San Carlo Borromeo: differenze tra le versioni

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Nel [[1565]], lasciata la corte pontificia, entrò della [[diocesi di Milano]], nella quale da circa 80 anni mancava un vescovo residente e nella quale si era radicata una situazione di pesante degrado, con prelati dediti alle mondanità e preti non preparati e spesso scostumati.
 
Ristabilì una rigida disciplina nel clero, spendendosi per il rafforzamento della [[Morale|moralità]] e della preparazione dei sacerdoti, secondo le direttive del Concilio tridentino (costituì il seminario maggiore di Milano, il [[seminario elvetico]] e altri seminari minori): decretò, inoltre, che i preti non potessero coabitare con donne, neppure loro strette consanguinee.
 
Per la sua opera riformatrice si servì anche dell'opera dei recenti [[ordine religioso|ordini religiosi]] ([[Compagnia di Gesù|Gesuiti]], [[Chierici Regolari Teatini|Teatini]], [[Chierici Regolari di San Paolo|Barnabiti]]), e fondò la congregazione degli [[Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo|Oblati di Sant'Ambrogio]] nel ([[1578]]).
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