto a Gioiosa Jonica (Reggio Calabria), in onore di san Rocco, proclamato patrono della città, con decreto pontificio del 28 marzo 1775, in sostituzione dell'antica protettrice santa Caterina d'Alessandria.

Storia

La diffusione del culto di san Rocco si collega alla grande diffusione delle epidemie di colera e peste nell’Italia meridionale nel XVI secolo, per questo la popolazione abbia trovato rifugio nella devozione a san Rocco. Inoltre, il miracolo della Sudorazione della statua nel 1852 ricorda l’intercessione di san Rocco, durante un terremoto che risparmiò la città di Gioiosa.

La Chiesa di San Rocco, costruita all'inizio del XVII secolo, venne successivamente ristrutturata in forme ottocentesche.

La tradizione racconta che la Statua del Santo arrivò a Gioiosa nel 1748 da Napoli sul veliero "San Luigi" e che fu trasportata dai fedeli dalla spiaggia alla Chiesa: in ricordo di questo evento, ancora oggi vi è la consuetudine di appendere, in occasione della festa patronale, con bandierine di carta colorata e velieri di carta velina (dette barche di san Rocco) da un balcone all’altro delle case del centro storico.

Descrizione

La festa di san Rocco si tiene in tre tempi distinti:

16 agosto

Il 16 agosto, detta dai gioiosani "jornata", è dedicato alle preghiere ed ai canti tradizionali intonati dai fedeli in onore di san Rocco: la festa inizia con il trasferimento della Statua di san Rocco dalla nicchia della sua cappella e il collocamento su una base processionale, decorata da sete colorate, davanti al quale sono posti ceri votivi.

La statua viene esposta alla venerazione dei fedeli fino all'ultima settimana del mese.

Ultima domenica di agosto

Barca di san Rocco esposta ad un balcone

Il sabato precedente l'ultima domenica, si tiene la veglia (detta "nottata") con canti e preghiere presso il Chiesa di San Rocco dove si ritrovano i fedeli, provenienti da tutta la Locride.

La città è addobbata con archi e luminarie, che illuminano le vie del centro storico, i balconi sono decorati con festoni di bandierine e barchette di carta velina. Nel corso della festa, sono distribuiti dolci tipici, simili a biscotti, con varie forme, chiamati mustazzuoli fatti con miele e farina che sono anche offerti anche a san Rocco.

La domenica si tiene la processione, che dura almeno sei ore, e che è l’elemento principale della festa patronale. Durante la processione, suonano in modo costante i tamburinari che scandisce il ritmo della processione e del ballo votivo.

Oltre ai tamburinari, prendono parte alla processione anche suonatori di altri strumenti tradizionali (organetti, tamburelli, zampogne, triangoli, ecc.) che accompagnano la danza votiva al ritmo della tarantella.

L'itinerario della processione, inizia al mattino dalla Chiesa di San Rocco per proseguire fino alla Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista per la Messa solenne (ore 11.00), attraversa prima il centro storico, e poi si avvia per il suo rientro. Quando la processione giunge, al tramonto, alla Chiesa di San Rocco, il sagrato si è riempito di gente in fremente attesa. I tamburi accelerano, ogni suonatore insegue la sua musica e "batte" secondo il suo ritmo in modo ossessivo e sempre più forte. Tutti invocano san Rocco che viene trasportato da una parte all'altra della piazza, fino alla soglia della chiesa e poi di nuovo fra la gente che lo invoca. I tamburi sono assordanti, la gente esaltata invoca e piange mentre il Santo ritorna finalmente al Chiesa, in mezzo alla commozione e frenesia generale.

Sapori di festa

La festa, come vuole la tradizione, vive anche a tavola con i piatti della tradizione:

  • mustazzuoli, biscotti fatti con miele e farina.

Riconoscimenti

L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia

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Patrimonio immateriale d'Italia

Voci correlate
Collegamenti esterni