San Tommaso d'Aquino: differenze tra le versioni

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Rappresenta uno dei principali pilastri teologici della [[Chiesa cattolica]], ma, per il suo metodo di lavoro e per la sua apertura mentale, è punto di riferimento anche per pensatori contemporanei ([[teologi]] e [[filosofi]]) non di [[fede]] [[Cattolicesimo|cattolica]].
 
Una fondamentale sua caratteristica è la capacità di leggere in modo sia sempre rispettoso sia sempre nuovo anche questioni della filosofia classica, con riferimenti a maestri come [[Socrate]], [[Platone]], [[Aristotele]], ma anche ai loro commentatori successivi, sia tardoantichitardo-antichi sia ebrei sia [[musulmani]]. La luce della fede, collocata nel giusto rapporto con quella della ragione, nonché la profonda conoscenza della [[Bibbia]] e dei [[Padri della Chiesa]] ne fanno un maestro anche per i tempi di oggi.
 
== Biografia ==
Tommaso d'Aquino nacque a Roccasecca<ref>Secondo alcune tesi, minoritarie, datate e di stampo localistico, San Tommaso sarebbe nato a Belcastro. Fra queste, si segnalano quelle di Fra [[Giovanni Fiore da Cropani]], storico [[Calabria|calabrese]] del [[XVII secolo]], che lo indica nella sua opera ''Della Calabria illustrata'', di [[Gabriele Barrio]] nella sua opera ''De antiquitate et situ Calabriae'' e di Padre [[Girolamo Marafioti]], [[teologo]] dell'ordine dei [[Minori Osservanti]], nella sua opera ''Croniche e antichità di Calabria''.</ref>, nel feudo dei conti d'[[Aquino]] ([[Frosinone]]), nel [[1225]].
 
Figlio di Landolfo, nobile di origine longobarda e Teodora, il piccolo Tommaso, a soli cinque anni, fu inviato come [[oblato]] nella vicina [[Abbazia di Monte Cassino]] per ricevere l'[[educazione]] religiosa.
 
=== Gli studi e la filosofia ===
I suoi superiori, avendone intuito il precoce talento e per consentirgli il completamento degli studi, lo inviarono a [[Parigi]], ma il giovane, prima che potesse giungervi, fu catturato dai suoi familiari e ricondotto al castello paterno di Monte San Giovanni Campano.
 
Il periodo di prigionia, che durò un [[anno]], fu caratterizzato dalle pressioni della [[famiglia]] che voleva fargli rinunciare alll'abito domenicano e si concluse, per intercessione di [[Papa Innocenzo IV]], con la [[liberazione]] (o, secondo alcuni biografi, con la fuga) di Tommaso.
 
Dopo brevi soggiorni, prima a Napoli e poi a [[Roma]], nel [[1248]] Tommaso giunse a [[Colonia]] in [[Germania]] per seguire le lezioni di [[Sant'Alberto Magno]]<ref>Si racconta che [[Sant'Alberto Magno]] prese le difese di Tommaso quando i compagni lo chiamavano "il [[bue]] [[muto]]"; Sant'Alberto avrebbe preconizzato: "Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da una all'altra estremità della terra!".</ref>, [[filosofo]] e [[teologo]] [[Germania|tedesco]], la cui dottrina cercò di conciliare l'[[Aristotelismo]] con il [[Cristianesimo]], considerando il metodo empirico di [[Aristotele]] molto utile per le scienze naturali e, dal momento che [[scienza]] e [[fede]] non sono contrastanti, indirettamente giovevole anche per la [[fede]] cristiana: conoscere meglio la natura equivale a conoscere meglio l'opera del Creatore. Tommaso fece sua questa istanza di Alberto.
 
È dibattuto il rapporto che Tommaso ebbe con Aristotele, ma, a questo proposito, dice [[Marcello Landi]]:
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