Divina Commedia
Divina Commedia | |
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Incipit dell'opera | |
Titolo originale | Commedia |
Nazione | Italia |
Lingua originale | italiano |
Autore | Dante Alighieri |
Datazione | 1304 - 1321 |
Genere | poema allegorico-didascalico |
Personaggi principali: | |
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Cantiche | |
La Divina Commedia è il capolavoro della letteratura italiana, composto da Dante Alighieri tra il 1304 e il 1321.
Titolo
Titolo originario dell'opera era semplicemente Commedia. L'appellativo "Divina", usato da Giovanni Boccaccio, si trova per la prima volta nel titolo in un'edizione a stampa del 1555.
Struttura
Il poema è composto da tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso. La prima cantica consta di trentaquattro canti, le altre due ognuna di trentatré canti. Il primo canto dell'Inferno ha funzione proemiale. Il metro è la terzina di endecasillabi a rima incatenata.
Trama
Narrativamente, il testo riporta il viaggio attraverso i tre regni dell'aldilà che Dante avrebbe compiuto.
Dante, smarritosi in una "selva oscura", il peccato, da cui non è in grado di uscire con le sue sole forze, ottiene aiuto da Virgilio, inviatogli dalla grazia divina. Virgilio lo guida e lo scorta attraverso l'Inferno e il Purgatorio: il compito di guida è quindi assunto da Beatrice, che accompagna il personaggio Dante nel Paradiso.
Questi fatti si svolgono nel trentacinquesimo anno di età del protagonista, durante il Giubileo del 1300, nell'arco di otto giorni; per la precisione dalla notte del 7 aprile,[1] Giovedì Santo e al mezzogiorno del 14 aprile 1300[2].
Il riferimento cronologico principale è Inferno XXI, 112-114: in quel momento sono le sette del mattino del sabato santo del 1300, 9 aprile[19] o, secondo altri commentatori, del 26 marzo del 1300.[20] L'anno è confermato da Purgatorio II, 98-99, che fa riferimento al Giubileo in corso. Tenendo questo punto fermo, in base agli altri riferimenti si ottiene che:
L'autore Dante insiste sulla "verità" di quanto racconta, cosa che si riferisce certamente alla sua stessa esperienza di conversione per opera della grazia di Dio.
Contenuto
Così scrive Niccolò Mineo[3], uno dei maggiori studiosi di Dante:
« | Tema dell'opera è il rapporto tra creatore e creato così come si evidenzia nell'ordine e nelle realtà dell'oltretomba e, in generale, nel senso della storia e nelle leggi che governano la vita dell'uomo e del cosmo e come è esemplificato nei momenti dell'iniziazione profetica di un prescelto. » |
Si tratta di un racconto di conversione personale e di un invito alla conversione rivolto a tutti i lettori.
Modelli e fonti
Si tratta di un testo pervaso da forte senso della fede cristiana, guidato da una notevole profondità teologica, per la quale il principale riferimento è Tommaso d'Aquino. A questo Dante aggiunge un alto grado di conoscenze, anche scientifiche. Vi si vede bene che, nella cultura cristiana medievale, non vi era quella divisione fra ambiti umanistici e naturalistici poi emersa nella storia europea.
Fra i testi ispiratori, poi, vi è certamente l'Eneide di Virgilio.
Come altri studiosi medioevali, Dante conosceva anche il pensiero ebraico e arabo. Ad esempio, si cita, per i probabili influssi sulla Commedia, l'opera Tagmulé ha-Nefesh (Le ricompense dell'anima) del rabbino Hillel ben Samuel, composta tra il 1288 e il 1291 a Forlì, la città dove Hillel trascorse gli ultimi anni della sua vita e dove Dante si recò, agli inizi del suo esilio da Firenze, in quanto politicamente ghibellina. Il che gli avrebbe dato l'occasione di conoscere il lavoro di Hillel.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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