La navigazione di San Brandano
La navigazione di San Brandano (Navigatio sancti Brendani) è un'opera anonima in prosa latina, tramandata da numerosi manoscritti a partire dal X secolo.
Per l'insieme di elementi eterogenei che contiene, è considerata un classico della letteratura medievale sia di viaggio sia agiografica. L’autore fu probabilmente un ecclesiastico, di origini irlandesi, che si basò sul patrimonio leggendario della sua terra, inserendovi spunti di derivazione cristiana.
San Brendano di Cluain Ferta, abate benedettino irlandese (di Cluain Ferta, ossia di Clonfert), fu un santo vissuto nel VI secolo: si procurò fama di navigatore fondando monasteri sulle isole tra l’Irlanda e la Scozia. La leggenda lo trasfigurò, immaginandolo alla testa di un gruppo di monaci, alla ricerca del Paradiso Terrestre e dei santi (Terra repromissionis) situato su un’isola meravigliosa, facendo vari incontri con creature fantastiche. L’opera, tradotta nel corso dei secoli in varie lingue, è considerata tra le fonti di ispirazione della Divina Commedia di Dante.
Tanto sì, da far pensare ad alcuni studiosi che la demonologia di Dante possa essere stata tratta anche, non del tutto, ma in parte, da questa vecchia leggenda, infatti in essa si parla di angeli caduti, che il protagonista trova sotto le spoglie di uccelli candidissimi, appollaiati sopra di un albero nel paradiso, poiché spiriti decaduti si, ma non malvagi, né superbi, colpe secondo le quali, ad esempio, proprio nella Divina Commedia, Dante li pone come neutrali.
Ne circolarono nel Medioevo numerose versioni e in molti dialetti. La più antica è in versi, in dialetto francese anglonormanno, del monaco Benedeit (ca. 1120). Quattro furono le versioni in italiano e veneto, risalenti presumibilmente ad una fonte comune del XIII secolo o del XIV secolo.
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