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Raggiunta la sua diocesi, vi fece due volte la [[visita pastorale]], prima di essere promosso arcivescovo di Fermo nel [[1803]]. In questo periodo attese al riordinamento dei suoi scritti, ripubblicati in nove volumi
Costretto a vivere a Parigi dal 1810 con gli altri membri del [[Sacro Collegio]], il Brancadoro rifiutò di assistere al secondo matrimonio di Napoleone con Maria Luisa, celebrato il [[2 aprile]]. Fu per questo motivo confinato a Reims, assieme al [[Ercole Consalvi|Consalvi]], il [[10 giugno]]
Rientrato definitivamente nella sua diocesi nel giugno [[1815]], il Brancadoro fu fautore di un ritorno integrale alla situazione preesistente alla Rivoluzione, predicando la necessità della restituzione dei beni ecclesiastici alienati, in contrapposizione alla politica riformistica del [[Segretario di Stato]] Consalvi. Nel [[Papa Leone XII#Il conclave|conclave del 1823]] appoggiò, coerentemente con questa posizione, la candidatura di [[Antonio Gabriele Severoli]] insieme con gli altri "zelanti". Ammalatosi e divenuto dal [[1828]] quasi completamente cieco, non partecipò ai conclavi del 1829 e del 1830-31.
Fece edificare nell'arcidiocesi di Fermo la chiesa dell'Annunziata a Porto Sant'Elpidio nel [[1823]] ed eresse la propria residenza con un palazzo a Sant'Elpidio a Mare.
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