Papa Alessandro VII: differenze tra le versioni

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|età=S
|Epoca= 1600
|PreAttività=è stato il 237°º
|Attività=vescovo
|AttivitàAltre={{sp}}di [[Roma]] e [[papa]]
|immagine=Alexander VII.jpg
|lO=
|gmO= dicembre
|aO=1934
|vO=
|vC=
|vCtit=
|gmP= 19 febbraio
|aP=1652
|pP=
|inizio = [[7 aprile]] [[1655]]
|consacrazione = [[28 aprile]] [[1655]]
|fine = [[22 maggio]] [[1667]]
|predecessore=[[papa Innocenzo X]]
|successore=[[papa Clemente IX]]
|vescovo=
*{{Carica|Vescovo|di|Nardò}}<br />{{Carica|Cardinale presbitero|di|Santa Maria del Popolo}}
*{{Carica|Vescovo|di|Imola}}
|stemma=C o a Alexander VII.svg
=== Le origini e la carriera ecclesiastica ===
 
Nato a Siena col nome di Fabio Chigi, apparteneva alla famosa [[famiglia]] di banchieri toscani; era bisnipote di [[Papa]] [[Paolo V]], e come accadeva per i rampolli della nobiltà venne educato in casa da precettori privati, che ne curarono la formazione teologica e culturale. Ottenne poi la laurea in filosofia, [[diritto canonico]] e [[teologia]] all'Università di [[Siena]]. Fin da giovane mostrò spiccate doti religiose e letterarie, e da più fonti viene descritto come austero e zelante nella [[fede]]. Nel [[1629]] fu nominato vice-[[legato pontificio]] di [[Ferrara]], incarico che conservò fino al [[1634]], quando giunse a [[Sede inquisitoria di Malta|Malta]] in qualità di [[Inquisizione|Inquisitore]]. L'[[8 gennaio]] [[1635]] fu eletto [[vescovo]] di [[Nardò]]: la consacrazione avvenne il [[1º luglio]] dello stesso anno. Rimase nella sua [[diocesi]] fino al [[1639]], anno della nomina a [[nunzio|Nunzio pontificio]] di [[Colonia]] ([[1639]]-[[1651]]).
 
Non prese parte ai negoziati che portarono nel [[1648]] alla [[Pace di Westfalia]], non riconoscendo agli esponenti dei vari movimenti religiosi che si erano costituiti, una loro ufficialità. Così rifiutò di trattare con gli [[eresia|eretici]], e protestò quando il documento conclusivo fu divulgato in quanto esso, non risolvendo le questioni dottrinarie, aveva solo posto fine alla [[Guerra dei trent'anni]] e stabilito un equilibrio tra le potenze europee.
 
Fu creato [[cardinale]] da papa [[Innocenzo X]] nel [[concistoro]] del [[19 febbraio]] [[1652]], e il [[12 marzo]] dello steso [[anno]] gli fu conferito il [[titolo cardinalizio]] di [[Santa Maria del Popolo (titolo cardinalizio)|Santa Maria del Popolo]]. Il [[13 maggio]] [[1653]] fu eletto vescovo di [[diocesi di Imola|Imola]]. Papa [[Innocenzo X]] richiamò Chigi a [[Roma]] e lo rese in seguito cardinale segretario di stato.
 
=== Il conclave ===
{{vedi anche|[[Conclave del 1655]]}}
Alla [[morte]] di Innocenzo X, essendo tra l'altro candidato favorito dalla [[Spagna]], venne eletto Papa dopo ottanta giorni di [[conclave]], il [[7 aprile]] [[1655]]. Gli elettori riuniti in conclave ritenevano che egli fosse idoneo per le sue molteplici qualità diplomatiche e culturali, ma anche per il suo stile di vita. Infatti si opponeva fortemente al [[nepotismo]] dilagante in quell'epoca.
 
=== Il pontificato ===
Fin dai primi anni di pontificato, Alessandro VII visse semplicemente e vietò ai parenti persino di fargli visita a Roma; ma nel [[concistoro]] del [[24 aprile]] [[1656]], annunciò che il fratello e i nipoti lo avrebbero raggiunto a Roma per assisterlo. L'amministrazione venne messa ampiamente nelle mani dei suoi parenti: egli diede loro gli incarichi civili ed ecclesiastici più remunerativi, insieme a palazzi e proprietà principesche.
 
Alessandro non apprezzava gli affari di stato, preferendo la letteratura e la filosofia; una raccolta dei suoi poemi in latino apparve a [[Parigi]] nel [[1656]], con il titolo di ''Philomathi Labores Juveniles.'' Incoraggiò inoltre l'architettura e il miglioramento generale di Roma, dove fece abbattere edifici per raddrizzare ede allargare le strade ed ebbe l'opportunità di essere un grande mecenate nei confronti di [[Gian Lorenzo Bernini]]. Commissionò le decorazioni della chiesa di [[Basilica di Santa Maria del Popolo|Santa Maria del Popolo]], delle chiese titolari di diversi dei Cardinali Chigi, la Scala Regia, l'altare della Cattedra nella [[Basilica di San Pietro]], e in particolare patrocinò la costruzione del magnifico colonnato del Bernini nella piazza della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|basilica vaticana]]. Nel [[1661]], quando Ariccia passò dal dominio dei Savelli a quello dei Chigi, Alessandro si impegnò in un importante intervento di restauro del borgo, avvalendosi del prezioso operato dello stesso Bernini e del suo giovane assistente Carlo Fontana. Di particolare interesse sono il progetto di restauro del palazzo e la creazione della [[Collegiata di Santa Maria Assunta (Ariccia)|Collegiata di Santa Maria Assunta]].
 
Durante il pontificato di Alessandro VII avvenne la [[conversione]] della Regina Cristina di Svezia che, dopo la sua abdicazione, si recò a vivere a Roma. Fu lo stesso papa a conferirle il [[battesimo]], nel giorno di [[Natale]] del [[1655]].
 
[[File:Alessandro VII_Corpus_Domini.jpg|thumb|left|300px|Alessandro VII alla [[processione]] del [[Corpus Domini]].]]
In politica estera dovette destreggiarsi nelle lotte di autonomia degli stati nazionali. Il pontificato di Alessandro venne offuscato dai continui attriti con il [[Cardinale]] [[Giulio Mazzarino]], consigliere di Luigi XIV di Francia, che gli si era opposto durante i negoziati che portarono alla Pace di Westfalia, e che difese le prerogative della [[Chiesa gallicana]]. Durante il conclave Mazzarino si era dimostrato ostile all'elezione di Chigi, ma fu alla fine costretto ad accettarlo come compromesso. Comunque impedì a Luigi XIV di Francia di inviare l'usuale ambasciata di obbedienza ad Alessandro VII e, finché fu in vita, impedì la nomina di un ambasciatore francese a Roma, facendo gestire gli affari diplomatici dai cardinali protettori, in genere nemici personali del Papa. Nel [[1662]] venne nominato ambasciatore il Duca di Crequi. A causa dell'abuso dei diritti di asilo, tradizionalmente concessi ai distretti diplomatici di Roma, fece precipitare una controversia tra la Francia e il Papato, con la conseguenza della perdita temporanea di [[Avignone]] e dell'accettazione forzata dell'umiliante Trattato di [[Pisa]], nel [[1664]]. Alessandro favorì le pretese degli [[Spagna|spagnoli]] nei confronti dei [[Portogallo|portoghesi]].
 
Favorì inoltre i [[Gesuiti]] in tutte le loro imprese. Quando i [[Venezia|veneziani]] chiesero aiuto a [[Creta]] contro gli [[Impero ottomano|Ottomani]], Alessandro si fece promettere in cambio che i Gesuiti avrebbero potuto fare ritorno nel territorio veneziano, dal quale erano stati espulsi nel [[1606]]. Continuò inoltre a sostenere i Gesuiti nel loro conflitto con i [[Giansenismo|giansenisti]], la cui condanna aveva appoggiato come consigliere di Innocenzo X.
 
[[File:VAT BaS.Pietro G.L.Bernini MonumentofunebreAlessandroVII 1672-78ca.jpg|250px|thumb|right|{{Autore|[[Gian Lorenzo Bernini]]}}, ''[[Monumento funebre]] di papa Alessandro VII'' ([[1672]]-[[1678]] ca.), marmo e bronzo; [[Città del Vaticano]], [[Basilica di San Pietro]]]]
 
I giansenisti francesi sostenevano che le proposizioni condannate nel [[1653]] non si trovavano in realtà nell'''Augustinus'', scritto da [[Giansenio]]. Alessandro VII confermò che invece erano presenti, con la bolla ''[[Ad Sanctam Beati Petri Sedem]]'' ([[16 ottobre]] [[1656]]), dichiarando che le cinque proposizioni di Giansenio, concernenti principalmente la grazia e la natura dell'uomo, erano [[eresia|eretiche]]. Il Papa inoltre inviò in Francia un suo formulario, che doveva essere firmato da tutto il [[clero]], come mezzo per individuare ed estirpare il giansenismo, e che trovò largo consenso anche presso l'opinione pubblica.
 
Per impedire la circolazione di contenuti non ortodossi, proibì nel [[1661]] la traduzione del [[messale romano]] in lingua francese; nel [[1665]] [[canonizzazione|canonizzò]] [[Francesco di Sales]], la cui figura di fedele servitore del Vangelo e dei poveri aveva larga fama tra i contemporanei.
 
=== La morte ===
 
Alessandro [[Morte|morì]] nel [[1667]]; il suo monumento funebre fu commissionato a [[Gian Lorenzo Bernini]] e ancora oggi si può ammirare nella [[Basilica di San Pietro]]; gli successe [[Papa Clemente IX]].
 
== Onorificenze ==
{{Box successione
|tipologia=incarico diplomatico
|precedente= [[Ciriaco Rocci]] sino al [[1634]] <br /> ''Sede Vacante ([[1634]]-[[1639]])'' <br />|
successivo= ? |
carica=[[Nunzio apostolico]] per la [[GermaniaNunziatura apostolica a Colonia|Colonia]]|
periodo = [[1639]] - [[1651]]|immagine=Flag of the Vatican City.svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Segretario di Stato (Santa Sede)|Cardinale Segretario di Stato]] di [[Sua Santità]]
|periodo = [[3 dicembre]] [[1652]]-[[7 gennaio]] [[1655]]
|precedente=[[Giovanni Giacomo Panciroli]]
|successivo=[[Giulio Rospigliosi]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
successivo= [[Giangiacomo Teodoro Trivulzio]]|
carica=[[Cardinale presbitero]] di [[Santa Maria del Popolo (titolo cardinalizio)|Santa Maria del Popolo]]|
periodo = [[1652]]-[[1655]]|immagine=Kardinalcoa.png
}}
{{Box successione
|tipologia=episcopale
|carica = [[Diocesi di Imola|Arcivescovo di Imola]] <br /> Titolo personale <br />
|periodo = [[1653]]-[[1655]]
|precedente = [[Marco Antonio Cuccini]]
* {{en}} [http://www.fiu.edu/~mirandas/bios1652.htm#Chigi Biografia] su [http://www.fiu.edu/~mirandas/ Cardinals] di S.Miranda
* {{autore|[[Pietro Sforza Pallavicino]]}}, ''Della vita di Alessandro VII libri cinque'', 2 voll., Prato [[1839]]-[[1840]]
* {{en}} {{autore|Richard Krautheimer}}, ''The Rome of Alexander VII ([[1655]]-[[1667]])'', Princeton, [[1985]]
* {{autore|Alessandro Angelini}}, ''Gian Lorenzo Bernini e i Chigi tra Roma e Siena'', Banca Monte dei Paschi di Siena, [[1999]]
* {{autore|Alessandro Angelini}} e {{autore|Monika BUTZEK}} (a cura di), ''Alessandro VII Chigi ([[1599]]-[[1667]]). Il papa senese di Roma moderna. Catalogo della mostra'', Siena, [[2000]]
* {{autore|Mario Rosa}}, ''Enciclopedia dei Papi'', III, [[Roma]], [[2000]], pp. 336-348.
* {{en}} {{autore|Dorothy Metzger Habel}}, ''The urban development of Rome in the age of Alexander VII'', New York, [[2002]]
* {{autore|Francesco Danieli}}, ''Fabio Chigi. Chiaroscuri "barocchi" di un uomo e di un papa'', in «Spicilegia Sallentina», 1, [[2007]], 45-53.

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