Papa Pio XII: differenze tra le versioni

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Il [[19 luglio]] [[1943]], durante la Seconda guerra mondiale, Roma viene bombardata per la prima volta dagli aerei degli Alleati, causando 617 [[Morte|morti]] e il danneggiamento della Basilica di San Lorenzo. Il giorno successivo ([[20 luglio]]), il papa Pio XII uscirà dalla [[Città del Vaticano]] per visitare i quartieri colpiti e soccorrere le vittime; questa fu un uscita eccezionale dal Vaticano, poiché all'epoca il pontefice si allontanava dal suo Stato solo in casi estremamente rari.
 
Il [[4 giugno]] [[1944]], dopo la liberazione ricevette in [[Vaticano]] i soldati alleati. La [[domenica]] successiva i Romani si recarono in massa a [[Piazza San Pietro]] a salutare e a festeggiare il [[Papa]], che, di fatto, era l'unica autorità rimasta nella capitale dopo l'[[8 settembre]]<ref>Enzo Biagi "Racconto di un secolo" [[1999]] Ed. [[Rai|Rai-Eri]].</ref><ref>Emilio Ranzato, Il Pio XII raccontato dalla fiction televisiva "Sotto il cielo di Roma". Solitario protagonista della storia, in «L'Osservatore Romano», [[2 novembre|2]]-[[3 novembre]] [[2010]].</ref>.
 
=== Il dopoguerra ===
In particolare, a seguito dell'uscita di parte dei documenti ufficiali della Santa Sede nel periodo bellico e della loro controversa interpretazione, sono stati mossi rilievi a Pacelli circa la sua presunta connivenza con i regimi nazi-fascisti - e, ultimamente, di organica collaborazione alla fuga di gerarchi nazisti al termine della seconda guerra mondiale - specialmente per quanto riguarda il suo presunto «colpevole silenzio» di fronte all'Olocausto, anche se l'opinione di alcune personalità [[ebraismo|ebraiche]], talora di rilievo, parrebbe smentire i documenti ufficiali e accreditare a Pio XII e alla [[Chiesa cattolica]] lo svolgimento, durante la guerra, di attività caritatevoli e umanitarie a salvaguardia e protezione di coloro che erano minacciati dalla prospettiva dei campi di sterminio (in stragrande maggioranza ebrei). Anche la conversione al Cattolicesimo del rabbino capo di Roma durante il periodo della II Guerra Mondiale [[Eugenio Zolli|Eugenio Pio Israel Zolli]] è legata a Eugenio Pacelli; significativamente Zolli si fece battezzare nel [[1945]] con il nome di Eugenio Pio<ref>[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,862035,00.html Time Magazine, necrologio in memoria di Eugenio Zolli]
 
{{quote|Morto. Eugenio Zolli, 74 [anni d'età], già ([[1940]]-[[1945|45]]) [[Rabbino]] capo di Roma, che divenne cattolico dopo la seconda guerra mondiale, cambiando il suo nome da Israel a Eugenio come gesto di gratitudine verso papa Pio XII (Eugenio Pacelli) per il suo atteggiamento affettuoso verso gli ebrei durante le persecuzioni naziste e fasciste; a Roma [luogo della morte].|''Time Magazine'', [[12 maggio]] [[1956]]|Died. Eugenio Zolli, 74, onetime ([[1940]]-[[451945]]) Chief Rabbi of Rome, who became a Roman Catholic after World War II, changed his first name from Israel to Eugenio as a gesture of gratitude to Pope Pius XII (Eugenio Pacelli) for his sympathetic attitude toward the Jews during the Nazi and Fascist persecutions; in Rome.|lingua=en}}</ref><ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/92728 Borrelli, Antonio. ''Eugenio Pio Zolli (Israel Zoller) Rabbino, cattolico convertito''. Enciclopedia dei Santi]</ref>.
 
In tal senso andrebbe poi l'emanazione da parte di Pio XII all'indomani del rastrellamento del [[Ghetto di Roma]], il [[25 ottobre]] [[1943]], di una direttiva riservata a tutti gli ecclesiastici italiani in cui si indicava come necessario «ospitare gli ebrei perseguitati dai nazisti in tutti gli istituti religiosi, ad aprire gli istituti o anche le catacombe».<ref>{{en}}. ''[http://www.cwnews.com/news/viewstory.cfm?recnum=50610 Directive from Pius XII ordered shelter for Rome's Jews]'' ([[19 aprile]] [[2007]]) dal sito web «Catholic World News». Riportato il [[16 maggio]] [[2007]].</ref>

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