Papa Alessandro VII
Alessandro VII Papa | |
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al secolo Fabio Chigi | |
Montium custos | |
Giovanni Battista Gaulli (Baciccia), Ritratto di papa Alessandro VII (1660 - 1680), olio su tela; Baltimora (USA), The Walters Art Museum | |
Età alla morte | 68 anni |
Nascita | Siena 13 febbraio 1599 |
Morte | Roma 22 maggio 1667 |
Sepoltura | Città del Vaticano, Basilica di San Pietro |
Ordinazione presbiterale | dicembre 1934 |
Nominato vescovo | 8 gennaio 1635 da Urbano VIII |
Consacrazione vescovile | Cappella del college dei gesuiti, La Valletta (Malta), 1º luglio 1635 dal vescovo Miguel Juan Balaguer Camarasa |
Creato Cardinale |
19 febbraio 1652 da Innocenzo X (vedi) |
Cardinale per | 15 anni, 3 mesi e 3 giorni |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
237° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
7 aprile 1655 Conclave del 1655 |
Consacrazione | 28 aprile 1655 |
Fine del pontificato |
22 maggio 1667 (per decesso) |
Durata del pontificato |
12 anni, 1 mese e 15 giorni |
Predecessore | papa Innocenzo X |
Successore | papa Clemente IX |
Extra | Papa Alessandro VII Anni di pontificato |
Cardinali | 38 creazioni in 6 concistori |
Proclamazioni | Beati Santi |
Eventi | Nessun Giubileo indetto |
Collegamenti esterni | |
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Papa Alessandro VII, al secolo Fabio Chigi (Siena, 13 febbraio 1599; † Roma, 22 maggio 1667) è stato il 237º vescovo di Roma e papa italiano in carica dal 7 aprile 1655 alla sua morte.
Biografia
Le origini e la carriera ecclesiastica
Nato a Siena col nome di Fabio Chigi, apparteneva alla famosa famiglia di banchieri toscani; era bisnipote di Papa Paolo V e come accadeva per i rampolli della nobiltà venne educato in casa da precettori privati, che ne curarono la formazione teologica e culturale. Ottenne poi la laurea in filosofia, diritto canonico e teologia all'Università di Siena. Fin da giovane mostrò spiccate doti religiose e letterarie e da più fonti viene descritto come austero e zelante nella fede. Nel 1629 fu nominato vice-legato pontificio di Ferrara, incarico che conservò fino al 1634, quando giunse a Malta in qualità di Inquisitore. L'8 gennaio 1635 fu eletto vescovo di Nardò: la consacrazione avvenne il 1º luglio dello stesso anno. Rimase nella sua diocesi fino al 1639, anno della nomina a Nunzio pontificio di Colonia (1639-1651).
Non prese parte ai negoziati che portarono nel 1648 alla Pace di Westfalia, non riconoscendo agli esponenti dei vari movimenti religiosi che si erano costituiti, una loro ufficialità. Così rifiutò di trattare con gli eretici e protestò quando il documento conclusivo fu divulgato in quanto esso, non risolvendo le questioni dottrinarie, aveva solo posto fine alla Guerra dei trent'anni e stabilito un equilibrio tra le potenze europee.
Fu creato cardinale da papa Innocenzo X nel concistoro del 19 febbraio 1652 e il 12 marzo dello steso anno gli fu conferito il titolo cardinalizio di Santa Maria del Popolo. Il 13 maggio 1653 fu eletto vescovo di Imola. Papa Innocenzo X richiamò Chigi a Roma e lo rese in seguito cardinale segretario di stato.
Il conclave
Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1655 |
Alla morte di Innocenzo X, essendo tra l'altro candidato favorito dalla Spagna, venne eletto Papa dopo ottanta giorni di conclave, il 7 aprile 1655. Gli elettori riuniti in conclave ritenevano che egli fosse idoneo per le sue molteplici qualità diplomatiche e culturali, ma anche per il suo stile di vita. Infatti si opponeva fortemente al nepotismo dilagante in quell'epoca.
Il pontificato
Fin dai primi anni di pontificato, Alessandro VII visse semplicemente e vietò ai parenti persino di fargli visita a Roma; ma nel concistoro del 24 aprile 1656, annunciò che il fratello e i nipoti lo avrebbero raggiunto a Roma per assisterlo. L'amministrazione venne messa ampiamente nelle mani dei suoi parenti: egli diede loro gli incarichi civili ed ecclesiastici più remunerativi, insieme a palazzi e proprietà principesche.
Alessandro non apprezzava gli affari di stato, preferendo la letteratura e la filosofia; una raccolta dei suoi poemi in latino apparve a Parigi nel 1656, con il titolo di Philomathi Labores Juveniles. Incoraggiò inoltre l'architettura e il miglioramento generale di Roma, dove fece abbattere edifici per raddrizzare e allargare le strade ed ebbe l'opportunità di essere un grande mecenate nei confronti di Gian Lorenzo Bernini. Commissionò le decorazioni della chiesa di Santa Maria del Popolo, delle chiese titolari di diversi dei Cardinali Chigi, la Scala Regia, l'altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro e in particolare patrocinò la costruzione del magnifico colonnato del Bernini nella piazza della basilica vaticana. Nel 1661, quando Ariccia passò dal dominio dei Savelli a quello dei Chigi, Alessandro si impegnò in un importante intervento di restauro del borgo, avvalendosi del prezioso operato dello stesso Bernini e del suo giovane assistente Carlo Fontana. Di particolare interesse sono il progetto di restauro del palazzo e la creazione della Collegiata di Santa Maria Assunta.
Durante il pontificato di Alessandro VII avvenne la conversione della Regina Cristina di Svezia che, dopo la sua abdicazione, si recò a vivere a Roma. Fu lo stesso papa a conferirle il battesimo, nel giorno di Natale del 1655.
In politica estera dovette destreggiarsi nelle lotte di autonomia degli stati nazionali. Il pontificato di Alessandro venne offuscato dai continui attriti con il cardinale Giulio Mazzarino, consigliere di Luigi XIV di Francia, che gli si era opposto durante i negoziati che portarono alla Pace di Westfalia e che difese le prerogative della Chiesa gallicana. Durante il conclave Mazzarino si era dimostrato ostile all'elezione di Chigi, ma fu alla fine costretto ad accettarlo come compromesso. Comunque impedì a Luigi XIV di Francia di inviare l'usuale ambasciata di obbedienza ad Alessandro VII e, finché fu in vita, impedì la nomina di un ambasciatore francese a Roma, facendo gestire gli affari diplomatici dai cardinali protettori, in genere nemici personali del Papa. Nel 1662 venne nominato ambasciatore il Duca di Crequi. A causa dell'abuso dei diritti di asilo, tradizionalmente concessi ai distretti diplomatici di Roma, fece precipitare una controversia tra la Francia e il Papato, con la conseguenza della perdita temporanea di Avignone e dell'accettazione forzata dell'umiliante Trattato di Pisa, nel 1664. Alessandro favorì le pretese degli spagnoli nei confronti dei portoghesi.
Favorì inoltre i Gesuiti in tutte le loro imprese. Quando i veneziani chiesero aiuto a Creta contro gli Ottomani, Alessandro si fece promettere in cambio che i Gesuiti avrebbero potuto fare ritorno nel territorio veneziano, dal quale erano stati espulsi nel 1606. Continuò inoltre a sostenere i Gesuiti nel loro conflitto con i giansenisti, la cui condanna aveva appoggiato come consigliere di Innocenzo X.
I giansenisti francesi sostenevano che le proposizioni condannate nel 1653 non si trovavano in realtà nell'Augustinus, scritto da Giansenio. Alessandro VII confermò che invece erano presenti, con la bolla Ad Sanctam Beati Petri Sedem (16 ottobre 1656), dichiarando che le cinque proposizioni di Giansenio, concernenti principalmente la grazia e la natura dell'uomo, erano eretiche. Il Papa inoltre inviò in Francia un suo formulario, che doveva essere firmato da tutto il clero, come mezzo per individuare ed estirpare il giansenismo e che trovò largo consenso anche presso l'opinione pubblica.
Per impedire la circolazione di contenuti non ortodossi, proibì nel 1661 la traduzione del messale romano in lingua francese; nel 1665 canonizzò Francesco di Sales, la cui figura di fedele servitore del Vangelo e dei poveri aveva larga fama tra i contemporanei.
La morte
Alessandro morì nel 1667; il suo monumento funebre fu commissionato a Gian Lorenzo Bernini e ancora oggi si può ammirare nella Basilica di San Pietro; gli successe papa Clemente IX.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine supremo del Cristo | |
Concistori tenuti da Alessandro VII per la creazione di nuovi cardinali
Concistoro del 9 aprile 1657
- (1) Flavio Chigi seniore, nipote di Sua Santità e protonotario apostolico, (+ 13 settembre 1693);
- (2) Camillo Melzi, arcivescovo di Capua, (+21 gennaio 1659);
- (3) Giulio Rospigliosi, arcivescovo titolare di Tarso, Segretario di Stato eletto poi papa con il nome di Clemente IX il 20 giugno 1667 (+ 9 dicembre 1669);
- (4) Nicolò Guidi di Bagno, arcivescovo titolare di Atene, (+ 27 agosto 1663);
- (5) Girolamo Buonvisi, arcivescovo titolare di Laodicea di Frigia (+ 21 febbraio 1677);
- (6) Francesco Paolucci, prefetto della Congregazione del Concilio (+ 9 luglio 1661).
Cardinali riservati "in pectore":
- (7) Scipione Pannocchieschi d'Elci, arcivescovo di Pisa (+ 12 aprile 1670)[1];
- (8) Girolamo Farnese, arcivescovo titolare di Patrasso, prefetto della Casa Pontificia, (+ 18 febbraio 1668)[2];
- (9) Antonio Bichi, vescovo di Osimo, (+ 21 febbraio 1691)[3];
- (10) Pietro Sforza Pallavicino, S.J., consultore della Congregazione del buon governo e della Congregazione dell'immunità ecclesiastica, (+ 5 giugno 1667)[4].
Concistoro del 29 aprile 1658
Cardinali riservati "in pectore"[5]:
- (11) Volumnio Bandinelli, uditore della Camera Apostolica, (+ 5 giugno 1667);
- (12) Odoardo Vecchiarelli, uditore della Camera Apostolica, (+ 31 luglio 1667);
- (13) Giacomo Franzoni, tesoriere della Camera Apostolica, (+ 19 dicembre 1697).
Concistoro del 5 aprile 1660
- (14) Franz Wilhelm von Wartenberg, vescovo di Ratisbona, (+ 1º dicembre 1661);
- (15) Pietro Vidoni seniore, vescovo di Lodi, (+ 5 gennaio 1681);
- (16) Gregorio Giovanni Gaspare Barbarigo, vescovo di Bergamo, (+ 18 giugno 1697);
- (17) Pascual de Aragón-Córdoba-Cardona y Fernández de Córdoba, canonico della cattedrale di Toledo (Spagna) e arcidiacono di Talavera, (+ 28 settembre 1677);
- (18) Francesco Maria Mancini, referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica, (+ 29 giugno 1672).
Concistoro del 14 gennaio 1664
- (19) Girolamo Boncompagni, arcivescovo di Bologna, (+ 24 gennaio 1684);
- (20) Carlo Bonelli, arcivescovo titolare di Corinto, nunzio apostolico in Spagna, (+ 27 agosto 1676);
- (21) Celio Piccolomini, arcivescovo titolare di Cesarea di Mauritania, (+ 24 maggio 1681);
- (22) Carlo Carafa della Spina, vescovo di Aversa, (+19 ottobre 1680);
- (23) Neri Corsini, arcivescovo titolare di Damiata, tesoriere generale, della Camera Apostolica, (+ 19 settembre 1678);
- (24) Angelo Celsi, uditore della Sacra Rota Romana, (+ 6 novembre 1671);
- (25) Paolo Savelli, chierico della Camera Apostolica, (+ 11 settembre 1685);
Cardinali riservati "in pectore"[6]:
- (26) Alfonso Michele Litta, arcivescovo di Milano, (+ 28 agosto 1679);
- (27) Giacomo Filippo Nini, arcivescovo titolare di Corinto, prefetto della Casa Pontificia, (+ 11 agosto 1680);
- (28) Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni, revisore generale della Camera Apostolica; , (+ 29 giugno 1698);
- (29) Cesare Maria Antonio Rasponi, segretario della Sacra Congregazione della Consulta, (+ 21 novembre 1675);
- (30) Giannicolò Conti, referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica, (+ 20 gennaio 1698).
Concistoro del 15 febbraio 1666
Cardinali riservati "in pectore"[7]:
- (31) Giulio Spinola, arcivescovo titolare di Laodicea di Frigia, nunzio apostolico in Austria, (+ 11 marzo 1691);
- (32) Carlo Roberti de’ Vittori, arcivescovo titolare di Tarso, nunzio apostolico in Francia (+ 14 febbraio 1673);
- (33) Vitaliano Visconti, arcivescovo titolare di Efeso, nunzio apostolico in Spagna, (+ 7 settembre 1671);
- (34) Innico Caracciolo seniore, decano della Camera Apostolica, (+ 30 gennaio 1685).
Concistoro del 7 marzo 1667
- (35) Giovanni Delfino, patriarca di Aquileia, (+ 19 luglio 1699);
- (36) Guidobald von Thun und Hohenstein, arcivescovo di Salisburgo, (+ 1º giugno 1668);
- (37) Luigi di Borbone-Vendôme (1612-1669), governatore della Provenza, (+ 12 agosto 1669);
- (38) Luis Guillermo de Moncada Aragón Luna de Peralta y de la Cerda, duca di Bivona non si recò a Roma per ricevere il titolo, (+ 4 maggio 1672).
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B. Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Clemente VII
- Cardinale Antonio Sanseverino, O.S.Io.Hieros.
- Cardinale Giovanni Michele Saraceni
- Papa Pio V
- Cardinale Innico d'Avalos d'Aragona, O.S.
- Cardinale Scipione Gonzaga
- Patriarca Fabio Biondi
- Papa Urbano VIII
- Cardinale Cosimo de Torres
- Cardinale Francesco Maria Brancaccio
- Vescovo Miguel Juan Balaguer Camarasa
- Papa Alessandro VII
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Nardò | Successore: | |
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Geronimo De Franchis | 1635-1639 | Calanio Della Ciaia |
Predecessore: | Nunzio apostolico a Colonia | Successore: | |
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Ciriaco Rocci sino al 1634 Sede Vacante (1634-1639) |
1639 - 1651 | ? |
Predecessore: | Cardinale Segretario di Stato di Sua Santità | Successore: | |
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Giovanni Giacomo Panciroli | 3 dicembre 1652-7 gennaio 1655 | Giulio Rospigliosi |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo | Successore: | |
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Mario Theodoli | 1652-1655 | Giangiacomo Teodoro Trivulzio |
Predecessore: | Arcivescovo di Imola Titolo personale |
Successore: | |
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Marco Antonio Cuccini | 1653-1655 | Giovanni Stefano Donghi |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Innocenzo X | 7 aprile 1655 - 22 maggio 1667 | Papa Clemente IX |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Vescovi di Nardò
- Nunzi apostolici per Colonia
- Cardinali Segretari di Stato
- Cardinali presbiteri di Santa Maria del Popolo
- Vescovi di Imola
- Presbiteri ordinati nel 1934
- Presbiteri italiani del XX secolo
- Italiani del XX secolo
- Presbiteri del XX secolo
- Presbiteri per nome
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Vescovi consacrati nel 1635
- Vescovi italiani del XVII secolo
- Vescovi del XVII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Miguel Juan Balaguer Camarasa
- Concistoro 19 febbraio 1652
- Cardinali italiani del XVII secolo
- Cardinali del XVII secolo
- Cardinali per nome
- Cardinali creati da Innocenzo X
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- Cardinali creati da Alessandro VII