Anno Giubilare: differenze tra le versioni

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== Evoluzione==
[[Papa Clemente VI]], sia per permettere più frequenti benefici spirituali, sia per uniformare il "centenario" cristiano alla cinquantennale prassi ebraica, decise di non attendere il nuovo secolo e indisse il [[Giubileo del 1350]]. Per il conseguimento delle indulgenze, alle basiliche di san Pietro e san Paolo affiancò quella di [[san Giovanni in Laterano]], anche se il papa non si mosse dalla sede avignonese.
 
Anche [[Urbano VI ]] decise di non aspettare il nuovo secolo e indisse il [[Giubileo del 1390]], celebrato sotto [[Bonifacio IX]], il quale affiancò alle precedenti alle basiliche di san Pietro, san Paolo e san Giovanni anche quella di [[santa Maria Maggiore]]. L'antipapa avignonese [[Clemente VII]] proibì ai propri fedeli (soprattutto francesi e spagnoli) di parteciparvi.
 
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2. Il Giubileo nel Basso Medioevo
 
Ricordare i giubilei successivi al primo significa rievocare, sia pure per rapidissimi accenni, tutta la storia della Chiesa. Anche se Papa Bonifacio VIII aveva stabilito che essi avessero luogo solo negli anni centenari, già Papa Clemente VI (1342-1352), indicendo quello del 1350, fissa una scadenza cinquantennale, con un richiamo alla tradizione giubilare ebraica; poi, dopo la decisione di Papa Urbano VI (1378-1389) d’indirne uno ogni trentatré anni, in ricordo della durata della vita terrena di Cristo, si arriverà alla definitiva fissazione della scadenza venticinquennale con la bolla Ineffabilis Providentia, di Papa Paolo II (1464-1471), del 17 aprile 1470.
 
Il giubileo del 1350 — che fa seguito alla spaventosa epidemia di peste che, nel 1348, colpisce l’Europa, con la morte di circa il 40 per cento della popolazione — viene incontro anche a un diffuso desiderio penitenziale. Esso può essere definito come il giubileo senza papa, giacché Clemente VI, pur accogliendo, con la sua indizione, le sollecitazioni dei fedeli e in particolare dei romani, non si muove da Avignone. Fra coloro che s’indirizzano al Papa per convincerlo a proclamare l'anno santo sono anche Cola di Rienzo (1313-1354), per qualche tempo a capo del governo romano, e il letterato Francesco Petrarca (1304-1370), che, pellegrino lui stesso, descrive in varie lettere le modalità e il significato dell’evento. Per facilitare l’afflusso dei pellegrini —superiore a quello del primo giubileo — il Papa ottiene una tregua dai re di Francia e d’Inghilterra, già impegnati in quella che poi sarà definita la Guerra dei Cento Anni (1339-1453). In questa occasione viene aggiunto l’obbligo della visita anche alla basilica di San Giovanni in Laterano.
 
In pieno scisma, Papa Urbano VI decide di indire per il 1390 un nuovo giubileo, aggiungendo la visita a una quarta basilica, quella di Santa Maria Maggiore. Esso viene poi celebrato effettivamente da Papa Bonifacio IX (1389-1404) e può essere definito come il giubileo della Chiesa divisa, perché il "Papa avignonese", Clemente VII (1378-1394), proibisce ai propri fedeli, soprattutto francesi e spagnoli, di parteciparvi. Lo stesso Bonifacio IX, di fronte allo spontaneo accorrere di pellegrini a Roma nel 1400, conferma il perdono straordinario anche per quell’anno; una lettera scritta allora contiene il primo riferimento noto alla Porta Santa in San Giovanni in Laterano e a cerimonie a essa connesse.
 
L’anno santo del 1423, indetto, dopo il suo ritorno a Roma, da Papa Martino V (1417-1431) — il Pontefice con il quale, al termine del Concilio di Costanza (1414-1418), è ricomposta l’unità della Chiesa cattolica — costituisce una prova della ritrovata e unitaria centralità di Roma. Testimonianze dell’epoca indicano che l’afflusso di pellegrini forestieri fu maggiore di quello dei pellegrini italiani.
 
Nel 1450 il giubileo viene indetto da Niccolò V (1447-1455), un Pontefice umanista, che proprio in occasione della Pentecoste di quell’anno canonizza Bernardino da Siena (1380-1444), grande e popolarissimo predicatore francescano. Mentre la Cristianità era sospesa fra la sempre più minacciosa espansione turca — Costantinopoli cadrà nel 1453 — e le speranze del superamento dello scisma della Chiesa greca, i pellegrini affluiscono in quantità impressionante; per dirla con Vespasiano da Bisticci (1421-1498), "[...] erano le strade piene in modo che [gli uomini] parevano formiche". Il successivo anno santo — il termine entra nell’uso ufficiale proprio in questa occasione — viene indetto da Papa Paolo II e celebrato da Papa Sisto IV (1471-1484). Un grande giubileo viene indetto e celebrato da Papa Alessandro VI (1492-1503) nell’anno 1500, pochi anni dopo il viaggio di scoperta dell’America compiuto da Cristoforo Colombo (ca. 1460-1506). La preghiera letta dal Pontefice durante la notte di Natale, nella cerimonia di apertura della Porta Santa, chiede a Dio di concedere "[...] un inizio propizio di questo anno centesimo del giubileo in cui hai voluto aprire questa porta al popolo pentito".
 
 
3. Il Giubileo nell’epoca della Rivoluzione
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