Libro di Isaia: differenze tra le versioni

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Il libro di Isaia è un classico fra i libri profetici. Come in altre figure profetiche, in Isaia la parola ''[[profeta]]'' non va intesa nel senso ''colui che parla prima'' che qualcosa avvenga, bensì nel senso ''colui che parla per conto di'' un altro. Ciò che caratterizza il profeta è dunque, come ha incisivamente affermato [[A. J. Heschel]], «la cognizione profonda del presente pathos di Dio»: il profeta trasmette all'umanità ciò che non sarebbe possibile ascoltare direttamente.
 
Così, di volta in volta, il profeta esprime la condanna per i nemici di [[Israele]], la consolazione per il [[popolo eletto]], la speranza del futuro riscatto dopo la caduta, il rimprovero per le infedeltà di Israele all'alleanza e così via.
 
Il mezzo espressivo tipicamente usato da Isaia è l'oracolo, introdotto o accompagnato da espressioni ricorrenti come ''oracolo di [[Tetragramma biblico|Jhwh]], Signore del mondo'', oppure ''Guai!'', o ancora ''così dice Jhwh''. Il bersaglio dell'oracolo è vario: [[Gerusalemme]], come simbolo del popolo eletto, talora biasimata per la sua condotta, talaltra consolata con un messaggio di speranza; le nazioni vicine, condannate per le loro pratiche religiose abominevoli per gli ebrei, oppure per l'aggressività nei confronti di [[Israele]]; le autorità di Giuda, biasimate duramente per aver condotto il popolo lontano dall'alleanza.

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