Iconoclastia: differenze tra le versioni

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Fin dalla fine del [[VI secolo]], l'Impero bizantino fu afflitto da numerose [[eresia|eresie]], che rischiavano di minare la sua stessa unità. Le più importanti tra queste furono il [[nestorianesimo]], il [[monofisismo]] e il [[paulicianesimo]]. Quest'ultima era sorta in Armenia e in Siria nel VII secolo VII. Sensibili alle accuse di [[idolatria]] mosse al [[cristianesimo]] da parte dei fedeli dell'[[Islam]], i pauliciani mossero guerra al culto delle immagini.
 
Al movimento pauliciano finì per aderire l'imperatore bizantino Leone III Isaurico, il quale si batté con una serie di editti per eliminare il culto delle immagini sacre (iconoclastia) ormai troppo diffuso nell'Impero,<ref>Franco Cardini Marina Montesano, ''Storia Medievale'', Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, pag. 225 "Fu appunto lui a proibire in tutto l'impero il culto delle immagini sacre, che anzi furono per decreto sovrano condannate all'eliminazione. La distruzione delle immagini (detta con parola d'origine greca ''iconoclastia'') fu all'origine di una lunga crisi che si trascinò lungo tutto il secolo VIII e parte del IX."</ref> andando anche contro le opinioni della [[Chiesa]] di [[Roma]] e di [[Papa Gregorio II]] che lo [[scomunica|scomunicò]].
 
== Le icone nel culto ==
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