Principe vescovo: differenze tra le versioni

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Il '''principe vescovo''' (in [[lingua tedesca|tedesco]]'' Fürstbischof'') era un ecclesiastico che univa al suo ruolo religioso quello politico su di un territorio, che non necessariamente coincideva esattamente con la [[diocesi]] su cui esercitava l'autorità religiosa. Questa carica fu molto diffusa nel [[Sacro Romano Impero]] e in gran parte scomparve con la fine dell'Impero nel [[1806]].
 
In [[Montenegro]] questo titolo sopravvisse fino al [[1852]] quando l'ultimo principe vescovo rinunciò alla dignità ecclesiastica, conservando però il [[potere temporale]]. Anche l'[[Arcidiocesi di Riga|arcivescovo di Riga]] ebbe questo titolo come capo di un principato ecclesiastico indipendente. L'ultimo principe arcivescovo di Riga fu [[Johann II von Blankenfeld]] [[Morte|morto]] in esilio nel [[1527]].
 
Il [[Diocesi di Durham|vescovo di Durham]], nel nord dell'Inghilterra, governò sul ''Principato o Palatinato di Durham'' con il titolo di principe vescovo. Il titolo fu abolito nel [[1836]].<ref>{{cita libro |data = [[1836]] |titolo=The Statutes of the United Kingdom of Great Britain and Ireland |url=https://books.google.ca/books?id=eFk0AQAAMAAJ&pg=PA130&dq=bishop+of+durham+++temporal+Powers+by+Palatine++Act+1836&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjkhuzH4tPlAhVsdt8KHYYgBBYQ6AEIMTAB#v=onepage&q=bishop%20of%20durham%20%20%20temporal%20Powers%20by%20Palatine%20%20Act%201836&f=false|autore=His Majesty's Statute and Law Printers|page=130}}</ref>
 
In [[Francia]] gli arcivescovi e i vescovi investiti di potere temporale non portarono il titolo di principe, essendo la Francia un reame, ma quello di duca o conte. Degli iniziali dodici [[Pari di Francia]], sei erano ecclesiastici: l'[[Arcidiocesi di Reims|arcivescovo-duca di Reims]] Primo Pari di Francia; il [[Diocesi di Beauvais|vescovo-duca di Beauvais]]; il [[Diocesi di Laon|vescovo-duca di Laon]]; il [[Diocesi di Langres|vescovo-duca di Langres]]; il [[Diocesi di Châlons|vescovo-conte di Châlons]] e il [[Diocesi di Noyon|vescovo-conte di Noyon]].
== Principi vescovi nel Sacro Romano Impero ==
 
Il potere politico o [[potere temporale]] dei [[vescovi]] fu legato nel [[Sacro Romano Impero]] alla lotta tra l'imperatore e le potenti famiglie baronali. Con l'imperatore [[Enrico I di Sassonia]] e i suoi successori iniziò a conferire diritti sovrani (''iura regalia''<ref>In origine i diritti di regalia (da ''iura regalia'', cioè i diritti del sovrano) indicavano tutti i diritti e beni del sovrano, che formavano la base materiale del suo potere.</ref>) con l'intento di indebolire il potere delle famiglie ducali concorrenti. A differenza dei feudi ducali che passavano in eredità ai discendenti, l'imperatore si riservava la nomina dei successori nei principati vescovili. Nel [[X secolo]] l'impero si sostituì al debole governo della Chiesa nella sostegno alle diocesi, ed era considerato normale che l'imperatore nominasse i vescovi i quali ricevevano poteri pubblici, territori e diocesi, pur essendo questo in contrasto con il [[diritto canonico]]. Nel secolo successivo la Chiesa intraprese una serie di riforme che posero fine al cosiddetto ''[[saeculum obscurum]]'', iniziata nel [[1046]] si concluse con il [[Concordato di Worms]] del [[1122]] che sancì la fine della [[lotta per le investiture]].
[[File:Balduineum Wahl Heinrich VII.jpg|thumb|I sette grandi elettori del Sacro Romano Impero (1308)]]
 
La [[Bolla d'oro]], emanata dall'imperatore [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]] nel [[1356]] stabiliva che l'elezione dell'imperatore fosse demandata ada un'assemblea di sette membri, quattro laici e tre ecclesiastici, senza alcuna interferenza papale. I quattro principi laici erano il re di Boemia, il duca di Sassonia, il margravio del Brandeburgo e il Conte Palatino del Reno. I tre ecclesiastici erano i principi vescovi di [[Arcidiocesi di Magonza|Magonza]], [[Arcidiocesi di Colonia|Colonia]] e [[Arcidiocesi di Treviri|Treviri]]. La bolla stabiliva che l'arcivescovo di Magonza assumesse la carica di arcicancelliere dell'impero e in tale veste assumesse la presidenza dell'assemblea elettorale di Francoforte. Era l'ultimo dei sette grandi elettori a votare, divenendo l'ago della bilancia in caso di parità. L'imperatore, che in precedenza veniva incoronato dal pontefice a Roma, fu da allora incoronato a Francoforte dall'arcivescovo di Magonza.
 
Nel [[1521]] il Sacro Romano Impero contava 53 principati ecclesiastici, circa 25 erano [[diocesi]], il resto erano [[Abbazia imperiale|abbazie imperiali]], che come le diocesi possedevano una [[immediatezza imperiale]] (Reichsunmittelbarkeit)<ref>L'abbazia imperiale era solitamente retta da un [[Abate|abate imperiale]] (''Reichsabt'') o una [[Badessa|badessa imperiale]] (''Reichsäbtissin''). (Il capo di un ''Reichspropstei'' - un prevostato impariale o un priorato - era generalmente un ''Reichspropst''). Molte delle abbazie più grandi avevano il ruolo di principati ecclesiastici ed erano guidate da un [[principe abate]] o da un principe prevosto (''Fürstabt'', ''Fürstpropst''), con uno ''status'' comparabile a quello di [[principe vescovo]]. Molti erano prelati imperiali (''Reichsprelaten'') e avevano un voto singolo o collettivo al ''[[Reichstag (istituzione)|Reichstag]]'' come membri del Seggio dei prelati, ma a partire dal [[1575]] vennero divisi nel "Collegio svevo dei prelati imperiali" e nel "Collegio renano dei prelati imperiali"</ref>.
 
Nel [[1648]], la [[riforma protestante]] e la conseguente [[secolarizzazione]] ridussero questo numero a 23 (che poi divennero 26 nel corso del [[secolo XVII secolo]]). Nel corso delle guerre di religione molti principati vescovili furono [[secolarizzazione|secolarizzati]] e il loro territorio sottomesso a sovrani laici protestanti (Brema, Magdeburgo, [[Halberstadt]], [[Ratzeburg]], ecc.) che ne mantennero il seggio e il voto nel Collegio dei Principi al [[Reichstag (istituzione)|Reichstag]].
 
Nel [[XVI secolo]] e al principio del successivo esistettero, accanto ai principati vescovili [[cattolicesimo|cattolici]] anche numerosi principati vescovili [[protestantesimo|luterani]], il più importante dei quali era quello di [[Diocesi di Magdeburgo|Magdeburgo]]. Quasi senza eccezioni questi territori ecclesiastici protestanti venivano governati da principi appartenenti a potenti dinastie confinanti.
Con la [[pace di Vestfalia]] del [[1648]] vennero trasformati in principati laici, a vantaggio dei maggiori stati protestanti, come per esempio la [[Prussia]]; l'unico principato vescovile protestante che sopravvisse fu quello di [[Diocesi di Lubecca|Lubecca]], e il caso specialissimo del principato vescovile di [[Diocesi di Osnabrück|Osnabrück]], che veniva governato alternativamente da vescovi cattolici e protestanti.
 
All'inizio dell'ottocento, dopo più di un millennio di esistenza, il [[Sacro Romano Impero]] cessò di esistere. Con l'[[Illuminismo]] la legittimazione del potere temporale dei vescovi finì di fronte al razionalismo e all'''Aufklärung'', in particolare sotto l'effetto della Rivoluzione francese. Tutti i restanti principati ecclesiastici furono aboliti in seguito alla [[pace di Luneville]] all'inizio del [[XIX secolo]]: il trattato confermava per la Francia il possesso della riva sinistra del Reno; in compenso, gli stati imperiali ricevettero i territori della diocesi secolarizzata durante la recessione dell'Impero nel [[1803]]. L'ultimo principe arcivescovo arcicancelliere del Sacro Romano Impero e arcivescovo di Magonza [[Karl Theodor von Dalberg]] regnò fino allo scioglimento del Sacro Romano Impero e fu nominato principe primate della Confederazione del Reno nel [[1806]] e arcivescovo di [[Diocesi di Ratisbona|Ratisbona]]. Il suo stato fu anche secolarizzato come Granducato di Francoforte nel [[1810]].
 
== Principati vescovili alla fine del Sacro Romano Impero ==
[[File:HRE Dioceses Prince-Bishoprics, c. 1780.jpg|thumb|upright|375px|Principati vescovili nel Sacro Romano Impero, secolarizzati nel [[1801]]
 
* 1) [[Diocesi di Costanza]]

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