Purgatorio: differenze tra le versioni

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Per alcuni<ref>[[Alfred Stuiber]], ''Refrigerium interim. Die Vorstellungen des Zwischenzustandes und die frühchristliche Grabeskunst'', [[Bonn]] [[1957]], p. 61ss.</ref> il testo rispecchia semplicemente l'antico concetto del triste destino dei morti anzitempo, senza aver nulla a che fare con il purgatorio, poiché, non derivando questo destino da colpa alcuna, quelle tribolazioni non possono essere equiparate alle sofferenze di punizione e di espiazione. In realtà tale interpretazione si basa su come il purgatorio è stato definito successivamente nei [[concilio|Concili]] di [[Concilio di Trento|Trento]], di [[Concilio di Firenze|Firenze]] e di [[Concilio di Lione|Lione]]. Opportunamente [[Joseph Fischer]]<ref>''Studien zum Todesgedanken in der alten Kirche'', I, München [[1954]], p. 259s.</ref> fa notare che gli elementi della dottrina del purgatorio si sono sviluppati dall'antica concezione della tradizione giudaico-cristiana, con al centro l'idea di una sofferenza dei defunti nell'<nowiki></nowiki>''al di là'' rimediabile mediante la [[preghiera]]; e questo anche se la colpa del sofferente ha motivazioni storico-religiose e non etiche.
 
Tertulliano compie poi nello scritto [[montanismo|montanistico]] ''De anima'' il passo verso un vero e proprio ''purgatorium'', anche se non c'è ancora coincidenza con la concezione dei Concili medievali. Tertulliano si basa su {{pb|Mt|5,26}} (e il parallelo di {{pb|Lc|12,57-59}}), ove Gesù invita l'uomo a [[riconciliazione|riconciliarsi]] con il proprio avversario mentre si sta avviando verso il giudice, per non essere "gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino a1lall'ultimo spicciolo!".
 
Il testo ha in [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] un significato [[etica|etico]], mentre in [[Vangelo secondo Luca|Luca]] è inserito in un contesto [[escatologia|escatologico]]<ref>{{Poppi Sinossi commento 1990}}, p. 85.</ref>. Secondo Tertulliano, ormai rigorista, il testo significa che il tempo tra la [[morte]] e la [[resurrezione]] è il tempo della [[carcere|carcerazione]], in cui all'[[anima]] viene offerta l'occasione di "pagare l'ultimo spicciolo" e di liberarsi così per la resurrezione: il soggiorno nell'[[Ade]] riceve qui una nuova motivazione teologica, "che fa dell'<nowiki></nowiki>''interim'' un purgatorio per tutti necessario"<ref>[[Joseph Fischer]], ''Studien zum Todesgedanken in der alten Kirche'', I, München [[1954]], p. 258. L'applicazione di Tertulliano in riferimento al destino dell'uomo nell'al di là, risultava facilitata dal fatto che la parola greca φυλαχή era pure un termine corrente per indicare l'[[Ade]] ([[Ethelbert Stauffer]], ''Die Theologie des neuen testaments'', Stuttgard [[1948]], pp. 196, 296; [[Walter Bauer]], ''Griechisch-deutsches Wörterbuch'', [[Berlino]] [[1958]], col. 1716, sotto la voce φυλαχή, 3).</ref>.
===== Cipriano =====
 
[[San Cipriano]] (+ [[258]]), scrivendo in tempo di [[persecuzione]], affrancò il concetto di Tertulliano dal rigorismo e ne eliminò l'elemento [[paganesimo|pagano]]. Cipriano sosteneva che per i defunti nella fede, specie per i [[martire|martiri]], vi sarà una [[salvezza]] definitiva immediatamente dopo la morte, così come affermava l'esistenza di un inferno definitivo. Il suo problema [[pastorale]] fondamentale era costituito dai cristiani che nella persecuzione non avevano trovato il coraggio del martirio, e che avevano ceduto all'imposizione del [[culto]] di [[stato]], rinnegando pubblicamente il [[Cristo]], ma che tuttavia volevano rimanere cristiani e desideravano riconciliarsi con la [[Chiesa]]. Riferendosi anch'egli a {{pb|Mt|5,26}} pensa<ref>Ep 55,20; [[CSEL]] III 2, 638; Joseph Fischer, cit., p. 267s.</ref> a una possibile continuazione della [[penitenza ecclesiale]] nell'a1 di làaldilà; il che gli consente di concedere a questi deboli, contro la voce dei rigoristi, l'accoglienza nella [[comunità]] ecclesiale. Certo, così come sono non potranno entrare nella definitiva [[comunione]] col [[Cristo]], perché vi si oppone il loro rinnegamento; purtuttavia essi sono in grado di purificarsi. La penitenza ecclesiale, quale via della purificazione, non esiste soltanto nell'al di qua, ma anche nell'al di là.
 
La visione di Cipriano poté esercitare un influsso determinante sull'ulteriore cammino della Chiesa occidentale. La sua interpretazione della purificazione nell'altro mondo ha ormai plasmato il pensiero di fondo della dottrina occidentale del purgatorio.
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