San Giovanni Battista: differenze tra le versioni

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|Nome= Giovanni Battista
|PostCognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Ain Karem
|LuogoNascitaAlt= ?
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 7 a.C.
|NoteNascita = ?
|LuogoMorte = Macheronte Transgiordania
|LuogoMorteAlt = ?
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 29
|quote citazione = {{pb|Mt|11,11}}
|età =
|Epoca = -100
|Epoca2 = 0
|Attività = profeta
|Attività2 = predicatore
|Attività3 = martire
|Nazionalità = giudeo
|PostNazionalità = {{sp}}itinerante, attivo in Palestina verso la fine degli anni 20. La tradizione cristiana lo considera parente di [[Gesù]] (sua madre [[Elisabetta]], moglie di [[Zaccaria]], è detta parente di [[Maria]]) e l'ultimo dei profeti giudei, immediato precursore del [[Messia]]. Il [[29 agosto]] se ne ricorda il [[Martirio di San Giovanni Battista|martirio]], mentre il [[24 settembre]] il [[Natività di San Giovanni Battista|concepimento]].
|immagine= San Juan Bautista - El Greco - Lienzo - hacia 1600 - 1605.jpg
|didascalia= {{Autore|[[El Greco]]}}, ''San Giovanni Battista'' ([[1600]] - [[1605]]), olio su tela; Valencia (Spagna), Museo di Belle Arti
|note= [[Profeta]]
|ruolo =
|tipo = neotestamentario
|sb = 20300
|altre ricorr = [[29 agosto]] (martirio)<ref name=memoria>Nel [[Rito romano]] con grado di [[Memoria (liturgia)|memoria]], nel [[Rito ambrosiano]] grado di [[Festa (liturgia)|festa]].</ref>
|ricorrenzanote = [[29 agosto]] (martirio)<ref name=memoria/>
|martirologio = [[Solennità]] della [[Natività di San Giovanni Battista]], [[precursore]] del [[Signore]]: già nel grembo della [[Sant'Elisabetta (madre di Giovanni Battista)|madre]], ricolma di [[Spirito Santo]], esultò di gioia alla venuta dell’umanadell'umana [[salvezza]]; la sua stessa nascita fu [[Profeta|profezia]] di [[Cristo]] [[Signore]]; in lui tanta [[grazia]] rifulse, che il Signore stesso disse a suo riguardo che nessuno dei nati da [[donna]] era più grande di Giovanni Battista.
|martirologionumero = 1
|santuario principale =
|attributi= Agnello, [[croce]], cartiglio con la frase ''ECCE AGNUS DEI''
|patrono di= albergatori, coltellinai, uccellatori, sarti, lavoratori del cuoio, monaci, [[Canale d'Agordo]],[[Chiaramonte Gulfi]], [[Cesena]], [[Firenze]], [[Genova]], [[Monza]], [[Marsciano]], [[Ragusa]], [[Roma]], [[Torino]], [[#Città_e_paesi_italiani_in_cui_è_santo_patrono|altre]]
}}
 
Nella sua predicazione era centrale l'idea di una svolta nella storia della salvezza e l'annuncio del "più forte", dalla tradizione cristiana identificato con [[Gesù]], che valse a Giovanni l'epiteto di "precursore". Il [[battesimo]], cioè l'abluzione da lui praticata nelle acque del fiume Giordano come segno penitenziale, fu [[battesimo di Gesù|praticata da Gesù]] all'inizio del suo ministero e attuata da lui e dai suoi discepoli. Giovanni [[Morte|morì]] decapitato per ordine di [[Erode Antipa]], probabilmente poco prima del 30.
 
== Fonti storiche ==
 
{| {{Prettytable|text-align=center|align=center}}
|+ Sinossi dei principali passi relativi al Battista<ref>Riadattamento riassuntivo di Angelico Poppi. ''Sinossi quadriforme dei quattro vangeli''. 1992.</ref>
|- style="background-color: sandybrown;"
!
| -
| -
| {{Passo biblico|Lc|1,5-25}};<br />{{Passo biblico|Lc|1,39-56}};<br />{{Passo biblico|Lc|1,57-80}}
| -
| -
| {{Passo biblico|Mc|1,2-8}}
| {{Passo biblico|Lc|3,1-18}}
| {{Passo biblico|Gv|1,6-8.15}};<br />{{Passo biblico|Gv|1,19-36}};<br />{{Passo biblico|Gv|3,22-36}}
| Libro XVIII:118
|-
|}
 
La conferma della storicità di Giovanni il Battista viene da un brano dello storico ebreo Giuseppe Flavio ([[37]]-[[103]] d.C.). Nella sua opera [[Antichità giudaiche]], scritta tra il [[93]] ede il [[94]] d.C., nel Libro XVIII, 116-119, riporta:
 
Libro XVIII:116 - 2. Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.
 
Libro XVIII:117 Erode infatti aveva ucciso quest'uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l'anima fosse già purificata da una condotta corretta.
Libro XVIII:118 Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così .grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, poiché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene.
 
Libro XVIII:119 A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi là messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell'esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.
 
Giuseppe Flavio riferisce notizie diverse da quelle riportate nei Vangeli, quindi il brano non può essere un'interpolazione tardiva di mano cristiana. Sul motivo che portò alla condanna a [[morte]] di Giovanni, lo storico ebreo propone una spiegazione diversa da quella fornita dagli evangelisti. Fatta questa precisazione, le informazioni storiche su Giovanni provenienti dai Vangeli e da Antichità giudaiche non si contraddicono, ma si integrano e confermano vicendevolmente. Entrambe le fonti concordano sui seguenti fatti:
*Giovanni era soprannominato Battista
*Rivolgeva la sua predicazione ai Giudei
*Praticava il rito del battesimo
*Aveva un grande seguito tra il popolo
*Fu imprigionato e messo a [[morte]] per ordine di Erode Antipa
 
Bisogna verificare se la cronologia desunta dai Vangeli è compatibile con quella ricavata da Antichità giudaiche. Secondo i Vangeli, le date in cui si inquadrano la missione e [[morte]] di Giovanni sono comprese tra l'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare ([[27]] d.C.) e la [[crocifissione di Gesù]] ([[aprile]] dell'anno [[30]] d.C.). Le indicazioni cronologiche fornite da Giuseppe Flavio sono più problematiche. Secondo Giuseppe, la sconfitta militare di Erode Antipa per opera di Areta IV, re dei Nabatei e suo ex suocero, infuriato per il ripudio della figlia, spodestata da Erodiade, e per una questione di confini, venne interpretata dal popolo come una punizione divina per l'uccisione di Giovanni il Battista.
 
La guerra tra i due scoppiò nel [[36]] d.C., parecchi anni dopo il viaggio a [[Roma]] in cui Erode si invaghì di Erodiade, risalente al [[27]] d.C. Giuseppe Flavio sembra non distinguere nel tempo questi due momenti storici, e pare supporre una vicinanza temporale tra la [[morte]] di Giovanni e la sconfitta di Erode.
 
== Vita ==
[[Immagine:Fra Angelico 002.jpg|thumb|left|300px|{{Autore|[[Beato Angelico]]}}, ''[[Imposizione del nome a san Giovanni Battista (Beato Angelico)|Imposizione del nome a san Giovanni Battista]]'' ([[1428]] - [[1430]]), tempera su tavola; [[Firenze]], Museo Nazionale di San Marco]]
 
Gli avvenimenti relativi alla nascita di Giovanni sono narrati da {{pb|Lc|1,5-25;1,39-45;57-80}}. I suoi genitori erano [[Zaccaria]] ed [[Elisabetta]]. Entrambi erano anziani e non avevano figli. Zaccaria era un [[sacerdote (ebraismo)|sacerdote]] della classe di Abia, Elisabetta viene presentata discendente di [[Aronne]], dunque appartenente alla tribù di Levi come il marito, e "parente" di [[Maria]] ({{passo biblico|Lc|1,36}}; il testo non usa mai il termine greco per "cugina", anche se questa opzione rimane possibile). La successiva tradizione cristiana ha cercato di specificare, in diversi modi e in maniera leggendaria, questa parentela.<ref>[[Iacopo da Varazze]] nella sua ''[[Legenda Aurea]]'' (1260, [http://www.fordham.edu/halsall/basis/goldenlegend/GoldenLegend-Volume5.htm#Nativity%20of%20our%20Blessed%20Lady inglese]) propone un improbabile e complesso albero genealogico: [[Gioacchino e Anna|Anna]], moglie di [[Gioacchino e Anna|Gioacchino]] (v. [[Protovangelo di Giacomo]]), aveva una sorella di nome Hismeria, la quale aveva come figlie Elind e Elisabetta, madre del Battista. Anna però ebbe 3 matrimoni: il primo con Gioacchino, dal quale ebbe Maria, madre di Gesù; il secondo con [[Cleofa]], fratello di [[Giuseppe]], dal quale ebbe un'altra Maria, moglie di [[Alfeo]] e madre dei quattro "fratelli" di Gesù; il terzo con Salome, dal quale ebbe una terza figlia di nome Maria, moglie di [[Zebedeo]] e madre di Giacomo e Giovanni. Invece [[Niceforo Callisto]] (Storia Ecclesiastica 2,3), attorno al 1320, sostiene che Anna, madre di Maria, era sorella di Soba, madre di Elisabetta, e di una Maria madre di Salome.</ref>
Non viene presentato il luogo della loro dimora se non con la generica indicazione di "una città di Giuda" ({{passo biblico|Lc|1,39}}), dalla successiva tradizione cristiana identificata con [[Ain Karem]] (o Ein Kerem),<ref>La più antica indicazione in tal senso viene ravvisata nella ''Topografia'' di Teodosio, pellegrino in terra santa nel 530, che sostiene esserci 5 miglia tra Gerusalemme e il luogo dove visse Elisabetta ([http://www.archive.org/stream/cu31924028534216#page/n15/mode/1up/search/elizabeth online]). Non nomina però la località ma altre testimonianze successive confermano questa indicazione tradizionale (v. Ein Kerem su [http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/judaica/ejud_0002_0006_0_05653.html jewishvirtuallibrary.org]).</ref> che all'epoca distava circa 8 km da Gerusalemme e attualmente ne è un quartiere.
 
"Al tempo di re [[Erode]]" ({{passo biblico|Lc|1,5}}, m. 4 a.C.) l'angelo [[Gabriele]] annuncia a Zaccaria, mentre officia nel tempio, che nonostante la naturale sterilità avrebbero avuto un figlio cui porre nome Giovanni. L'angelo lo presenta implicitamente come un [[nazireo]] ("non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di [[Spirito Santo]] fin dal seno di sua madre", {{passo biblico|Lc|1,15}}, v. anche {{passo biblico|Lc|7,33}}, cf. {{pb|Nm|6,3}}), e un predicatore "con lo spirito e la potenza di [[Elia]]" ({{passo biblico|Lc|1,17}}). All'annuncio Zaccaria si mostra [[incredulità|incredulo]] e per questo l'angelo gli annuncia un temporaneo mutismo. Tornato a casa avvenne il concepimento di Giovanni.
 
Sempre secondo Luca, dopo 6 mesi ({{passo biblico|Lc|1,26}}) avvenne l'[[annunciazione]] a Maria a [[Nazaret]], e apparentemente subito dopo questa si mise in viaggio (presumibilmente non da sola ma con [[Giuseppe]] o qualche parente maschio) per andare a trovare Elisabetta ([[visitazione]]) e vi rimase 3 mesi. Maria sembra essere ripartita poco prima della nascita di Giovanni: se l'intento del viaggio (taciuto da Lc) era, verosimilmente, quello di assistere la parente, questa partenza anticipata è improbabile e può essere ricondotta alla mera necessità letteraria dell'evangelista di far uscire di scena un personaggio non fondamentale nel racconto della nascita di Giovanni.
 
[[Immagine:AinKarem13.JPG|thumb|right|250px|[[Ain Karem]], luogo dove è nato Giovanni Battista secondo la tradizione]]
Alla nascita del bambino Zaccaria, ancora muto, propone il nome Giovanni come imposto dall'angelo e riacquista la parola, pronunciando l'inno noto come [[Cantico di Zaccaria]], nel quale tra l'altro esalta il futuro ruolo profetico del figlio: "E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati" ({{passo biblico|Lc|1,76-77}}).
 
La storicità degli eventi relativi alla nascita di Giovanni e della sua parentela con Gesù è attualmente discussa. A favore dell'autenticità si può notare come Lc, il medico ellenista della diaspora, mostri una altrimenti inspiegabile correttezza nella descrizione dei costumi sacerdotali, mentre altrove (per la [[Presentazione di Gesù al Tempio|Presentazione di Gesù]], {{passo biblico|Lc|2,22-24}}) si mostra comprensibilmente confuso. Di contro, a favore di una elaborazione leggendaria, tardiva e successiva giocano il tenore miracolistico del racconto della nascita, la somiglianza col racconto dell'altrettanto miracoloso concepimento di [[Samuele]] da parte di [[Anna]] ({{pb|1Sam|1}}) e dello stesso Gesù, e il fatto che la parentela tra Maria ed Elisabetta (l'apax {{passo biblico|Lc|1,36}}), e dunque Gesù e Battista (che però appare in contrasto con {{pb|Gv|1,33}}), può essere derivata dalla necessità di collegare ante facto il movimento battista a quello cristiano.
La devozione e la tradizione cristiana non hanno dubitato della storicità degli eventi (v. pP.es. [[Catechismo di Pio X]], 1905;<ref>Nel celebre [[Catechismo Maggiore|Catechismo]] di [[Papa Pio X]] (1905) si legge: "83. Nel colloquio coll'Arcangelo, Maria aveva inteso che sua cugina Elisabetta, moglie ad un sacerdote, chiamato Zaccaria, dovea sebbene avanzata in età, avere un figlio. Con santa sollecitudine andò Maria a trovare la cugina sulle montagne della Giudea, per congratularsi con lei, e sovratutto per servirla, come fece per tre mesi, quale umile ancella. Si fu in quell'occasione che Maria, rispondendo al saluto della cugina che, ispirata dallo Spirito Santo la salutava Madre di Dio, usci in quel sublime cantico - [[Magnificat]] - che sovente canta la Chiesa.
84. Il figlio di Elisabetta fu Giovanni Battista, il santo precursore del Messia" (Catechismo di Pio X, "Sunto di storia del Nuovo Testamento" [http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/IT/cey.htm online]).</ref> [[Ricciotti]], 1941<ref>[[Ricciotti]] (1941: [http://www.cattolicesimo.com/Apologetica/vitaCristo/vitadiges%C3%B9.htm §226-7; 235-7]) commenta i dati lucani assumendone semplicemente la storicità.</ref>).
Gli studiosi contemporanei, anche cattolici, sono più prudenti (v. pP.es. [[Brown]], 1976;<ref>[[Brown]] (1976: 353) si mostra prudente e indeciso: "i nomi dei genitori [del Battista] e il lignaggio sacerdotale trovano una migliore spiegazione, insieme alla datazione nel periodo erodiano, considerandoli come informazioni della tradizione (storica o non storica) pervenute a Luca, invece che un prodotto dell'inventiva lucana" attraverso discepoli di Giovanni passati al cristianesimo ({{pb|At|19,1-7}}) o sacerdoti convertiti ({{pb|At|6,7}}), ma conclude: "ritengo che sia del tutto possibile attribuire a Luca [cioè senza preciso fondamento storico] la forma letteraria, la posizione, la teologia e la maggior parte del contenuto di 1,5-25" (ib.: 380), in particolare la parentela di Gesù e Giovanni affermata da 1,36.</ref> [[Meier]], 1994<ref>[[Meier]] (1994: 42-43) appare invece più netto: "Potremmo dunque rassegnarci, accantonando Lc1 nella nostra indagine sul Battista storico. [...] Se si può salvare qualcosa di valido dal racconto di Luca, è l'idea che Giovanni era il figlio unico di un sacerdote che prestava servizio nel tempio di Gerusalemme".</ref>).
La questione è comunque ininfluente alla fede cristiana.<ref>Il [[Catechismo della Chiesa cattolica]], parlando del Battista, si sofferma sul suo ruolo di precursore e battezzatore di Gesù, tralasciando il resto (v. nnNn. [http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p122a3p2_it.htm#II.%20...nacque%20da%20Maria%20Vergine 486]; [http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p122a3p3_it.htm#I.%20Tutta%20la%20vita%20di%20Cristo%20%C3%A8%20mistero 523; 535]).</ref>
 
Data la sporadicità degli accenni evangelici e la mancanza di indicazione di altre fonti è impossibile datare con sicurezza la data di nascita di Giovanni. Sulla base dell'indicazione di {{passo biblico|Lc|1,36}}, per cui il concepimento di Gesù avvenne 6 mesi dopo quello del Battista, e della comune [[data di nascita di Gesù|datazione per la nascita di Gesù]] al 7-6 a.C., è possibile ipotizzare che sia avvenuta attorno al 7 a.C. Anche quanto al giorno o alla stagione è impossibile trarre da Lc indicazioni chiare e univoche. Alcuni studiosi hanno cercato indicazioni cronologiche nell'indizio del turno di Zaccaria nella classe di Abia, ma i risultati non sono univoci e condivisi.<ref>V. [[Data di nascita di Gesù#Indicazioni evangeliche]]</ref> La tradizione cristiana comunque la celebra il [[24 giugno]], cioè esattamente 6 mesi prima (secondo il calendario romano<ref>8° giorno alle calende di luglio (24 giugno) e 8° giorno alle calende di gennaio (25 dicembre).</ref>) del [[25 dicembre]], data (altrettanto tradizionale e a-storica) della nascita di Gesù.
 
=== Formazione: esseno? ===
[[Immagine:Gentile da Fabriano 049.jpg|thumb|left|300px|{{Autore|[[Gentile da Fabriano]]}}, ''San Giovanni Battista nel [[deserto]]'' (part. dalDal ''Polittico di Valle Romita''), [[1406]] - [[1414]], tempera su tavola; MIlano, Pinacoteca Nazionale di Brera]]
 
I vangeli non dicono nulla circa la vita privata di Giovanni prima del ministero pubblico. Nonostante fosse di stirpe sacerdotale, come il padre Zaccaria, avrebbe potuto officiare nel [[tempio]], ma non sembra sia stato coinvolto nell'attività liturgica ebraica. Non sembra neanche fosse sposato e avesse figli, in contrasto con la prassi ebraica e in particolare sacerdotale. In occasione del ministero pubblico, Giovanni viene descritto con tratti fortemente ascetici: è "vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi", {{pb|Mt|3,4}}; {{pb|Mc|1,6}}; cf. anche {{pb|Mt|11,8}}; {{pb|Lc|7,25}}), si nutre di locuste e miele selvatico ({{pb|Mt|3,4}}; {{pb|Mc|1,6}}), sobrio nutrimento delle popolazioni di zone aride, digiuna ({{pb|Mt|9,14;11,18}}; {{pb|Mc|2,18}}; {{pb|Lc|5,33;7,33}}) al punto da apparire esile come "una canna sbattuta dal vento" ({{pb|Mt|11,7}}; {{pb|Lc|7,24}}). Probabilmente era [[nazireo]] (v. sopra), caratteristica che lo accomunava a [[Gesù]] (assumendo la storicità della [[Sindone]] che lo ritrae con capelli lunghi, cosa non comune all'epoca) e [[Paolo]] (sulla base della comune interpretazione di {{pb|At|18,18}}).
Il racconto lucano della nascita termina con la sommaria indicazione che "il bambino cresceva e si fortificava nello spirito; e stette nei deserti fino al giorno in cui doveva manifestarsi a Israele" ({{passo biblico|Lc|1,80}}). Dal punto di vista narrativo, il versetto consente l'uscita di scena di Giovanni, preparando il suo nuovo ingresso, ambientato sempre nel deserto, in {{passo biblico|Lc|3,2}}. Dato però che la sua attività pubblica viene ivi collocata da tutti i vangeli, è lecito interrogarsi su quando e perché vi si sia recato.
 
Molti studiosi contemporanei hanno ipotizzato che Giovanni fosse stato educato all'interno della comunità [[esseni|essena]], il cui centro spirituale era il monastero di [[Qumran]], nel [[deserto della Giudea]]. Si noti infatti che Giovanni, seppur vissuto nel deserto, ha ricevuto una buona istruzione religiosa, dato che mostra di conoscere sia la Legge (in base alla quale condanna il rapporto adulterino dell’Antipadell'Antipa), sia i profeti, che cita a chi lo interroga. E’È possibile che questo sia avvenuto presso la comunità essena, che aveva l’abitudinel'abitudine di accogliere nuovi adepti in giovane età. O che - più probabilmente - da adulto vi si fosse avvicinato o ne avesse fatto parte.<ref>Brown (1976: 509): "Non è da escludersi che Giovanni Battista adulto, nel periodo da lui passato nel deserto della Giudea, sia venuto in contatto con il gruppo di Qumran".</ref><ref>Meier (1994: 44) cita, come studiosi che sostengono possibile un qualche tipo di legame tra Giovanni e gli Esseni, Geyser, Winter, Steinmann, Robinson, Scobie, Farmer, Fitzmyer, Friedländer (Giovanni "terziario esseno"), oltre che Brown.</ref><ref>La [[Jewish Encyclopedia]] (1901-1906) si mostra estremamente sicura definendolo nell'incipit dell'articolo "Essene saint and preacher".</ref>
 
La cosa è verosimile e possibile: sia lui che loro praticavano il celibato, un'ascesi rigorosa, erano separati dalla liturgia gerosolimitana, erano caratterizzati da una forte attesa escatologica e vivevano ai margini della società ebraica del tempo. Le fonti relative a questa comunità poi hanno mostrato qualche analogia tra i lavacri rituali ivi praticati e il [[battesimo]] che contraddistingue il ministero di Giovanni (v. dopo).
 
Di contro, le fonti storiche non suggeriscono, né esplicitamente né implicitamente, che Giovanni fosse esseno. Inoltre il battesimo di Giovanni, a differenza delle abluzioni essene, era unico e irripetibile, e il suo insegnamento non appare caratterizzato da quella osservanza rigorosa e minuziosa della Legge ebraica che caratterizzava gli esseni (che in giorno di sabato, in rigorosa osservanza del riposo, si astenevano anche dal defecare<ref>[[Giuseppe Flavio]], [[Guerre Giudaiche (libro)|Guerre Giudaiche]] 2,147.</ref>). Si può ipotizzare dunque che tra Giovanni e gli Esseni non vi fosse un legame diretto, ma che fossero inclusi in un contesto di risveglio ascetico-religioso più ampio (Meier, 1994<ref>Meier (1994: 47-48): "È prudente considerare Qumran, Banno [un asceta citato da Giuseppe Flavio] e Giovanni come particolari manifestazioni di un movimento giudaico assai più vasto di penitenti e battezzatori intorno alla regione del Giordano nel I sec. aA.C. - I sec. dD.C.".</ref>).
 
La questione rimane in definitiva aperta, dato il mancato interesse delle fonti storiche a fornire indicazioni più precise.
Tuttavia lo storico ebraico David Flusser scrive: {{Quote|Giovanni è così vicino agli Esseni da non potersi escludere che abbia fatto parte della loro comunità, ma dovette lasciarla perché contrario alla loro tendenza settaria e perché voleva rendere possibile la conversione in vista del perdono dei peccati a tutti gli Israeliti.}}<ref>(David Flusser: Jesus, Editrice Lanterna, [[1976]]; pag. 47)</ref>
 
Sarebbe pertanto assolutamente fuorviante ridurre la predicazione del Battista alle sole similitudini che lo accomunano agli Esseni, senza tener conto della assoluta peculiarità di questo personaggio storico nel contesto religioso e culturale dell’epocadell'epoca.
 
=== Ministero pubblico: contesto ===
[[Immagine:MappaBattista.png|thumb|right|250px|Località palestinesi relative alla vita e al ministero di Giovanni Battista, verso la fine degli anni 20.]]
 
L'inizio del ministero del Battista viene datato da Lc in un passo cronachistico che rappresenta, per la precisione mostrata, un'apax dell'intero Nuovo Testamento: "Nell'anno quindicesimo dell'impero di [[Tiberio]] Cesare (28), quando [[Ponzio Pilato]] era governatore della Giudea (26-36), ed [[Erode Antipa|Erode]] tetrarca della Galilea (4 a.C. - 39 d.C.), e [[Erode Filippo II|Filippo]], suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide (4 a.C. - 34 d.C.), e [[Lisania]] tetrarca dell'Abilene (?), sotto i sommi sacerdoti [[Anna (sommo sacerdote)|Anna]] (6-15) e [[Caifa]] (18-36), la parola di Dio fu diretta a Giovanni..." ({{pb|Lc|3,1-2}}). Nonostante l'abbondanza dei riferimenti, che hanno la funzione di inquadrare la storia sacra nel contesto socio-politico dell'epoca, l'unica indicazione veramente utile e precisa è il 15° anno di Tiberio, che rimanda al 28 d.C. La fine del ministero del Battista, concluso con la sua morte, viene dai vangeli presentata prima della [[morte]] di Gesù, comunemente datata al [[7 aprile]] del [[30]] (vedi [[Data della [[morte]] di Gesù]]).
 
[[Giuseppe Flavio]]<ref name=GF/> non riporta indicazioni precise che permettano di stabilire inizio, durata o fine del ministero di Giovanni. L'unica indicazione può essere ricavata dal fatto che la sua [[morte]] viene presentata prima della fallimentare campagna di [[Erode Antipa]] contro il re nabateo [[Areta IV]], che viene comunemente datata al 35-36.
 
Il cappello introduttivo lucano può però essere riferito, piuttosto che ai pochi versetti relativi all'attività del Battista, a tutti i capitoli successivi relativi al ministero di Gesù. In tal caso l'attività di Giovanni può essere anticipata di qualche tempo rispetto al 28. In tal caso, il fatto che l'evangelista abbia appiattito e avvicinato l'inizio dei due ministeri non dovrebbe stupire, tenendo conto p.es. delDel noto fatto che i sinottici sembrano presentare l'intero ministero di Gesù condensato in un unico anno, mentre Gv (e gli storici moderni) lo dilatano ad almeno due anni (vedi [[Durata e fine del ministero di Gesù]]). Ammettendo un intervallo di tempo più dilatato per l'attività del Battista, che non il 28-29 (o inizio 30) cui rimanderebbe il prologo lucano, si può poi rendere meglio conto della vasta eco che ebbe il suo ministero in Palestina e nella diaspora.
 
[[Immagine:Sapsaphas Madaba.jpg|thumb|left|350px|Mosaico con ''Mappa di Madaba'' (part.), [[VI secolo]]: nell'opera le due località relative a Giovanni sono indicate presso la foce del [[ Fiume Giordano|Giordano]] nel [[Mar [[Morte|Morto]]]]: Αίνών ένθα νύν ό Σαπσαφάς, Ainon, dove adesso (c'è) Sapsafàs; Βέθαβαρά το τού άγίου Ιωάννου τού βαπτίσματος, Bethabara, il (luogo) di San Giovanni Battista. Questa localizzazione tardiva non è condivisa dagli studiosi moderni.]]
Quanto al contesto geografico, il ministero del Battista sembra essere stato itinerante, privo cioè di uno stabile e definito sito. I vangeli lo dichiarano attivo nel [[deserto della Giudea]] ({{pb|Mt|3,1;11,7}}; {{pb|Mc|1,4}}; {{pb|Lc|3,2;7,24}}; {{pb|Gv|1,23}}), cioè l'arida regione collinare compresa tra il [[Mar [[Morte|Morto]]]] e [[Gerusalemme]], ma anche presso il fiume [[Fiume Giordano|Giordano]] ({{pb|Mt|3,6.13}}; {{pb|Mc|1,5.9}}; {{pb|Lc|3,3}}; {{pb|Gv|1,28;10,4}}). Gli unici topònimi citati<ref>Per i tentativi di localizzazione v. [[Brown]] (1966-70: 58-59.199-200).</ref> sono Betania<ref>Diversi manoscritti giovannei hanno le varianti Betabara o Betaraba, ma queste lezioni minoritarie e tardive non sono accolte nel [[GNT]].</ref> ({{pb|Gv|1,28}}), di localizzazione incerta e diversa dalla Betania di Gerusalemme di Marta, Maria e Lazzaro, e Ennòn ({{pb|Gv|3,23}}), di localizzazione altrettanto incerta ma verosimilmente coincidente con la moderna Ainun, nella Samaria, poco distante dal Giordano e ricca di sorgenti.
 
La predicazione di Giovanni era rivolta a [[Ebrei]] (sono citati Gerusalemme, Giudea, zona del Giordano, [[farisei]] e [[sadducei]], [[Pubblicano|pubblicani]], soldati, v. {{pb|Mt|3,5.7}}; {{pb|Mc|1,5}}; {{pb|Lc|3,12.14}}, e Gesù e altri futuri apostoli erano [[Galilea|galilei]]). L'accenno di {{pb|Gv|1,19-27}} a "sacerdoti e leviti" mandati da farisei da Gerusalemme fa pensare a una sorta di commissione investigativa ufficiale inviata dalle autorità del tempio, che non sembra essersi conclusa con un qualche tipo di riconoscimento positivo ({{pb|Mt|21,25}}; {{pb|Mc|11,31}}; {{pb|Lc|20,5}}). Diversamente dal caso di Gesù,<ref>Vedi [[Gesù Cristo A chi]].</ref> non sono testimoniati per Giovanni contatti con non Ebrei.
 
I passi {{pb|Mt|3,9}}, {{pb|Lc|3,8}} confermano quanto è facilmente intuibile, che cioè Giovanni si rivolgesse all'uditorio parlando in [[aramaico]], lingua vernacolare degli ebrei dell'epoca: il gioco di parole tra "figli" e "pietre" è possibile solo nella lingua semitica (rispettivamente ''bené'' e ''abanìn''), non nel [[greco]] evangelico.
Per comprendere il messaggio predicato dal Giovanni storico si volge maggiore attenzione ai tre vangeli sinottici, più antichi e vicini agli eventi storici, mentre [[Gv]], più tardivo (fine I secolo), caratterizzato da una maggiore elaborazione letteraria e attento a un contesto storico di confronto reciproco della [[Chiesa]] coi seguaci del Battista, sembra aver fatto il possibile per "cristianizzare" il suo ministero. In maniera simile è di poco aiuto la breve testimonianza di Giuseppe Flavio, che focalizza il ministero del Battista sulla virtù, la giustizia e la devozione a Dio, senza alcuna venatura profetica o escatologica: il giudeo-romano che scriveva rivolto a romani ha giudicato opportuno sottolineare queste caratteristiche, comuni alla sensibilità e alla religione greco-romana, tacendo quella che pare essere stata invece prioritaria, in un periodo in cui per molti Ebrei i nuovi o ultimi tempi erano sinonimo di lotta armata contro i Romani.
 
Dalla narrazione dei vangeli, Giovanni appare appunto innanzitutto come un [[profeta]] [[Escatologia|escatologico]]. Nell'ebraismo dell'epoca (come in misura minore ancora oggi) era forte l'attesa di un profeta precedente all'arrivo del [[Messia]]-Cristo, nella fattispecie [[Elia]] ({{pb|Mal|3,23-24}}, l'ultima frase dei [[Libri profetici]] della [[Tanakh]]), che sancisse un radicale cambiamento sociale, storico, cosmologico. Giovanni sembrò incarnare questa viva attesa ({{pb|Mt|11,14;17,10-12}}; {{pb|Mc|6,15;9,11-13}}; {{pb|Lc|1,17}}), e anche il suo sobrio abbigliamento ("vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi", {{pb|Mt|3,4}}; {{pb|Mc|1,6}}), tipico dei profeti in generale ({{pb|Zc|13,4}}) e di Elia in particolare ({{pb|2Re|1,8}}), richiamava questa identificazione.
In [[Gv]], che scrive con una minore attenzione all'Antico Testamento che non i sinottici, non vi è traccia di questa identificazione con Elia, che anzi lo stesso Battista sembra negare ({{pb|Gv|1,21}}), ma la sostanza del concetto è lo stesso presente col ricorrente termine di "testimone" e "testimoniare" ({{pb|Gv|1,7-8;1,15;1,19;1,32;1,34;3,26;5,32-33}}) riferito a Gesù. Oltre al riferimento a Elia, dai vangeli il ministero di Giovanni viene presentato come propedeutico all'azione di Dio: "Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri" ({{pb|Mt|3,3}}; {{pb|Mc|1,3}}); {{pb|Lc|3,4}}; {{pb|Gv|1,23}}, libero adattamento di {{pb|Is|40,3}}).
 
I vangeli sinottici riportano alcune brevi sequenze di detti attribuiti alla predicazione di Giovanni ({{pb|Mt|3,2;3,7-12}}; {{pb|Mc|1,7-8}}; {{pb|Lc|3,7-17}}; cf. anche {{pb|At|13,25}}; {{pb|Gv|1,26-27;1,33}}). Centrale è il tema dell'attesa e preparazione, descritta con coloriture forti e negative (l'ira imminente, la scure, il fuoco) come sprone alla conversione in vista della imminente venuta del "più forte", in confronto al quale non si sente degno "di sciogliere i legacci dei suoi sandali", azione umiliante propria degli schiavi. Gv, per bocca dello stesso Battista, e dunque la tradizione cristiana successiva, identificano con certezza questo "più forte" con Gesù, ma questa certezza deve essere ridimensionata alla luce di altre indicazioni storiche (v. dopo). Alcuni studiosi hanno sottolineato l'urgenza della predicazione del Battista con l'espressione "escatologia immediata", contrapposta a quella "immanente" propria del messaggio di Gesù. L'apax di {{pb|Mt|3,2}}, che fa Giovanni annunciatore del [[Regno di Dio]], concetto centrale nella predicazione di Gesù (v. pP.es. {{pb|Mt|4,17}} et al.), può essere una retro-proiezione cristiana.
 
L'indicazione delle esortazioni morali citate dal solo {{pb|Lc|3,10-14}}, lo "scriba della mansuetudine di Cristo", può essere frutto della primitiva tradizione cristiana volta a cristianizzare Giovanni (cf. lL'insegnamento di Gesù in {{pb|Mt|10,10;25,35}}; {{pb|Mc|6,9}}; {{pb|Lc|9,3}}; cf. anche {{pb|Ef|4,28}}). Di contro, a favore della loro storicità (e dunque dalla somiglianza dell'insegnamento tra Gesù e Giovanni) gioca la considerazione che nella predicazione dei profeti veterotestamentari non mancavano considerazioni propriamente morali e di giustizia sociale, e anche la precisazione di Giuseppe Flavio, per cui Giovanni esortava "a essere giusti a vicenda",<ref name=GF/> ne suggerisce l'autenticità. Anche l'indicazione lucana che l'insegnamento era diretto anche a quadri dirigenti statali (esattori delle tasse e soldati) rende più comprensibile la preoccupazione di Erode Antipa che, secondo Giuseppe Flavio, lo spinse a uccidere Battista (v. dopo), giocando a favore della storicità della [[pericope]] lucana.
 
Diversamente da Gesù, Giovanni nel suo ministero non ha compiuto alcun [[miracolo]] ({{pb|Gv|10,41}}).
[[Immagine:The Baptism of Christ (Albani).jpg|thumb|left|350px|{{Autore|[[Francesco Albani]]}}, ''[[Battesimo di Gesù Cristo]]'' ([[1640]] ca.), olio su tela; Lione (Francia), Musée des Beaux-Arts]]
 
A lato della predicazione escatologica e morale, elemento centrale del ministero di Giovanni è il [[battesimo]] ({{pb|Mt|3,6}}; {{pb|Mc|1,5}}; {{pb|Lc|3,3}}; {{pb|Gv|1,26}} et al.; Giuseppe Flavio<ref name=GF/>), che gli ha guadagnato l'epiteto di "Battista" (cioè battezzatore). Dal punto di vista antropologico, l'idea di una purificazione morale e/o spirituale tramite lavaggi con l'acqua è relativamente comune tra varie culture (si pensi in particolare alle abluzioni rituali degli induisti nel Gange). Nel contesto storico di Giovanni, il lavaggio purificatorio era previsto dalla liturgia ebraica in particolari occasioni,<ref>{{pb|Es|40,12}}; {{pb|Lv|14,5-9;14,50-52;15,5-27;16,24-28;17,15}}; {{pb|Nm|19,7-8;19,13;19,19-21}}; cf. anche {{pb|Mc|7,4}}.</ref> ed era diventato sinonimo di purificazione interiore.<ref>{{pb|Zac|13,1-2}}; {{pb|Is|1,16}}; {{pb|Sal|51,7}}</ref> Gli [[esseni]] praticavano periodiche (e non eccezionali) abluzioni corporali<ref>1QS 3,4-12;5,13-14</ref> e, similmente all'ebraismo classico, affermavano il legame acqua-purificazione: "Dio... purificheràPurificherà l'uomo per mezzo di uno spirito santo, e lo aspergerà con uno spirito di verità come acqua purificatrice".<ref>1QS 4,20-21. vV. ancheAnche 1QS 3,6-9; 1QH 7,6-7;17,26.</ref> Sia nell'ebraismo che tra gli esseni i lavacri non aveva l'effetto di cancellare, ipso-facto, i peccati, ma solo di segnalare e confermare esteriormente il cammino di conversione e purificazione interiore.
 
Esistono però molti elementi dissimili tra il battesimo di Giovanni e le abluzioni essene: a differenza di queste, il primo sembra essere stato unico e irripetibile,<ref>Nessuna fonte lo afferma direttamente, ma è una logica conseguenza del messaggio "escatologico immediato" di Giovanni.</ref> con la totale immersione del corpo,<ref>Anche in questo caso, nessuna fonte lo afferma direttamente, lasciando virtualmente possibile la modalità simile a come viene fatto sui neonati (un po' d'acqua sulla testa), ma parlando del battesimo di Gesù Mt3,16 e Mc1,10 dicono che completato il rito "salì dall'acqua" del Giordano. La stessa etimologia del termine "battesimo", letteralmente "sprofondamento", indica un'immersione totale, anche se il termine aveva assunto il significato traslato di "lavaggio" (v. {{pb|Mc|7,4}}, dove gli ebrei non mangiano "se prima non si sono battezzati" e compiono "battesimi di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame").</ref> svincolato da un contesto di vita comune, realizzato da Giovanni e non auto-attuato. Soprattutto, il battesimo di Giovanni era "per (εἰς, o ''in vista di'') la remissione dei peccati" (v. {{pb|Mc|1,4}}; {{pb|Lc|3,3}}). Il senso esatto del legame tra battesimo e remissione nel Giovanni storico è difficile da stabilire sulla base di questa sola particella. Il fatto che l'acqua cancellasse il peccato, facoltà che spetta a Dio solo, doveva suonare eretica e blasfema agli Ebrei (v. anche {{pb|Mc|2,7}}; {{pb|Lc|5,21}}), Giovanni incluso, ed è forse per questo che l'indicazione non si trova in Mt, che scrive rivolto a Ebrei. In tale ottica si comprende la precisazione di Giuseppe Flavio: "Così infatti [essendo pii e virtuosi] l'essere immersi [nell'acqua] è gradito a lui [Dio], non se [i battezzandi lo fanno] per togliere alcuni peccati, ma per la purificazione del corpo, avendo prima purificato l'anima con la giustizia".<ref name=GF/> Questa frase sembra più attenta a presentare il battesimo di Giovanni come ortodosso, in linea con la tradizione ebraica e anche essena, che non a evidenziarne il significato che rivestiva per Giovanni come indicato da Mc e Lc.
È possibile che la soluzione dell'aporia (Dio solo rimette i peccati / battesimo per la remissione dei peccati) sia da trovare nella natura escatologica del messaggio del Battista: "''eis'', con la sua idea di finalità, probabilmente ha un senso futuro-escatologico [...] Il battesimo di Giovanni è un mezzo grazie al quale la persona pentita riceve la sicura promessa della remissione dei peccati, nel giudizio imminente",<ref>Meier (1994: 111), che cita Ernst, J. (1989). ''Johannes del Täufer'', 334-5.</ref> dove il misterioso "più forte" annunciato da Giovanni avrà un ruolo centrale. In tal senso va intesa la descrizione del battesimo del "più forte" che, a differenza di quello di acqua di Giovanni, sarà "in spirito santo<ref>Sarebbe anacronistico pensare che lo "spirito santo" annunciato da Giovanni coincida nelle sue intenzioni, come nella successiva teologia cristiana, con la terza persona della [[Trinità]], consustanziale al Padre e al Figlio. Nella letteratura ebraica inter-testamentaria ed essena esso coincideva con la forza divina vagamente personificata (cf. anche la "[[Sofia]]" o "Sapienza", poi identificata col [[Logos]]-Figlio cristiano).</ref> (e fuoco)" ({{pb|Mt|3,11}}; {{pb|Mc|1,8}}; {{pb|Lc|3,16}}; {{pb|Gv|1,33}}; v. anche {{pb|At|1,5;11,16}}). L'aggiunta (probabilmente redazionale) di Mt e Lc "e fuoco" può essere intesa in due modi: in senso purificatore, cioè il battesimo "in spirito" del "più forte" per coloro che si sono convertiti cancellerà i peccati e purificherà la persona (cf. {{pb|Mal|3,2-3}}); in senso distruttivo, cioè il battesimo "in spirito" del "più forte" per coloro che si sono convertiti cancellerà i peccati, mentre gli altri saranno distrutti col fuoco (cf. {{pb|Mt|3,10;3,12}}; {{pb|Lc|3,9;3,17}}; cf. anche {{pb|Mt|5,22;7,19;13,40;18,8-9;25,41}} e paralleli). Questa seconda opzione, che delinea (nelle intenzioni di Mt e Lc ma che è una logica conseguenze del messaggio escatologico del Battista) una sorta di "doppio battesimo" del "più forte" e sottolinea il significato distruttivo del fuoco (prevalente nei vangeli), è preferibile anche in base al fatto che nel contesto letterario immediato di Mt3,11 e Lc3,16 il fuoco è inteso appunto in senso distruttivo.
 
Com'è noto nella teologia e nella liturgia cristiana il battesimo, derivato dal rito di Giovanni, non viene considerato in antitesi col presupposto della remissione dei peccati da parte di Dio: in quanto [[sacramento]], e dunque "segno efficace della grazia di Cristo", che è "il più forte" giovanneo, trae il suo potere salvifico dal mistero di [[morte]] e risurrezione di Gesù, al quale il battezzato diventa compartecipe ({{pb|Rm|6,4}}).
 
=== [[Morte]] ===
[[File:Michelangelo Caravaggio 021.jpg|400px|thumb|{{Autore|[[Caravaggio]]}}, ''[[Decollazione di san Giovanni Battista (Caravaggio)|Decollazione di san Giovanni Battista]]'' ([[1608]]), olio su tela; La Valletta (Malta), [[Duomo di La Valletta|Cattedrale di San Giovanni]],]]
 
Le vicende relative alla [[morte]] di Giovanni sono narrate dai vangeli sinottici ({{pb|Mt|14,3-12}}; {{pb|Mc|6,17-29}}; {{pb|Lc|3,19-20;9,7-9}}; v. anche {{pb|Gv|3,24}}) e da Giuseppe Flavio.<ref name=GF/>
 
Lo storico giudeo-romano ne fornisce una relazione breve e asciutta: sebbene Giovanni non avesse detto o fatto nulla di male, poiché aveva un forte ascendente sul popolo (cf. anche i pubblicani e soldati citati da {{pb|Lc|3,12-14}}), il re [[Erode Antipa]] lo imprigionò e lo fece uccidere (non viene descritto in che modo) nella fortezza di [[Macheronte]], in [[Perea]], per evitare eventuali future sommosse. Giuseppe non indica astio nell'azione di Erode, né vi sono tracce di ammirazione, ma la condanna sembra derivare da un freddo e spietato calcolo politico. Non vengono fornite indicazioni cronologiche, ma l'uccisione è precedente alla spedizione di Erode contro il re nabateo Areta IV (circa 35-36).
 
I vangeli sinottici invece ne forniscono una versione, per così dire, romanzata, che ha per sfondo gli intricati legami della [[dinastia erodiana]].<ref>[[Giuseppe Flavio]], [[Antichità Giudaiche]] [[Antichità_Giudaiche_-_Libro_18#5|18,5,1.4]].</ref> Secondo la ricostruzione più diffusa tra gli studiosi, [[Erode Antipa]] era sposato con una figlia (di nome ignoto) del re nabateo Areta, in un matrimonio chiaramente politico. A Roma però Antipa aveva conosciuto sua nipote [[Erodiade]] (figlia di Aristobulo, figlio di [[Erode il Grande]] e fratellastro di Antipa), la moglie del suo fratellastro [[Erode Filippo I]],<ref>Diversi studiosi contemporanei non concordano su questo punto, invalidando il racconto presentato dai sinottici. V. voceVoce [[Erode Filippo I]].</ref> e se ne era invaghito. Antipa aveva ripudiato la principessa nabatea, ed Erodiade aveva ripudiato il marito Filippo (cosa non lecita secondo il diritto giudaico che ammette il divorzio da parte del solo marito, {{pb|Dt|24,1-3}}, ma possibile in quello romano) per sposare il suo più potente fratellastro.
Il Battista criticò pubblicamente questa unione illegittima che doveva essere stata popolarmente malvista (cf. Giuseppe Flavio, per cui Erodiade "facendo confusione con [la legge] dei padri ripudiò il marito ancora vivente"), sia perché adulterina che anche consanguinea ({{pb|Lv|18,16;20,21}}). Antipa allora fece incarcerare Giovanni ma non sembra avesse avuto una risoluta intenzione di ucciderlo, o perché lo rispettava ("sapendolo giusto e santo", "lo ascoltava volentieri", {{pb|Mc|6,20}}) o perché (in accordo con Giuseppe Flavio<ref name=GF/>) temeva reazioni del popolo che "lo considerava un profeta", {{pb|Mc|14,5}}. Erode si mostra dunque indeciso, come farà poco tempo dopo in occasione del [[processo di Gesù]] ({{pb|Lc|23,11}}). Non è chiaro quanto tempo Battista sia rimasto imprigionato, verosimilmente nella fortezza di Macheronte, in Perea. Assumendo la storicità della delegazione mandata da Giovanni a Gesù (v. dopo), che era attivo prevalentemente in Galilea, deve essersi trattato di un periodo abbastanza lungo (qualche settimana? qualcheQualche mese?).
 
La sua prigionia ebbe un brusco epilogo in occasione del compleanno di Antipa. La figlia di Erodiade ([[Salomè]], ma il nome non compare nei vangeli) danzò di fronte al re e alla sua corte. Antipa, compiaciuto, gli chiese cosa volesse in cambio, e la ragazza, sobillata dalla madre (la vera causa del rimprovero del Battista al re era in definitiva il comportamento "scostumato" della donna), chiese la testa di Giovanni e fu accontentata (il proverbiale "piatto d'argento" non è così specificato dai vangeli, anche se rimane verosimile dato il contesto di corte). I vangeli terminano il racconto con l'indicazione della sepoltura del corpo decapitato in un luogo non precisato che la tradizione successiva ha identificato con Sebaste, in Samaria<ref>[[Girolamo]], PL 22,491.889; [[Rufino]], Storia Ecclesiastica 2,28, PL 21,536; [[Teodoreto]], Storia Ecclesiastica 3,3, [http://en.wikisource.org/wiki/Nicene_and_Post-Nicene_Fathers:_Series_II/Volume_III/Theodoret/Ecclesiastical_History/Book_III/Chapter_3 inglese].</ref> (che appare improbabile per la lontananza sia dalla Perea che dalla Galilea) oppure nella stessa Macheronte,<ref>[[Niceforo]]; [[Metafraste]].</ref> e l'informazione dell'accaduto a Gesù. I vangeli non indicano esplicitamente luogo e tempo della morte. Rimane possibile l'indicazione della fortezza-palazzo di Macheronte (v. Giuseppe Flavio) come luogo della prigionia, della festa e della decapitazione.<ref>Dato che la corte di Erode Antipa era a [[Tiberiade]] (dopo essere stata in un primo momento a [[Sefforis]]), che Mc6,21 indica come commensali "i notabili della Galilea" (non della Perea), e che il contesto della festa e della prigione sembra essere lo stesso, sulla base dei soli vangeli si potrebbe ipotizzare come luogo degli eventi appunto Tiberiade, in contrasto con l'esplicita indicazione di Giuseppe. D'altro canto non è escludibile a priori che la corte si trasferisse saltuariamente e momentaneamente nell'enclave della Perea, similmente p.es. alAl trasferimento a Gerusalemme in occasione della Pasqua (Lc23,6-12). La festa di compleanno in Perea, territorio prevalentemente pagano diversamente dalla giudaica Galilea, è resa verosimile dall'indicazione di Giuseppe Flavio per cui "la Legge [ebraica] non ci permette di festeggiare la nascita di un bambino" (Contro Apione 2,26), ed è resa possibile dalla constatazione che gli scavi archeologici a Macheronte hanno rilevato due grandi sale per banchetti, presumibilmente una per uomini e una per donne secondo l'uso ebraico (v. anche l'indicazione evangelica per cui Salomè entra, esce, entra dalla sala della corte, Mc6,22.24.25).</ref> Il riferimento a Gesù, che era impegnato nel suo ministero itinerante, permette di datarne la [[morte]] tra il 28 (v. [[Inizio del ministero di Gesù]]) e il 7 aprile del 30 (v. [[Data di [[morte]] di Gesù]]), dunque attorno al 29.
 
== Apocrifi ==
In alcuni passi il Battista viene presentato come subordinato a Gesù e lo riconosce come "il più forte" annunciato. Questo è evidente in particolare in alcuni passi di Gv (il più tardo dei vangeli). In alcuni casi il narratore sottolinea esplicitamente questa subordinazione che relega Giovanni al ruolo di "testimone" o precursore di Gesù ({{pb|Gv|1,7-8.15}}). In altri passi il redattore descrive l'affermazione della subordinazione per bocca dello stesso Battista. Nell'episodio del cosiddetto "Ecce Agnus Dei", Giovanni indica ai suoi discepoli Gesù come colui che aveva annunciato, identificandolo con l'epiteto di "Agnello di Dio" ({{pb|Gv|1,29-37}}). In un secondo episodio ({{pb|Gv|3,22-30}}) il Battista si identifica come "l'amico dello sposo" contrapposto allo sposo, terminando con la frase "lui deve crescere e io invece diminuire", che sancisce la sua uscita di scena (Gv non racconta prigionia e morte). Il vangelo di Giovanni ({{passo biblico|Gv|1,37-51}}) collega questa subordinazione al fatto che alcuni dei discepoli di Giovanni lo abbandonarono per seguire Gesù, diventando suoi [[apostoli]]: [[Giovanni]], [[Andrea]], [[Pietro]], [[Filippo]], Natanaele (=[[Bartolomeo]]?).
 
Nei sinottici la subordinazione di Battista a Gesù è presente ma meno marcata. L'indicazione della parentela tra Elisabetta e Maria, e dunque Giovanni e Gesù, affermata dal solo Lc e in contrasto con Gv1,31, può essere un artificio letterario per collegare i due protagonisti (v. sopra).
L'unico incontro diretto tra le due figure avviene in occasione del [[battesimo di Gesù]] ({{pb|Mt|3,13-17}}; {{pb|Mc|1,9-11}}; {{pb|Lc|3,21-22}}; cf. anche {{pb|Gv|1,32-33}}) quando, nella narrazione cristiana, la voce di Dio indica chiaramente il ruolo privilegiato di Gesù. Il solo Mt aggiunge una precisazione redazionale di subordinazione per bocca di Battista: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?" ({{pb|Mt|3,14}}). Nei vangeli sinottici è però significativo l'episodio della cosiddetta legazione di Giovanni, cioè il suo invio a Gesù di alcuni discepoli mentre si trova prigione ({{pb|Mt|11,1-6}}; {{pb|Lc|7,18-23}}). La domanda: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?" è in contrasto con le esplicite affermazioni riportate da Gv. Gesù risponde affermativamente, per quanto in maniera implicita, affermando l'attualizzazione di alcune profezie veterotestamentarie. Non è indicata la reazione di Giovanni.
 
I vangeli indicano una profonda ammirazione da parte di Gesù per Battista ({{pb|Mt|11,7-15}}; {{pb|Lc|7,24-30}}; {{pb|Gv|5,33-36}}), che viene da lui definito "più di un profeta", "il più grande tra i nati di donna", l' "Elia che deve venire".
 
D'altro canto, se queste indicazioni potrebbero portare a pensare a un Battista "pre-cristiano" e a una totale adesione del movimento a lui riferito alla Chiesa cristiana, altri passi inducono a pensare a un esito diverso. Un certo contrasto tra i discepoli di Giovanni e Gesù sembra essere stato presente per il fatto che questi battezzava ({{pb|Gv|3,22-30}}) e non seguiva digiuni rituali ({{pb|Mt|9,14-15}}; {{pb|Mc|2,18-20}}; {{pb|Lc|5,33-35}}). In {{pb|At|18,24-19,7}} (in occasione del soggiorno di [[Paolo]] a Efeso, circa 53-54) quando viene presentato [[Apollo]] e altri discepoli, di loro si dice che avevano conosciuto solo "il battesimo di Giovanni", e una volta istruiti adeguatamente divennero cristiani. I già citati passi di Gv (fine I secolo) che pongono una notevole ed esplicita enfasi sulla subordinazione di Giovanni sono più facilmente comprensibili ipotizzando un separazione, anche contrastante, tra la Chiesa cristiana e i suoi seguaci. Le Ricognizioni pseudo-clementine del II-III secolo testimoniano l'esistenza di seguaci di Giovanni che lo consideravano Messia,<ref>Ricognizioni 1,54 ([http://www.ccel.org/ccel/schaff/anf08.vi.iii.iii.liv.html inglese], PG 1,1238); 1,60 ([http://www.ccel.org/ccel/schaff/anf08.vi.iii.iii.lx.html inglese], PG 1,1240).</ref> verosimilmente "antenati" dei [[Mandei]].
 
Sulla base di queste indicazioni gli esegeti contemporanei ammettono, come indicato dai vangeli, la precedenza cronologica del ministero di Giovanni a quello di Gesù, l'iniziale adesione di Cristo e di altri futuri cristiani (tra cui alcuni apostoli) al movimento del Battista e la comune forte attesa escatologica (che in Gesù si concretizza nell'annuncio del [[Regno di Dio]]), ma sono più prudenti nell'accettazione della subordinazione di Giovanni a Gesù che può essere ricondotta a motivi apologetici propri della situazione vitale della Chiesa del I secolo.
== Reliquie ==
 
Secondo la tradizione della [[Chiesa cattolica]], il capo del Santo è ora conservato nella [[chiesa di San Silvestro in Capite]] a [[Roma]].
La reliquia pervenne a Roma durante il pontificato di [[Innocenzo II]] ([[1130]]-[[1143]]). Fino al [[1411]], la reliquia veniva portata ogni anno in processione da quattro [[vescovo|arcivescovi]]. Un'altra tradizione affermava invece che la testa fosse custodita nella [[cattedrale d'Amiens]], ma la veridicità della reliquia romana fu dimostrata da [[Oliviero Iozzi]]. Il capo custodito a Roma è senza la mandibola, conservata nella [[cattedrale di San Lorenzo (Viterbo)|cattedrale di San Lorenzo]] a [[Viterbo]].
 
Il piatto che secondo la tradizione avrebbe accolto la testa del Battista è custodito nel [[Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo di Genova]] e nella [[Cattedrale di San Lorenzo (Genova)|Cattedrale di San Lorenzo]] le ceneri del Santo.
Un dito, donato dall'[[Antipapa Giovanni XXIII]], sarebbe conservato nel [[Museo dell'Opera del Duomo di Firenze]], in quanto corredo della [[Santa Maria del Fiore|Cattedrale]].
 
Altre reliquie sarebbero conservate a [[Damasco]], nella [[Moschea degli Omayyadi]]. Un dente si conserva nella [[cattedrale di Ragusa]] ede un altro, insieme ad una ciocca di capelli, a [[Monza]].
 
Altre reliquie, una piccola quantità di ceneri, si trova a [[Chiaramonte Gulfi]], nella chiesa Commendale dell'[[Ordine di Malta]], altre invece a [[Pozzallo]].
== Patronati ==
 
Il culto di San Giovanni Battista si diffuse prestissimo in tutta la Cristianità, e molte [[città]] e chiese ne presero il nome.
 
Moltissimi sono anche i [[patronato|patronati]], di cui ricordiamo i più importanti:
* Come battezzatore è patrono dei trovatelli, che venivano abbandonati alle porte dei battisteri.
* È patrono dell'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]].
* San Giovanni Decollato è il protettore di tutte le Anime Decollate e a queste anime si rivolgono tutti coloro che chiedono aiuto o consiglio oppure cercano un segno divinatorio. Queste anime non hanno nulla a che vedere con le anime sante purganti in quanto, queste ultime stanno a scontare la loro pena poiché in vita non sono state operose ed efficaci nel praticare il bene mentre i ''Decollati'' sono [[Morte|morti]] per mano del boia; per questo motivo è anche patrono di molte [[confraternita|confraternite]] che assistevano i condannati a morte.
 
== Luoghi di culto e patronati geografici ==
{{cassetto|titolo=Città dedicate a San Giovanni Battista|testo=
;Al Nord
* [[Piemonte]]: [[Torino]], e inoltre [[Alagna Valsesia]], [[Avigliana]], [[Barbaresco (Italia)|Barbaresco]], [[Barge]], [[Bistagno]], [[Bolzano Novarese]], [[Bosconero]], [[Bossolasco]], [[Cantarana]], [[Casalgrasso]], [[Castagnito]], [[Cerro Tanaro]], [[Comignago]], [[Fontanile]], [[Mongiardino Ligure]], [[Morano sul Po]], [[Moretta]], [[Orbassano]], [[Ovada]], [[Piana di Rossa]], [[Racconigi]], [[Sauze d'Oulx]], le [[Valli di Lanzo]]
* [[Liguria]]: [[Genova]], e inoltre [[Bardineto]], [[Carcare]], [[Cervo (Italia)|Cervo]], [[Cicagna]], [[Deiva Marina]], [[Finale Ligure]], [[Leivi]], [[Loano]], [[Masone]], [[Migliarina di La Spezia]], [[Montalto Ligure]], [[Monterosso al Mare]],[[Montoggio]], [[Nasino]], [[Nasso di Calice al Cornoviglio]], [[Oneglia]], [[Ospedaletti]], [[Pieve di Teco]],[[Prelà]], [[Riomaggiore]], [[Rovegno]], [[Suvero]], [[Chiavari]], [[Vado Ligure]], [[Varese Ligure]], [[Voltaggio (Italia)|Voltaggio]]
* Trentino, Passo di S. Giovanni a Loppio di Mori da e verso il Garda.
* [[Lombardia]]: [[Albegno]] di [[Treviolo]], [[Almè]], [[Aviatico]], [[Busto Arsizio]], [[Caravate]], [[Carona (Italia)|Carona]], [[Casnigo]] (insieme a [[San Sebastiano]] di Roma), [[Cisliano]], [[Cesano Boscone]], [[Clusone]] (insieme a [[San Biagio]] e a [[Santa Maria Assunta]]), [[Dossena]], [[Fornovo San Giovanni]], [[Lanzada]], [[Lonato]], [[Madone]], [[Mezzoldo]], [[Monza]] (insieme a [[San Gerardo dei Tintori]]), [[Mozzo (Italia)|Mozzo]], [[Palazzago]], [[Predore]], [[San Giovanni del Dosso]], [[San Giovanni in Croce]], [[Sesto San Giovanni]], [[Soldano]], [[Sotto il Monte Giovanni XXIII]], [[Stezzano]], [[Tremosine]], [[Zoanno]]
* [[Friuli-Venezia Giulia]]: [[Latisana]], [[Remanzacco]], [[San Giovanni al Natisone]]
* [[Veneto]]: [[Bessica]], [[Biancade]], [[Bonavigo]], [[Brentino Belluno]], [[Brenzone]], [[Caldogno]], [[Canale d'Agordo]], [[Cappella (Scorzè)]], [[Cavaion Veronese]], [[Erbè]], [[Istrana]], [[Jesolo]], [[Meolo]], [[Oppeano]], [[Pedavena]], [[San Giovanni Lupatoto]], [[Velo Veronese]], [[Vescovana]]
* [[Emilia Romagna]]: [[Bardi]], [[Bondeno]], [[Castel San Giovanni]], [[Castenaso]], [[Cesena]], [[Fiorano Modenese]], [[Minerbio]], [[San Giovanni in Marignano]], [[San Giovanni in Persiceto]], [[Soliera]], [[Spilamberto]], [[Vigolzone]]
;Al Centro
* [[Toscana]]: [[Firenze]], e inoltre [[Campagnatico]], [[Caprese Michelangelo]], [[Chianciano Terme]], [[Firenzuola]], [[San Giovanni Valdarno]], [[Scansano]], [[Vicchio]]
* [[Umbria]]: [[Arrone]], [[Giove (Italia)|Giove]], [[Marsciano]]
* [[Marche]]: [[Acquasanta Terme]], [[Appignano]], [[Camerano]], [[Colbordolo]], [[Fabriano]], [[Macchie (Castelsantangelo sul Nera)|Macchie]], [[Mogliano]], [[Numana]], [[Penna San Giovanni]], [[Pollenza]], [[Porto Recanati]], [[Visso]], [[Sassocorvaro]]
* [[Lazio]]: [[Roma]], e inoltre [[Acquafondata]], [[Arlena di Castro]], [[Casperia]], [[Castelforte]], [[Ceccano]], [[Cineto Romano]], [[Formia]], [[Lenola]], [[Magliano Romano]], [[Manziana]], [[Pontecorvo]], [[Spigno Saturnia]], [[Villa San Giovanni in Tuscia]]
* [[Abruzzo]]: [[Civitella Roveto]], [[Collepietro]], [[Lucoli]], [[Opi]]
;Al Sud e nelle Isole
* [[Puglia]]: [[Castelluccio Valmaggiore]], [[Fasano]], [[Motta Montecorvino]],[[Maruggio]] (insieme a [[San Cristoforo]]), [[Morigino]], [[San Giovanni Rotondo]], [[Sava (Italia)|Sava]], [[Veglie]], [[Turi]]
* [[Basilicata]]: [[Chiaromonte]]
* [[Calabria]]: [[Belsito]], [[Bivongi]], [[Cenadi]], [[Figline Vegliaturo]], [[Gizzeria]], [[Melicuccà]], [[Montepaone|Montepaone Lido]], [[Rosarno]],[[Samo (RC)|Samo]], [[San Giovanni di Gerace]], [[San Giovanni in Fiore]], [[San Lucido]], [[Soveria Mannelli]], [[Villa San Giovanni]] , [[Lamezia Terme]] S.Eufemia
* [[Sicilia]]: [[San Giovanni Montebello]], [[San Giovanni Gemini]], [[Acitrezza]], [[Campobello di Licata]], [[Castelvetrano]], [[Monterosso Almo]], [[Pozzallo]], GRANIERI (fraz. diDi Caltagirone),
[[Ragusa]], [[Vittoria (Italia)|Vittoria]], [[Sperlinga]], [[Chiaramonte Gulfi]], [[Castanea delle Furie]]
* [[Sardegna]]: [[Arzana]], [[Buggerru]], [[Fonni]], [[Ilbono]], [[Masainas]], [[Portoscuso]], [[Pula (Italia)|Pula]], [[San Giovanni Suergiu]], [[Sennori]], [[Sedilo]], [[Siniscola]], [[Ussassai]]
Attributo principale nell'[[iconografia]] è un lungo bastone da viandante sormontato da una piccola croce, con la scritta ''Ecce [[agnus Dei]]'' ("Ecco l'Agnello di Dio", {{pb|Gv|1,29.36}}); è vestito con l'abito di pelle di cammello, a cui a volte si aggiunge il mantello rosso, segno del [[martirio]].
 
Il Battista è rappresentato in tutti i momenti della sua vita, fin da quando, ancora nel ventre della madre, sussulta all'arrivo di Maria incinta di Gesù. È spesso rappresentata la sua nascita, e gli artisti indugiano sul delicato particolare di Zaccaria, che, reso muto dall'angelo per la sua incredulità, scrive su un libro il nome del neonato, scena nota come "Imposizione del nome del Battista". Spesso è rappresentato bambino, già vestito con una pelle di cammello, in compagnia di Gesù e altri personaggi delle due famiglie.
 
La raffigurazione più frequente è ovviamente la scena del battesimo di Gesù nel Giordano. È infine rappresentato nel momento del martirio, o subito dopo, quando la sua testa è presentata a [[Erode Antipa|Erode]], [[Erodiade]] e [[Salomè (figlia di Erodiade)|Salomè]].
{{Sezione accessoria|Bibliografia}}
 
* [[Raymond E. Brown]] (2005<sup>6</sup>). ''Giovanni'', [[Cittadella]]. Tr. itIt. diDi (1966-70). ''The Gospel according to John''.
* Raymond E. Brown (2002<sup>2</sup>). ''La nascita del Messia'', [[Cittadella]]. Tr. itIt. diDi (1976). ''Birth of the Messiah''.
* [[John Paul Meier]] (2003). ''Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico. Vol. 2, Mentore, messaggio e miracoli'', Queriniana. Tr. itIt. diDi (1994). ''A Marginal Jew: Rethinking the Historical Jesus. Vol. 2, Mentor, Message, and Miracles''.
* [[Giuseppe Ricciotti]] (1941). ''Vita di Gesù'', [http://www.cattolicesimo.com/Apologetica/vitaCristo/vitadiges%C3%B9.htm online].
* {{autore|Rosa Giorgi}}, ''Santi'', col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, [[Milano]] [[2002]], pp. 167 - 175 ISBN 9788843596744

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