Giansenismo: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
m
Bot: Sostituzione automatica (-(==+)([^ =\n].*[^ =\n])(==+) +\1 \2 \3)
m (Bot: Sostituzione automatica (-(==+)([^ =\n].*[^ =\n])(==+) +\1 \2 \3))
 
Nel primo e nel secondo tomo dell'opera di Stella dominano la figura del vescovo Ricci, e la "geografia del movimento" si estende al Centro-sud dell' Italia, fino alla sua rapida crisi a fine Settecento. Nel terzo tomo appaiono, a vario titolo, i nomi del vescovo [[Luigi Tosi]] di [[Pavia]] e dell' [[abate]] [[Eustachio Degola]] di [[Genova]].
=== L'ambiente giansenista e Manzoni ===
Luigi Tosi, allievo dello spiccato giansenista [[Pietro Tamburini]], professore nell' Università pavese, fu un «giansenista temperato» e sarà il «catechista di casa Manzoni»; mentre l' abate genovese Eustachio Degola, che ebbe molti rapporti con la Francia, fu l'assistente spirituale della prima moglie di [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], la calvinista ginevrina [[Enrichetta Blondel]], convertita a Parigi nel maggio del [[1810]].
 
Eseguita sulla Vulgata latina, la Bibbia martiniana (di cui si servì Manzoni stesso sia nelle ''Osservazioni sulla morale cattolica'' sia nei ''Promessi sposi'' sia in componimenti poetici) presenta, pur nella più rigida ortodossia e totale estraneità a quel mondo, legami con la celebre versione francese, anch’essa dal latino di san Gerolamo, detta "Bibbia di Port-Royal" e prodotta da uno dei grandi solitari di quell'abbazia, [[Isaac-Louis Le Maître de Sacy]], nella seconda metà del Seicento, riedita anche in Italia nel [[1789]]. Molte sono le coincidenze fra le due versioni, l'italiana e la francese, e anche molti passi del commento derivano da altri autori giansenisti e portroyalisti.
 
=== Persistenze gianseniste nel clero dell' 800 ===
Fra il clero, anche fra il basso clero, non mancarono pii e pensosi preti e parroci soprattutto piemontesi o lombardi, zelanti e ferventi, desiderosi di riforme e in rapporto fra loro, che vissero intensamente la vita religiosa e attinsero stimoli dagli opuscoli morali dei grandi scrittori di Port-Royal.
 
All'inizio del [[XVIII secolo]] alcuni giansenisti in fuga dalla Francia si rifugiarono in Olanda. Lì furono accolti dalla chiesa locale, all'epoca in controversia con [[Roma]] proprio per via delle simpatie gianseniste di alcuni suoi precedenti vescovi. L'aiuto fornito ai giansenisti francesi fece sì che la chiesa nazionale olandese venisse con essi identificata (pur essendo questa identità destituita di fondamento), e che questo equivoco si trascinasse per secoli.
 
== Conclusione ==
 
Come movimento ideologico il giansenismo si è smorzato alla fine del '700. Nell' '800 perdurarono, però, atteggiamenti giansenistici abbastanza diffusi nella [[morale]] ([[tuziorismo]]: in caso di dubbio stare dalla parte della legge) e nella [[sacramentaria]] (scarsa frequenza alla Comunione, frequente [[confessione]], ritardo nella ricezione dell'eucaristia da parte dei giovinetti) ma senza giustificazioni dottrinali che si rifacessero alle dottrine del vescovo di Ypres. I [[gesuiti]] ottocenteschi erano vigilantissimi che il giansenismo non rispuntasse fuori per altra strada. Per questo, tra l'altro, incrementarono enormemente la devozione al [[Sacro Cuore di Gesù]], detestata invece e avversata con tutti i mezzi dai giansenisti del '600 e del '700. In morale si impose gradualmente l' insegnamento di [[Sant'Alfonso Maria de' Liguori]] ossia l' ([[Equiprobabilismo]]: ''Lex dubia non obligat'', cioè ''la legge dubbia non obbliga in coscienza'').
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* G. Martina, ''La Chiesa nell'età dell'Assolutismo'', Brescia 1989, pp. 154-156.
49 787

contributi

Menu di navigazione