Papa Pio II: differenze tra le versioni

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|età=S
|Epoca= 1400
|PreAttività=è stato il 210°º
|Attività=vescovo
|AttivitàAltre={{sp}}di [[Roma]] e [[papa]]
|immagine=Pintoricchio 014.jpg
|didascalia= {{Autore|[[Pinturicchio]]}}, ''[[Papa]] Pio II va ad [[Ancona]] per affrettare la [[Crociata]]'' (part. ''[[Papa]] Pio II''), [[1503]] - [[1509]], affresco; [[Siena]], [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Siena)|Cattedrale di Santa Maria Assunta]], Libreria Piccolomini
|gmO= 4 marzo
|aO=1447
|nominato = [[19 aprile]] [[1447]] da [[Niccolò V]]
|gmC= 15 agosto
|aC=1447
|vCtit=[[card.]]
|vC=Juan de Carvajal
|gmP= 17 dicembre
|aP=1456
|pP=Callisto III
|inizio = [[19 agosto]] [[1458]]
|consacrazione = [[3 settembre]] [[1458]]
|fine = [[14 agosto]] [[1464]]
|predecessore=[[papa Callisto III]]
|successore=[[papa Paolo II]]
== Biografia ==
 
Pio nacque a Corsignano (oggi [[Pienza]]<ref>Durante una visita compiuta nel [[1459]] nel paese natale, il papa Pio II concepì il progetto di trasformare l'antico borgo fortificato in residenza temporanea sua e della corte pontificia, dando così avvio ada uno dei più riusciti esempi di progettazione urbanista rinascimentale: per tale motivo e in onore del papa il borgo assunse dal [[1462]] la denominazione di Pienza.</ref> ), nel territorio [[Siena|senese]], da una [[famiglia]] nobile.
 
La [[famiglia]] aveva scelto questo nome per via di un loro parente di nome ''Giulius Piccolominis Amideis'', che era imparentato con la [[famiglia]] degli Amidei. Quando seppero della discendenza degli Amidei dalla ''Gens Iulia'', decisero di chiamare il futuro papa Pio II, Enea Silvio, in onore di Enea, figlio di Venere che, diceva la ''Gens Iulia'', era il primo membro della loro famiglia.
 
=== Segretario del suo Vescovo ===
Dopo aver studiato alle università di Siena e Firenze, si stabilì a Siena come insegnante, ma nel [[1431]] accettò il posto di segretario di [[monsignore|mons.]] [[Domenico Capranica]], [[Arcidiocesi di Fermo|arcivescovo di Fermo]], allora sulla strada che lo conduceva al [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|Concilio di Basilea]] per protestare contro l'ingiustizia del nuovo [[papa Eugenio IV]], che gli rifiutava il [[cardinale|cardinalato]] al quale era stato designato da [[Papa Martino V|Martino V]]. Arrivato a [[Basilea]] dopo numerose avventure, successivamente servì [[Domenico Capranica|Capranica]] e diversi altri signori.
 
Nel [[1435]] venne inviato dal cardinale [[Niccolò Albergati]], legato di Eugenio al concilio, in missione segreta in [[Scozia]]. Lo scopo di questa missione viene raccontato in vari modi anche da lui stesso. Piccolomini visitò l'[[Inghilterra]] oltre alla Scozia, e fu soggetto a diversi pericoli e vicissitudini in entrambe le nazioni. Di tutto questo ha lasciato un prezioso resoconto.
 
=== Conciliarista ===
Al suo ritorno si schierò attivamente con il [[concilio]] nel suo conflitto con il [[Papa]] e, anche se ancora [[laico]], ottenne una parte importante nella direzione dei suoi affari.
 
Egli appoggiò la creazione dell'[[antipapa Felice V]], ma quando agli inizi del [[1442]] il concilio elesse Amedeo, Duca di Savoia, come [[antipapa]], Enea, percependo che la posizione del concilio era alla lunga indifendibile, trovò un pretesto per ritirarsi alla corte dell'imperatore Federico III a [[Vienna]]. Lì venne incoronato poeta imperiale laureato, ede ottenne il patrocinio del cancelliere dell'imperatore, Kaspar Schlick, del quale celebrò un'avventura amorosa a Siena nella romanza, ''Eurialo e Lucrezia''.
 
Il suo carattere era stato fino ad allora quello di un facile uomo di mondo, senza pretesa di coscienziosità nella morale o di coerenza in politica. Egli iniziò ada essere più regolare nel primo aspetto, e nel secondo adottò una linea definita facendo pace con [[Roma]]. Essendo stato inviato in missione a Roma nel [[1445]], con lo scopo apparente di indurre Eugenio a convocare un nuovo concilio, venne assolto dalle [[pena canonica|censure ecclesiastiche]] e fece ritorno in [[Germania]] con il compito di assistere il Papa.
 
=== Diplomatico ===
 
Questo fece, in maniera molto efficace, con la destrezza diplomatica con la quale ammorbidì le differenze tra la corte papale di Roma e gli elettori imperiali tedeschi; ed ebbe anche una parte importante nel compromesso col quale, nel [[1447]], il morente Eugenio accettò la [[riconciliazione]] offerta dai principi tedeschi, lasciando senza supporto il concilio e l'[[antipapa]]. Enea per quel tempo era già stato [[ordinazione presbiterale|ordinato]] [[presbitero]]: infatti era già [[canonico]] di [[Trento]] e [[parroco]] di [[Sarentino]] nel [[1446]]. Uno dei primi atti del successore di Eugenio, [[Papa Niccolò V]], fu quello di nominarlo [[vescovo]] di [[Trieste]] nel [[1447]].
 
Nel [[1450]] venne inviato come ambasciatore dall'imperatore Federico per negoziare il [[matrimonio]] di questi con la principessa Eleonora del Portogallo, cosa che riuscì a portare a termine; nel [[1451]] intraprese una missione in [[Boemia]], dove concluse un soddisfacente accordo con il capo degli [[hussiti]], [[Giorgio di Podebrady]]; nel [[1452]] accompagnò Federico a Roma, dove l'imperatore sposò Leonora e venne incoronato re dei Romani.
 
Nell'[[agosto]] [[1455]] Enea tornò a Roma con un'ambasciata per profferire l'[[obbedienza]] della [[Germania]] al nuovo Papa, [[Papa Callisto III|Callisto III]]. Egli portò con sé forti raccomandazioni dell'imperatore e di [[Ladislao d'Ungheria]], per la sua nomina al [[cardinale|cardinalato]], ma sorsero dei ritardi a causa della determinazione del Papa a promuovere prima un suo nipote, ed egli dovette aspettare fino al [[dicembre]] dell'[[1456]]|anno successivo]]. Ottenne invece temporaneamente il vescovato di [[Arcidiocesi di Varmia|Varmia]] (Ermeland).
 
=== Papa ===
 
Callisto III [[Morte|morì]] il [[6 agosto]] [[1458]]. Il [[10 agosto]] i cardinali entrarono in [[conclave]]. Il benestante cardinale di [[Rouen]], benché [[Francia|francese]] e dal carattere discutibile, sembrava certo di essere eletto. Enea, come ci dice in un passaggio della sua storia dell'epoca, pubblicò clandestinamente nel ''[[Conclavi de' Pontifici Romani]]'', con quale arte, energia ed eloquenza frustrò le speranze del cardinale francese. Sembrò che l'elezione non dovesse ricadere su Pio, ma nessun altro candidato sembrò averci pensato seriamente, né probabilmente vi era qualcuno complessivamente più degno della [[tiara]], anche se il sacro collegio probabilmente comprendeva alcuni uomini di alta morale..
 
Dopo essersi alleato con Ferdinando, il pretendente aragonese al trono di [[Napoli]], il suo atto successivo fu di riunire un congresso dei rappresentanti dei principi cristiani a [[Mantova]], per prendere un'azione comune contro i [[impero ottomano|Turchi Ottomani]], che nel frattempo avevano conquistato definitivamente [[Costantinopoli]] e stavano per prendere possesso di tutto l'[[Impero bizantino]], guidati da Maometto II. Fu questo, infatti, il motivo dominante del suo Pontificato.
 
Il [[19 gennaio]] [[1459]] istituì l'[[Ordine di Santa Maria di Betlemme|Ordine Betlemita]]. Nessun Pontefice prima di lui aveva fondato in prima persona un [[Ordine cavalleresco]], ma Papa Pio II aveva persino tentato di sciogliere i più potenti Ordini esistenti, ordinando loro di confluire in questa nuova Milizia. Il suo lungo trasferimento verso il luogo dell'assemblea poteva far pensare a una processione trionfale. Il congresso fu invece un fallimento completo rispetto ai suoi obiettivi ostentati, ma almeno mostrò che l'impotenza della [[cristianità]] non era dovuta al Papa. Al suo ritorno dal congresso, Pio spese un periodo considerevole di tempo nel suo paese di origine, nel territorio senese, e descrisse il diletto e il fascino della vita di campagna in un linguaggio molto gradevole.
 
Venne richiamato a Roma dai problemi causati da [[Tiburzio de Maso]], che venne alla fine catturato e giustiziato. Gli [[Stato Pontificio|Stati Pontifici]] erano a quell'epoca grandemente disturbati da baroni ribelli e dalle scorrerie dei condottieri, ma questi mali vennero gradualmente abbattuti. Anche la [[Guerra Napoletana]] ebbe fine, col successo dell'alleato del Papa, Ferdinando. Il Papa tentò anche delle mediazioni nella [[Guerra dei tredici anni]] tra [[Polonia]] e cavalieri dell'[[Ordine Teutonico]], e quando fallì nell'ottenere il successo, scagliò l'[[anatema]] su polacchi e [[Prussia|prussiani]].
 
Nel [[luglio]] [[1461]], Pio canonizzò [[Santa Caterina da Siena]], e nell'[[ottobre]] dello stesso anno ottenne quello che inizialmente sembrò un brillante successo, inducendo il nuovo re di Francia, Luigi XI, ad abolire la [[sanzione pragmatica di Bourges]], con la quale l'autorità del Papa in Francia era stata gravemente ostacolata. Ma Luigi si aspettava che Pio avrebbe in cambio sposato la causa francese a Napoli, e quando questo non avvenne ristabilì la sanzione pragmatica per mezzo di ordinanze reali. Pio venne anche coinvolto in una serie di dispute con il re di [[Boemia]] e il Conte del [[Tirolo]], e la [[crociata]] per la quale il congresso di Mantova era stato convocato non fece progressi.
 
Di fronte allo scarso interesse delle potenze occidentali a partecipare ada una nuova crociata "contro il turco", il Papa fece circolare in [[Europa]], a scopo polemico, una lettera al [[Sultano]], [[Maometto II]], in cui offriva al signore turco, una volta [[conversione|convertitosi]] al [[cristianesimo]] romano, il titolo di imperatore romano, per il quale in occidente nessuno era più degno agli occhi di Pio II.
 
Pio riuscì a riconciliare l'imperatore ede il re d'[[Ungheria]], ede ottenne grande incoraggiamento, oltre a vantaggi economici, dalla scoperta di miniere di allume nel territorio pontificio, ma si era alienato la Francia; il Duca di Borgogna non mantenne le sue promesse; [[Milano]] era assorbita dal tentativo di prendere [[Genova]]; [[Firenze]] consigliò cinicamente al Papa di lasciare che turchi e [[Repubblica di Venezia|veneziani]] si logorassero a vicenda.
 
Pio era inconsapevolmente vicino alla sua fine, e il suo malessere probabilmente portò alla febbrile impazienza con la quale, il [[18 giugno]] [[1464]], partì per [[Ancona]] allo scopo di condurre la crociata di persona. Sembrò certo che il risultato di tale impresa sarebbe stato ridicolo o disastroso, ma l'ingegno di Pio II comparve nuovamente e la rese patetica. Pio soffriva di febbre quando lasciò Roma, l'esercito crociato si sciolse ad Ancona alla ricerca di un trasporto, e quando infine giunse la flotta veneziana, il Papa morente poté solamente vederla dalla finestra. Spirò due giorni dopo, il [[14 agosto]] [[1464]]. Gli successe [[papa Paolo II]].
 
== Personalità e produzione letteraria ==
 
Pio II è considerato uno dei più interessanti successori di Pietro. Ebbe una natura vitale, sincera, e amorevole, franca e ingenua anche nelle sue aberrazioni e difetti.
 
Quando le sue prospettive si allargarono e le responsabilità si fecero più profonde, anche il suo carattere si ampliò e approfondì. Mentre competeva con ogni altro uomo in industriosità, prudenza, saggezza e coraggio, eccelse nella semplicità dei gusti, nella costanza degli affetti, nella gentile allegria, nella magnanimità e nella pietà. Come capo della [[Chiesa]] fu abile e sagace, e mostrò di comprendere le condizioni alle quali poteva essere mantenuto il suo potere spirituale; le sue idee erano lungimiranti e liberali; e si fece influenzare poco dai fini personali.
 
Pio è interessante in particolare come il tipo di studioso e pubblicista che si fa strada per la sua forza intellettuale, facendo intravedere quell'età di là da venire in cui la penna deve essere più forte della spada; e non di meno come la figura in cui, più che in ogni altra, lo spirito [[medioevo|medioevale]] e quello [[età moderna|moderno]] si incontrano e fondono, e dove il secondo prende definitivamente il sopravvento sul primo.
 
Pio fu un autore versatile e prolifico. La sua opera più importante sono i ''[[Commentari del suo tempo]]'', la cui stesura iniziò dopo l'elezione del [[1458]] e proseguì sino alla morte; furono pubblicati nel [[1584]] (oltre un secolo dopo) con il nome di Gobelinus (Giovanni Gobelino, un parente tedesco di Piccolomini), al quale vennero attribuiti, ma che era in realtà solo il [[copista]].
 
L'edizione fu curata dall'[[arcivescovo]] di [[Siena]], [[Francesco Bandini Piccolomini]], che alterò pesantemente l'opera, mutilandola dei passi più scabrosi e scandalosi, e modificandone lo stile. Numerosi passaggi soppressi all'epoca della pubblicazione sono stati pubblicati nella ''Transazione'' dell'[[Accademia de' Lincei]] da Signor Cugnoni, assieme ad altre opere inedite. I ''Commentari'' di Pio sono una lettura di notevole valore storico. "Pio II", dice Creighton, "è il primo scrittore che tentò di rappresentare il presente come sarebbe apparso ai posteri, che applicò coscientemente una concezione scientifica della storia alla spiegazione e all'organizzazione degli eventi". Le sue ''Epistole'', che egli stesso raccolse, sono anch'esse un importante fonte di informazioni storiche.
 
I più preziosi di questi scritti storici minori sono le sue storie della [[Boemia]] (''Historia Bohemica'') e dell'imperatore Federico III, quest'ultima parzialmente autobiografica. Abbozzò dei trattati biografici su [[Europa]] ed [[Asia]], e nella prima parte della sua vita produsse numerosi trattati sulle controversie politiche e [[teologia|teologiche]] dei suoi tempi, così come su soggetti estetici.
 
Fu molto ammirato come poeta dai suoi contemporanei, ma la sua reputazione nelle "belle lettere" è dovuta principalmente all'''Eurialo e Lucrezia'', che viene letto ancor oggi, in parte per la sua fedeltà e in parte per il fatto singolare di essere un racconto amoroso scritto da un futuro Papa. Pio compose inoltre alcune commedie, delle quali solo una è giunta ai giorni nostri. Tutte queste opere sono in [[lingua latina|latino]].
 
Pio non fu uno studioso eminente, il suo latino è spesso scorretto, e conosceva poco il [[lingua greca|greco]]; ma i suoi scritti hanno un'alta qualità letteraria, e verranno sempre premiati come riproduzioni vivide ede accurate dello spirito della sua epoca.
 
Rimane celeberrimo il suo detto sul malcostume italico della raccomandazione: {{Quote|Quand'ero solo Enea<br />nessun mi conoscea.<br />Ora che son Pio<br />tutti mi chiaman zio.}}
 
Pio ispirò la struttura urbanistica, forse la prima pianificazione urbana di sempre, della sua splendida città che oggi porta il suo nome: [[Pienza]] ([[Siena]]).
== Il palio in suo onore ==
 
Il [[2 luglio]] del [[2005]], in occasione del seicentenario della sua nascita, a Siena è stato corso il palio in suo onore, ed è stato vinto dalla Nobile Contrada del Bruco con il cavallo Berio montato dal fantino Luigi Bruschelli detto ''Trecciolino''.
 
== Opere ==
|tipologia = ecclesiastico
|carica = [[Basilica di San Lorenzo (Milano)|Prevosto della Basilica di San Lorenzo di Milano]]
|periodo = [[1436]] - [[1440]]
|precedente = [[Martino di Canale]]
|successivo = [[Leonardo da Vercelli]]
{{Box successione
|carica = {{Carica|Vescovo|di|Trieste}}
|periodo = [[1447]] -[[1450]]
|precedente = [[Niccolò II Aldegardi]]
|successivo = [[Ludovico Della Torre]]
{{Box successione
|carica = {{Carica|Vescovo|di|Siena}}
|periodo = [[1450]] -[[1458]]
|precedente = [[Neri da Montecarlo]]
|successivo = [[Antonio Piccolomini]]
{{Box successione
|carica = {{Carica|Cardinale presbitero|di|Santa Sabina}}
|periodo = [[1456]] -[[1458]]
|precedente = [[Guillaume d'Estaing]]
|successivo = [[Berardo Eroli]]
{{Box successione
|carica = {{Carica|Amministratore apostolico|di|Varmia|Arcidiocesi di Varmia}}
|periodo = [[1457]] -[[1458]]
|precedente = [[Franciszek Kuhschmalz]] <br /> ''Vescovo'' <br />
|successivo = [[Paweł Legendorf]]
|immagine=Bishopcoa.png

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