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(Da Beni) |
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Esiste infine anche un'attestazione ''esterna'' della storicità dei miracoli di Gesù, nel ''[[Talmud]]'' ([[VI secolo]]): ivi è presentato come un operatore di [[magia|magie]], che per questo che fu appeso la [[vigilia]] di [[Pasqua]].<ref>{{autore|[[Arialdo Beni]]}}, ''[[Teologia fondamentale]]'', Libreria Editrice Fiorentina, [[Firenze]] [[1984]], p. 149-150.</ref> Considerando che le fonti giudaiche tendono a screditare Gesù e a presentare su di lui versioni leggendarie, colpisce che non abbiano potuto negare che egli abbia operato cose prodigiose.
== Il valore che Gesù stesso vi dà ==
Nei [[Sinottici]] viene narrato che, in occasione di un [[esorcismo]], i [[farisei]] attribuiscono quel segno prodigioso al potere del principe dei demoni che opererebbe in Gesù ({{pb|Mt|9,34; 12,23}}; {{pb|Mc|3,22}}<ref>In questo passo di [[Vangelo secondo Marco|Marco]] sono gli [[scribi]] a rivolgere l'accusa a [[Gesù]].</ref>; {{pb|Lc|11,15}}<ref>Qui invece c'è un generico "alcuni".</ref>); il [[Salvatore]] controbatte che ciò non può essere, perché altrimenti [[Satana]] scaccerebbe Satana; piuttosto, se egli scaccia i [[demoni]] con il [[dito]] di [[Dio]], allora il [[Regno di Dio]] è giunto in mezzo agli uomini ({{pb|Mt|12,25-28}}; {{pb|Mc|3,23-27}}; {{pb|Lc|11,17-20}}); e Gesù indica come [[perdono|imperdonabile]] il [[peccato]] di chi non riconosce in lui l'opera di Dio ([[bestemmia contro lo Spirito Santo]]: {{pb|Mt|12,31-32}}; {{pb|Mc|3,29}}; {{pb|Lc|12,10}})
Il [[Vangelo secondo Giovanni]] attesta che [[Gesù]] fa ripetutamente appello ai suoi miracoli, presentandoli come opere che il [[Dio Padre|Padre]] compie in lui e come una [[testimonianza]] superiore a quella che il [[Giovanni Battista|Battista]] ha dato nei suoi confronti: essi dimostrano che il Padre lo ha mandato ({{pb|Gv|5,36; 10,25.32}}). Vedendo le sue opere, i suoi [[discepolo|discepoli]] possono [[conoscenza di Dio|conoscere]] che il Padre è in Gesù e Gesù nel Padre ({{pb|Gv|10,37; 14,11; 15,24}}).
== I miracoli secondo il tipo ==
* la [[lebbra]]: un lebbroso ({{pb|Mt|8,1-4}}; {{pb|Mc|1,40-45}}; {{pb|Lc|5,12-16}}) e poi altri [[guarigione dei dieci lebbrosi|dieci]] ({{pb|Lc|17,11-19}});
* l'[[emorragia]] di lunga durata: l'[[emorroissa]], guarita appena tocca il [[mantello]] di Gesù ({{pb|Mt|9,20-22}}; {{pb|Mc|5,24-34}}; {{pb|Lc|8,43-48}});
* l'[[edema]]
* la [[sordità]]: un uomo [[sordo]] e [[muto]] ({{pb|Mc|7,31-37}});
* la [[cecità]]: il [[cieco]] di [[Betsaida]], guarito mettendogli la [[saliva]] sugli [[occhi]] ({{pb|Mc|8,22-26}}), e [[Bartimeo]], mendicante cieco di Gerico ({{pb|Mc|10,46-52}}); anche il [[cieco nato]] ({{pb|Gv|9,1-7}});
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