Antiochia di Siria

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Pianta della città di Antiochia di epoca romana con il tracciato delle sue mura ed i suoi principali monumenti
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Nota di disambigua - Se stai cercando l'altra Antiochia nominata nel Nuovo Testamento, vedi Antiochia di Pisidia.

Antiochia di Siria (in turco Antakya; inarabo: انتاكيّة, Antākiyyah) è una città della Turchia, sulle rive del fiume Oronte, poco lontana dalla sua foce nella parte nord-orientale del Mare Mediterraneo e poco distante dalla frontiera con la odierna Siria. È la capitale della provincia Hatay e conta 139.000 abitanti (2001); essa è anche un importante sito archeologico.

Anticamente fu una delle più grandi metropoli del mondo antico, a partire almeno dall'epoca ellenistica quando, con Roma e Alessandria d'Egitto, rappresentava uno dei più grandi centri commerciali e culturali del mondo antico.

Storia

Fu fondata all'incirca nel 300 a.C. da Seleuco I Nicatore, uno dei generali di Alessandro Magno, e per più di due secoli fu la capitale del Regno dei Seleucidi.

Nel 64 a.C. Pompeo conquistò la regione e costituì la provincia romana della Siria; di essa Antiochia divenne la capitale.

La città dal 47 al 55 circa vide le prime predicazioni cristiane dell'apostolo delle genti, Paolo di Tarso. Dei luoghi della predicazione di Pietro e Paolo è rimasta la grotta che, secondo la tradizione, li vedeva radunarsi per la celebrazione dell'eucaristia.

Il Cristianesimo vi fu portato da san Barnaba. Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani (At 11,26 ).

Antiochia divenne poi la sede di uno dei quattro patriarcato iniziali, insieme a Gerusalemme, Alessandria e Roma.

Come città dell'Impero Romano essa prosperò fino al secolo V e vide crescere la sua popolazione fino a circa 500.000 abitanti.

La metropoli, abbellita da monumenti e templi, si arricchì di marmi pregiati e, fin dal I secolo, venne annoverata fra le città più prospere e importanti dell'Impero e la terza per popolazione, dopo Roma e Alessandria. Numerosi furono gli imperatori che vi eressero varie opere, a cominciare da Caligola, che ricostruì ed ingrandì il foro, per proseguire con Aureliano che, tornato dalla guerra contro la regina Zenobia di Palmira, altra ricchissima città, aveva sostato in città ed aveva deciso di abbellirla.

L'imperatore Traiano, tornato dalla mastodontica campagna militare che lo vide impegnato alla conquista della Mesopotamia, vi morì colpito da una malattia nell'anno 117 d.C.

Essa però dovette provare anche gravi terremoti e incendi. Posta in una zona ad elevata sismicità, la causa principale della quasi totale scomparsa della presenza romana in città furono i numerosi terremoti che la colpirono. Un importante terremoto la distrusse nel 525 d.C.

Conquistata dai Persiani sasanidi nel 540 d.C., e iniziò a subire un lento declino, che ridimensionò notevolmente la sua importanza.

In età romana nacquero ad Antiochia (secolo IV) il retore Libanio e il massimo storico latino della tarda antichità, Ammiano Marcellino.

Nel 636 venne conquistata dal califfato arabo degli Omayyadi, e divenne una città araba, ma decadde d'importanza.

Presa dall'imperatore bizantino Niceforo II Foca (Phokas) nel 969, divenne un baluardo fortificato contro gli attacchi dei Turchi selgiuchidi. Questi però riuscirono ad occuparla nel 1085.

Nel 1098 fu presa dai Crociati nel corso della prima Crociata, strappandola a Yaghisiyan, e divenne un Principato normanno sotto Boemondo di Taranto.

Nel 1268 fu catturata da Baybars, sultano dei Mamelucchi, che la rovinò a tal punto che non riuscì più ad essere una grande città, tanto che il suo ruolo regionale venne assunto dalla città portuale di Alessandretta, in turco Iskenderun.

Nel 1517 fu conquistata dai Turchi ottomani e divenne parte dell'Impero ottomano fino alla fine della Prima guerra mondiale.