Islam: differenze tra le versioni

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| [[Ebraismo]], [[Cristianesimo]] e [[Mazdeismo]]
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L<nowiki>'</nowiki>'''Islam''' (in arabo: إسلام ) da pronunciare "Islàm", traducibile con "sottomissione [a Dio]", che deriva dalla radice "slm" ovvero "essere salvato", è una [[monoteismo|religione monoteista]], osservata dai [[musulmani]]. L'Islam si è manifestato per la prima volta nella cittadina [[Hijaz|higiazena]] della [[La Mecca|Mecca]] (Penisola Araba) nel VII secolo. Suo portavoce è stato [[Maometto]] (in arabo :محمد Muḥammad), considerato dai [[musulmani]] l'ultimo e definitivo [[profeta]] inviato da [[Dio]] (in arabo: الله Allāh) al mondo intero.<br />
Quanto a numero di fedeli l'Islam (con tutte le sue varianti) segue soltanto il [[Cristianesimo]], anch'esso da intendersi in un'accezione globale. I numeri sono peraltro oggetto di disputa, variando tra il miliardo e 200 milioni e il miliardo e mezzo di devoti.
 
 
== Modelli ispiratori ==
Quali siano stati i modelli religiosi ispiratori è ancora argomento di discussione fra gli storici delle religioni. Se infatti si può parlare, coi dovuti distinguo, di debiti contratti verso il [[Giudaismo]], lo [[Zoroastrismo]], il [[Cristianesimo orientale]] e, più ancora, il credo delle [[Giudeo-Cristianesimo|comunità ebraico-cristiane]] attive nella stessa Penisola Araba - debiti per molti versi e in diversa misura difficilmente negabili - non manca però chi sostiene l'indubbia esistenza di una matrice indigena sud-arabica che affrancherebbe l'Islam da una sorta di tutela strettamente allogena. Del resto non sono episodiche le prove, epigrafiche, artistiche (statuaria votiva) e archeologiche, circa l'esistenza di culti monoteistici negli ambienti culturali sud-arabici e il loro lento accostamento a forme sempre più spiccatamente [[monoteismo|monoteistiche]].
 
Che l'Islam appartenga al medesimo contesto di valori dell'[[Religione ebraica|Ebraismo]] e del [[Cristianesimo]], viene sottolineato dalla sua inclusione tra le cosiddette [[religione abramitica|religioni abramitiche]].<ref name="J.Smith98">''Religion, Religions, Religious'', essay by [[Jonathan Z. Smith]], published in book: {{cite book |editor=[[Mark C. Taylor]] |title=Critical Terms for Religious Studies |origyear=1998 |url=http://www.press.uchicago.edu/Misc/Chicago/791572.html |publisher=University of Chicago Press |isbn=978-0226791562 |chapter=fifteen |pages=430}}</ref><ref>Jacques Derrida, ''Once More, Once More: Derrida, the Jew, the Arab'', introduction to Gil Anidjar, ''Acts of Religion'', Routledge, New York & London, 2001.</ref>
 
Altra fonte di confusione terminologica si ha negli ultimi anni con il crescente e improprio uso come sostantivo dell'aggettivo ''islamico''.<ref>Cfr. il ''Dizionario Enciclopedico Italiano'' (DEI) dell'Istituto Treccani, vol. VI: «islàmico agg. (pl. m. -ci). Dell'Islam: ''religione i.'', ''cultura i.''; più genericam., che appartiene all'islamismo, inteso non solo come religione ma come sistema politico, sociale e culturale: ''popolazioni i.''; ''il mondo i.''; ''la civiltà islamica''».</ref>. Il sostantivo che si riferisce a chi professa la religione islamica è infatti ''musulmano'' (nell'uso corretto si dovrebbe dire: ''i musulmani'' e non ''gli islamici'').
{{citazione necessaria|L'uso come sostantivo dell'aggettivo è nato, come abbreviazione di ''islamista'', per indicare i militanti di movimenti radicali di matrice islamica che spesso tracimano nel terrorismo, il che conferisce a quest'uso una sfumatura negativa; ciononostante si assiste a una sua crescente diffusione nei mezzi di comunicazione di massa anche come semplice sinonimo di ''musulmano''.|}}
 
== La fede ==
Gli ''arkān al-Islam'' ("Pilastri dell'Islam") sono quei doveri assolutamente cogenti per ogni musulmano osservante (pubere e sano di corpo e di mente) per potersi definire a ragione tale. La loro intenzionale evasione comporta una sanzione morale o materiale. Essi sono:
* la ''[[shahada|shahāda]]'', o "testimonianza" di fede (affermazione, espressa con retta intenzione, dell'esistenza in Dio Uno e Unico nella missione profetica di [[Maometto]], da effettuare alla presenza di due validi testimoni);
* la ''[[ṣalāt]]'', [[preghiera]] canonica da effettuare 5 volte al giorno, in precisi momenti (''awqāt'') che sono scanditi dal richiamo del ''[[Muezzin|muʾadhdhin]]'' ({{in arabo|: مؤذن| muezzin}}) che operano nelle ''[[moschea|moschee]]'' (oggi spesso sostituiti da registrazioni diffuse con altoparlanti);
* la ''[[zakat|zakāt]]'', o versamento a scopo pio di un'imposta di "purificazione" della ricchezza, attualmente devoluta volontariamente a organizzazioni di carità o aventi come fine l'islamizzazione all'interno o all'esterno dei paesi islamici (''[[Da'wa|da‘wa]]'');
* ''Sawm [[ramadan|ramaḍān]]'' ({{in arabo|: صوم رمضان}}), ovvero digiuno del mese lunare di [[Ramadan]] per chi sia in grado di sostenerlo;
* ''[[Hajj|{{unicode|ḥ|}}ajj]]'' ({{in arabo|: الحج}}), pellegrinaggio canonico a Mecca e dintorni, nel mese lunare di [[Dhu l-Hijja|Dhū l-hijja]], per chi sia in grado di sostenerlo fisicamente ed economicamente.
 
In ambienti come quello [[Hanbalismo|hanbalita]], si aggiunge un sesto pilastro, il<ref>Il sostantivo è maschile in arabo ed è del tutto scorretto renderlo femminile per la persistente volontà di tradurlo esclusivamente come "guerra".</ref> ''[[jihad]]'', lo "sforzo", o "impegno per Dio".
 
== Obblighi morali e sociali ==
Il [[musulmano]] ha comunque il diritto-dovere di assolvere al ''[[jihad|jihād]]'' ({{in arabo|: جهاد}}), indicato letteralmente dai musulmani come "impegno [del singolo] sulla Strada di Dio" ( ''jahada fī sabīl Allāh'' ), nella speranza di poter vedere nell'Aldilà il Suo Volto ( ''li-wajhihi'' ), grazie alla riuscita lotta decisa contro le pulsioni negative del proprio corpo e del proprio spirito.
 
Se il ''jihād'' si presentasse esclusivamente nella sua accezione prioritaria ("maggiore", ''akbar'', dice la [[fiqh|giurisprudenza]]), esso andrebbe a costituire senza obiezione alcuna il sesto Pilastro della fede islamica. Il fatto però di prevedere anche una sua forma di minor rilevanza spirituale ( ''a{{unicode|ṣ|}}gharaghar''), ossia quella di combattere una concreta "guerra obbligatoria" contro i nemici dell'Islam, non consente un siffatto inserimento a pieno titolo tra i cinque ''arkān al-Islām''.
Anche nella sua veste minore, il ''jihād'' deve essere ulteriormente definito e differenziato dalla ''[[Shari'a|sharīʿa]]''. Se infatti un'offesa o un'aggressione sono portate dalla ''[[dar al-Harb]]'' nel cuore della ''[[dar al-Islam]]'', l'impegno a prendere le armi per contrastare ed eliminare l'oltraggio incombe su tutta la ''[[Umma]]'', mentre se si intendesse realizzare l'espansione dei confini fisici e spirituali della ''Umma'', l'impegno al ''jihād'' incomberebbe esclusivamente su volontari espressi dalla ''[[Umma]]''. Nel primo caso si parla allora di ''far{{unicode|ḍ|}} ʿayn'' (obbligo individuale), nel secondo invece di ''far{{unicode|ḍ|}} kifāya'' (obbligo collettivo).
 
Anche nella sua veste minore, il ''jihād'' deve essere ulteriormente definito e differenziato dalla ''[[Shari'a|sharīʿa]]''. Se infatti un'offesa o un'aggressione sono portate dalla ''[[dar al-Harb]]'' nel cuore della ''[[dar al-Islam]]'', l'impegno a prendere le armi per contrastare ed eliminare l'oltraggio incombe su tutta la ''[[Umma]]'', mentre se si intendesse realizzare l'espansione dei confini fisici e spirituali della ''Umma'', l'impegno al ''jihād'' incomberebbe esclusivamente su volontari espressi dalla ''[[Umma]]''. Nel primo caso si parla allora di ''far{{unicode|ḍ|}} ʿayn'' (obbligo individuale), nel secondo invece di ''far{{unicode|ḍ|}} kifāya'' (obbligo collettivo).
 
Il "jihād maggiore" costituisce il sesto pilastro anche per l'intero [[Sciismo]]. Per spiegazioni più dettagliate si rinvia al relativo lemma.
[[File:Islam percentage by country.png|right|500px|thumb|Stati con popolazione di religione islamica.]]
I musulmani vengono differenziati in:
* [[Sunniti]], che sono la grande maggioranza in quasi tutti i paesi islamici (tranne l'Ira]Iran, l'Iraq] e l'Oman).
* [[Sciiti]], che costituiscono la minoranza più consistente (circa il 10%). Essi si richiamano all'eredità di [['Ali ibn Abi Tàlib|ʿAlī ibn Abī Ṭālib]], cugino e genero di Muḥammad, e dei suoi figli [[al-Hasan ibn Ali|al-Ḥasan b. ʿAlī]] e, più in particolare, di [[al-Husayn ibn Ali|al-Ḥusayn b. ʿAlī]].
 
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