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Fu il [[Concilio di Nicea II|secondo concilio di Nicea]] a dover deliberare sul culto delle immagini. Convocato nel [[787]] a Nicea, su richiesta di [[papa Adriano I]], dalla imperatrice reggente d'Oriente Irene di Bisanzio e dall'imperatore Costantino VI, si svolse con la partecipazione di 367 padri (tra cui anche Giovanni Damasceno e [[San Teodoro Studita|Teodoro Studita]]), quando a Bisanzio era patriarca [[Tarasio di Costantinopoli|Tarasio]].
La controversia, come detto, era centrata sulle sante icone, le raffigurazioni di Cristo, della [[Madonna
Gran parte della difficoltà odierne nell'interpretazione delle idee iconodule consiste nell'uso indifferenziato del verbo [[lingua greca|greco]] ''gràphein'' per "scrivere", "descrivere", "rappresentare". Gli iconoduli, comunque, partivano dal seguente ragionamento: se il Cristo si è incarnato, resta possibile la raffigurazione delle sue fattezze umane; viceversa, la possibilità di rappresentare tali fattezze costituisce una prova sostanziale dell'incarnazione: opponendosi ad essa, gli iconoclasti si rivelavano eretici.
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