Basilica dei Santi Dodici Apostoli (Roma): differenze tra le versioni

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La [[basilica]] fu [[Consacrazione di una chiesa|consacrata]] da [[papa Benedetto XIII]] il [[17 settembre]] [[1729]].
 
Nel [[1827]] l'architetto [[Giuseppe Valadier]] ([[1762]] – [[1839]]) progettò e diresse i lavori di completamento della facciata neoclassica, realizzati con il contributo del nobile e banchiere [[Giovanni Raimondo Torlonia]] ([[1754]] – [[1829]]).
 
Nel [[1873]] la basilica fu espropriata e incamerata dal demanio<ref>Legge [[19 giugno]] [[1873]], n. 1402</ref>del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).
* ''Statue di [[Gesù Cristo]] e dei [[dodici apostoli]]''.<ref>Le tredici lettere (''F.L.D.L.C.S.O.T.C.E.C.V.B.''), situate sui piedistalli delle statue, formano un acrostico che nasconde l'elogio al [[cardinale]] [[Lorenzo Brancati]] ([[1612]] – [[1693]]), bibliotecario della [[Biblioteca Apostolica Vaticana|Vaticana]], che finanziò il lavoro per le sculture, nel quale si può leggere: {{Quote|Frater Laurentius De Laureolo Consultor Sancti Officii Theologus Cardinalis Episcopus Custos Vaticanae Bibliothecae.}}</ref>
 
All'interno del [[nartece]] sisono notanoconservati:
* alla parete di fondo, a destra,
** in basso, ''[[Leone]]'' ([[XIII secolo]]), in pietra, realizzato da un membro della celebre [[famiglia]] romana di marmorari, i Vassalletto.
** in alto, rilievo romano con ''[[Aquila]] imperiale incorniciata da una corona di foglie di [[quercia]]'' ([[II secolo]]), in marmo di ambito romano, proveniente dal Foro di Traiano. L'opera venne donata alla chiesa dal [[cardinale]] [[Giuliano della Rovere]], come ricorda un'iscrizione posta accanto: {{quote100|Il [[cardinale]] [[Giuliano della Rovere|Giuliano]], nipote del [[pontefice]] [[Sisto IV]] pose [questo] quassù, ritrovato nelle rovine||TOT RUINIS SERVATAM IUL[ianus] CAR[dinalis] SIXTI IIII PONT[ificis] NEPOS HIC STATUIT''|lingua=la}}
* ai lati del portale d'ingresso, ''Coppia di leoni stilofori'' ([[XII secolo]]), in marmo rosso.
* ''Pietra tombale con ritratto del [[cardinale]] [[Giovanni Colonna (cardinale XV secolo)|Giovanni Colonna]]'' ([[1508]]), attribuita a [[Luigi Capponi]].
==== Navata sinistra ====
 
Lungo la navata sinistra si notano:aprono [[tre]] pregevoli [[cappelle]]:
* nella prima [[cappella]], dedicata alla [[Maria|Madonna Addolorata]], progettata nel [[1807]] da [[Francesco Manno]], è collocata:
** all'[[altare]], [[pala d'altare|pala]] con ''[[Deposizione di Gesù Cristo]] dalla [[croce]]'' ([[1815]]), olio su tela dello stesso [[Francesco Manno]].
* nella seconda [[cappella]], dedicata a [[san Giuseppe da Copertino]], si nota:
** all'[[altare]], [[pala d'altare|pala]] con ''[[Estasi]] di [[san Giuseppe da Copertino]]'' ([[1777]]), olio su tela di [[Giuseppe Cades]].
* nella terza [[cappella]], dedicata a [[san Francesco d'Assisi]], detta anche ''Cappella Colonna'', si conservano:
** all'altare, [[pala d'altare|pala]] con ''[[San Francesco d'Assisi]] sorretto dagli [[angeli]]'' ([[1726]]), olio su tela di [[Giuseppe Bartolomeo Chiari]]
==== Navata destra ====
 
Lungo la navata destra si aprono tresi cappelle,aprono nelle[[tre]] qualipregevoli si conservano[[cappelle]]:
* nella prima [[cappella]], dedicata a [[san Bonaventura da Bagnoregio]], sono conservate sull'altare:
** in alto, ''Visione di [[san Bonaventura]] e del [[beato Andrea Conti]]'' ([[1771]] - [[1775]]), olio su tela di [[Nicola Lapiccola]].<ref>{{Cita web|url= http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/105372/Lapiccola%20Nicola%2C%20Visione%20di%20san%20Bonaventura%20e%20del%20beato%20Andrea%20Conti |titolo=Ibidem |sito=no |accesso=07.05.2019}}</ref>
==== Cappella Bessarione ====
 
Sulla parete retrostante all'[[altare]] della [[cappella]] Odescalchi sono stati individuati splendidi dipinti murali, che decoravano il luogo di sepoltura del celebre [[cardinale]] [[Bessarione (cardinale)|Bessarione]], situati in un'intercapedine fra la chiesa e l'adiacente palazzo Colonna. L'interstizio è stato casualmente scoperto nel [[1959]] dall'architetto [[Clemente Busiri Vici]] ([[1887]] - [[1965]]) durante alcuni lavori straordinari nel citato palazzo. La [[cappella]], con i dipinti molto danneggiati dalle inondazioni del [[Tevere]], e poi dal saccheggio dei lanzichenecchi, era stata praticamente murata con la costruzione di quella degli Odescalchi nel [[1719]]-[[1723]]. <ref>{{Cita pubblicazione|autore=Clemente Busiri Vici|titolo=Un ritrovamento eccezionale relativo all'antica Basilica |rivista=Fede e arte|numero = XIII|città=[[Roma]]|data= [[1960]]}}</ref> <ref>{{Cita libro|autore=Sabina Isidori |titolo=Il Cardinal Bessarione e gli affreschi della Cappella dei Santi Eugenia, Giovanni Battista e Michele Arcangelo nella basilica dei Santi XII Apostoli in Roma |opera=Bessarione e la sua accademia|editore=Miscellanea Francescana|città=[[Roma]]|anno=[[2012]]|pp=135-156|ISBN=9788887931570}}</ref>
 
Nel [[2008]], dopo un lungo e complesso restauro, i dipinti sono stati resi visibili al pubblico.
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