Cristianesimo
Il Cristianesimo è la religione[1] che riconosce Gesù Cristo come il Figlio di Dio e il Salvatore del mondo. Fondata sull'insegnamento del suo Maestro, si è originata dalla sua Morte e Risurrezione.
È una religione monoteista a carattere universalistico, ed ha le sue radici nella religione ebraica.
Tra le religioni è la più diffusa, con circa 2,1 miliardi di fedeli.
Le origini
L'opera di Gesù
Per approfondire, vedi le voci Gesù e Chiesa |
Gesù apparteneva al popolo ebraico. Verso i trent'anni, dopo aver ricevuto il Battesimo di Giovanni, iniziò con autorità una predicazione pubblica tra i suoi conterranei, portando a tutti l'annuncio decisivo: "Dio vi chiama a convertirvi, a credere in lui e ad entrare nel suo Regno"[2]. Il suo ministero si rivolse a tutti, ma fin dall'inizio egli si volle circondare di discepoli e collaboratori particolari: dopo aver pregato il Padre, chiamò a sé quelli che volle, e ne costituì dodici, "perché stessero con lui e per mandarli a predicare" il suo messaggio (cfr. Mc 3,13 ); diede loro il nome di apostoli (Mc 3,14 ; Lc 6,13 ), cioè "inviati" e li inviò a predicare e a realizzare le stesse opere di guarigione che egli realizzava nei villaggi e nelle località della Palestina. All'interno del gruppo apostolico dedicò particolare attenzione a Pietro, al quale affidò la direzione e la custodia di tutti quelli che avrebbero creduto in lui (cfr. Lc 22,32 )[3].
A Pietro e ai Dodici diede il comando e il potere di compiere gesti di guarigione e di liberazione dal male (cfr. Mt 10,1.8 ; Lc 10,9 ); soprattutto, nell'Ultima Cena, affidò loro nell'Eucaristia la celebrazione del mistero della Salvezza (Mt 26,26-28 ; Mc 14,22-24 ; Lc 22,19-20 ; 1Cor 11,23-25 ).
Ai suoi discepoli, nell'imminenza della sua passione, Gesù promise una particolare assistenza dello Spirito Santo, per illuminarli e per farne i suoi testimoni (cfr. Gv 14,15-17; 15,26-27; 16,13-15 ). Crocifisso, morto e sepolto, dopo la sua risurrezione diede loro il potere di perdonare i peccati (cfr. Gv 20,22-23 ), e li inviò con il mandato di insegnare quanto da lui appreso e di accogliere nella comunità dei salvati attraverso il Battesimo quanti avessero creduto in lui (Mt 28,18-20 ).
L'epoca degli Apostoli
Per approfondire, vedi la voce Apostoli |
Gli Apostoli iniziarono quindi la loro missione il giorno di Pentecoste, quando ricevettero il dono dello Spirito Santo, annunziando con franchezza la risurrezione di Gesù e la salvezza offerta in lui (At 2 ); coloro che accettarono la testimonianza degli Apostoli e ricevettero il Battesimo formavano il primo nucleo della Chiesa, cioè il nuovo popolo di Dio (cfr. 1Pt 2,10 ), da lui convocato. Le testimonianze storiche rivelano chiaramente che la Chiesa primitiva radunava persone provenienti dall'Asia, dall'Africa e dall'Europa[4].
Le prime comunità cristiane non si considerano una nuova religione: piuttosto, esse riconoscono in Cristo il Messia che era stato promesso nell'Antico Testamento[5], e si riconoscono come il resto fedele del popolo d'Israele (cfr. 2Cor 6,16 ; 1Gv 4,6; 5,20 ), all'interno del quale permangono, con il quale pregano (cfr. At 2,46; 3,1 : la preghiera nel Tempio di Gerusalemme), anche se spezzano il pane radunandosi nelle case (At 2,42.46; 20,7.11 ), obbedienti al comando di Gesù nell'Ultima Cena.
Accanto ai libri sacri del popolo ebraico, si venne formando a poco a poco un complesso di scritti "cristiani": i Vangeli e gli Atti degli Apostoli, le lettere, soprattutto quelle di San Paolo, l'Apocalisse: in assenza degli Apostoli, e sopratutto dopo la loro morte, la loro lettura divenne parte integrante della preghiera liturgica. Nei secoli seguenti verrà precisato a quali di essi veniva riconosciuto valore canonico.
La comunità dei discepoli di Cristo[6] si radunava attorno agli Apostoli; gli stessi Apostoli imponevano però le mani ad alcuni tra i discepoli per renderli partecipi del loro ministero, che così si perpetuava nella vita della Chiesa (cfr. At 6,6 ; 1Tim 4,14; 5,22 ; 2Tim 1,6 ) in coloro "che già anticamente sono chiamati Vescovi, presbiteri, diaconi"[7][8].
In pochi anni la fede cristiana si diffuse in Asia e in tutti i maggiori porti del Mediterraneo, e iniziò a penetrare all'interno dei continenti. "Dovunque arriva, il messaggio cristiano ha la capacità di innestarsi sul patrimonio spirituale preesistente; i valori religiosi ed umani sparsi in ogni popolo vengono assunti, liberati ed elevati in Cristo"[9].
Il graduale distacco dal popolo ebraico
Il rifiuto nei confronti di Cristo da parte dei Giude diverrà poi poco a poco rifiuto e persecuzione anche di coloro che credevano in lui (cfr. At 5,41 ; 1Pt 3,9 ), e questo, insieme alla prevalenza dei discepoli provenienti dal paganesimo, portò a un graduale scostamento della Chiesa di Cristo dalla sinagoga[10].
Venti secoli di storia
Per approfondire, vedi le voci Storia del Cristianesimo e Eresie |
La grande crescita
Nei primi quattro secoli della nuova era il messaggio cristiano si diffonde in tutti i territori dell'Impero Romano adiacenti al bacino del Mediterraneo, ed anche, oltre ad essi, in Africa, nella Mesopotamia, nella Persia.
A contatto con l'assolutismo religioso dell'Impero, l'adorazione dell'unico Dio e del Signore Gesù Cristo provoca la persecuzione, fino al conseguimento della libertà religiosa nel IV secolo sotto Costantino (Editto di Milano, 313).
Nel V secolo, quando ormai l'Impero Romano incomincia a dissolversi, la Chiesa è ormai estesa in tre grandi aree culturali[11]:
- quella occidentale latina, sotto l'influsso di Roma, i cui Vescovi "presiedono a tutta la famiglia cristiana"[12];
- quella orientale greca, sotto l'influsso di Bisanzio;
- quella siriaca, sotto l'influenza di Antiochia ed Edessa.
In ciascuna di queste tre aree il cristianesimo si sviluppa accogliendo e integrando il genio delle rispettive nazioni, rispettivamente:
- la tradizione prammatistica dei Romani;
- il genio speculativo dei Greci;
- l'ascetismo religioso dei Siri.
Da ognuna di esse, poi, la fede cristiana si irradia, rispettivamente:
- verso i Franchi, gli Irlandesi, gli Angli, i Germani, gli Slavi, gli Ungari e gli Scandinavi;
- verso le popolazioni dell'Europa Orientale;
- verso la Mesopotamia e la Persia, per giungere assai presto all'India, alla Cina e alle sponde del Pacifico.
Nel frattempo, da Alessandria d'Egitto il cristianesimo si diffuse nelle zone settentrionali dell'Africa e nell'Etiopia.
La notevole vitalità della Chiesa del tempo è testimoniata da figure come il Vescovo africano Agostino († 430), teologo geniale, l'asiatico Giovanni Crisostomo († 407), asceta e oratore, il romano Benedetto († 547), uomo di preghiera e di azione, padre del monachesimo occidentale.
Tra il IV e il V secolo la Chiesa precisò nei grandi Concili Ecumenici (Nicea nel 325, Costantinopoli nel 381, Efeso nel 431), la sua fede riguardo alla divinità di Cristo e dello Spirito Santo, chiarendo la sua dottrina contro le eresie dell'epoca.
La separazione tra Occidente e Oriente
Tra il V e il X secolo fu maturata la separazione tra le Chiese Orientali e la Chiesa di Roma, a causa soprattutto di rivalità umane, di nazionalismi e di incomprensioni, non senza colpa da entrambe le parti[13]. La separazione si consumò nello Scisma d'Oriente del 1054.
Nei medesimi secoli la società cristiana venne a trovarsi di fronte all'espansione vittoriosa dell'Islam nell'Asia, nell'Africa e nell'Europa. La necessità in cui si trovarono i cristiani, in Oriente e in Occidente, di difendere la propria indipendenza, e l'identificazione pratica tra l'ordine della fede e quello politico-statale, sostituirono al dialogo e al confronto pacifico lo scontro tra gli eserciti e la polemica ideologica[14].
Il mondo cristiano fu messo nuovamente alla difensiva dalle invasioni dei Mongoli che, nel XIII secolo, si spinsero fin nel cuore dell'Europa, e dissiparono la presenza cristiana in Asia. Nei primi secoli del II millennio, tuttavia, la Chiesa occidentale poteva dedicarsi alla trasformazione della società contemporanea, e la fede conobbe grandi sviluppi sociali e mistici, suscitando movimenti e opere d'arte. Tra le figure più significative si ricordano San Francesco d'Assisi († 1226), fondatore del francescanesimo, e San Domenico di Guzmán († 1221), che iniziò l'Ordine dei Predicatori, e grandi teologi come Sant'Anselmo d'Aosta († 1109) e San Tommaso d'Aquino († 1274)
Lo scisma d'Occidente
Nel trapasso dal Medioevo all'Età Moderna si fece sentire universalmente in Europa la necessità di un rinnovamento "che fosse a un tempo purificazione di costume, rinascita spirituale e adeguamento alle esigenze di un umanesimo consapevole"[15]. Un movimento di riforma, capeggiato da Lutero e favorito dai principi germanici, sfociò in una protesta che provocò il distacco dalla Chiesa Cattolica di quasi tutte le regioni cristiane del Nord Europa nel XVI secolo.
Nel frattempo in seno alla Chiesa era maturato un vasto e sincero movimento di rinnovamento, promosso dai papi e dai Vescovi, e che si fece concreto nei dettami del Concilio di Trento (1545-63): in esso vennero chiariti e definiti vari punti essenziali della dottrina cristiana, riguardo all'uomo, alla realtà interiore della salvezza, nonché gli aspetti gerarchici della Chiesa negati dal protestantesimo.
Contemporaneamente la Chiesa conobbe una fioritura di santi e mistici quali Sant'Ignazio di Loyola († 1556), San Carlo Borromeo († 1584), San Francesco di Sales († 1622), e numerosi iniziatori di movimenti spirituali e caritativi e sociali, mentre si risvegliava lo zelo per la diffusione del messaggio del Vangelo nelle regioni dell'Asia, dell'Africa e dell'America venute allora a conoscenza degli europei.
L'età contemporanea
I secoli seguenti pongono la Chiesa di fronte a un'umanità assetata di libertà e di umanesimo, ma interiormente lacerata e inquieta[16]; in questo clima la Chiesa Cattolica si sforza di presentare il messaggio evangelico in tutta la sua pienezza e nella sua potenza liberatrice, unificatrice, elevatrice.
La Breccia di Porta Pia (1870) costringe la Chiesa a interrompere il Concilio Vaticano I, ma ne inizia un cammino di purificazione evangelica e di libertà dai condizionamenti temporali. Essa, sotto la guida dei papi, matura una rivisitazione delle sue fonti e il desiderio dell'unità, e nel Concilio Vaticano II (1962-65) riformula in termini moderni la sua identità e missione.
La dottrina
Per approfondire, vedi le voci Dio, Trinità, Incarnazione, Salvezza, Morale e Preghiera |
La dottrina cristiana è sintetizzata nel Simbolo Apostolico e nel più tardo (V secolo) Simbolo Niceno-Costantinopolitano.
Un unico Dio in tre persone
Il cristianesimo crede in un solo Dio, vivo e vero, onnipotente, eterno, misericordioso, perfettissimo. Egli è diverso e distinto dal mondo, che egli stesso ha creato, ed è quindi invisibile e superiore ad ogni immaginazione e idea che l'uomo se ne possa fare: è trascendente.
Dio è, nel mistero del suo essere, tre persone uguali nella potenza divina ma distinte nella loro relazione personale: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; la tradizione cristiana ha forgiato, già dai tempi di Tertulliano († 220), il termine Trinità per indicare questa realtà.
Un Dio vicino all'uomo: l'incarnazione del Figlio e il dono dello Spirito
Dio è conoscibile da parte degli uomini (cfr. Rm 1,18-25 ), e nel suo amore si è fatto vicino all'umanità, prima manifestando il suo amore e rivelandosi al popolo ebraico, e poi inviando ad esso e a tutta l'umanità il suo Figlio. Egli ha rivelato il Padre, e offerto la sua vita per la remissione dei peccati degli uomini: ciò egli ha realizzato morendo sulla croce e risuscitando dai morti.
Il Padre e il Figlio hanno poi inviato lo Spirito Santo, comunicato ai credenti anzitutto nel Battesimo.
La Chiesa
Coloro che credono in Cristo e accettano il Battesimo entrano a far parte della comunità della Chiesa. Essa è articolata secondo una gerarchia di ministeri, che nel cattolicesimo hanno una valenza anche giuridica e sacramentale, mentre altre confessioni cristiane ne hanno concezioni più funzionali.
Tutti i membri della Chiesa sono chiamati alla santità, e a realizzarla concretamente secondo i loro stati di vita.
La morale
Il cristianesimo professa una dottrina morale, che ha la sua base nel decalogo, e che è stata perfezionata da Cristo con i suoi insegnamenti, soprattutto con le beatitudini e con la proposta del duplice Comandamento dell'amore.
La preghiera e il culto
Il cristiano vive un'intensa vita di preghiera, scandita dalla "formula" che Gesù stesso ha insegnato, il Padre Nostro, e dal ritmo del culto domenicale, con la celebrazione dell'Eucaristia nel giorno della risurrezione di Gesù. Il cattolicesimo e l'Ortodossia conoscono sette Sacramenti:
Le altre confessioni cristiane riconoscono per lo meno il Battesimo, e molte di esse celebrano la Santa Cena.
La vita eterna
I cristiani professano la speranza della vita eterna, nella quale ognuno riceverà la retribuzione di quanto fatto, nel bene e nel male; gli stati di vita beata e dannata sono detti Paradiso e Inferno; il cattolicesimo conosce anche lo stato non permanente del Purgatorio. Tutti i cristiani attendono infine la risurrezione dei morti, che avverrà alla fine dei tempi, quando Cristo ritornerà nella sua gloria.
Comprensione di sé
Il cristianesimo ha la consapevolezza di avere un carattere universale e definitivo[17]: è cosciente di essere "l'autorivelazione di Dio definitiva, essenzialmente insuperabile, esigente validità esclusiva e universale per tutti gli uomini di tutti i tempi"[18]. Tale carattere di assolutezza gli deriva dall'unicità della figura di Cristo, che, essendo il Figlio di Dio incarnato, porta la rivelazione piena e definitiva di chi è Dio e di chi è l'uomo.
Il dibattito sull'essenza del Cristianesimo
Nel 1841 Ludwig Feuerbach pubblicò un libro dal titolo L'essenza del cristianesimo, con la proposta di una visione umanistica della religione cristiana.
Seguì nel 1907 quello di Adolf von Harnack con lo stesso titolo, di orientamento liberale, con la limitazione drastica del kérygma evangelico alla sola proclamazione del Regno di Dio.
I due scritti suscitarono una forte discussione nel mondo cristiano e fuori di esso. In ambito cattolico la risposta giunse nel 1949 da parte di Romano Guardini, con la sua opera che ancora porta lo stesso titolo. Per Guardini il messaggio della vita divina, l'annuncio della salvezza, la rivelazione della verità trascendente nel Cristo, tutto questo non è un discorso di consolazione, non è un metodo etico, non è un'elaborazione teoretica dell'esistenza umana e del mondo: è una Persona che si propone alla persona come Via, Verità e Vita, come il supremo Mediatore, che, con la sua umanità unita alla divinità, nella potenza dello Spirito Santo riconduce l'uomo e il cosmo, superata la distanza prodotta dal peccato, al Padre creatore.
Un ulteriore contributo al dibattito è stato offerto da Bruno Forte nel 1989, riprendendo una volta in più lo stesso titolo.
Il cristianesimo è una religione?
La teologia si pone il problema se il cristianesimo possa essere definito una religione[19].
Il protestante Karl Barth († 1968) fu il primo a dichiarare il cristianesimo 'non religione', per il fatto che, mentre le religioni si fondano sul presupposto di poter offrire agli uomini una via di salvezza, il cristianesimo dichiara invece che la salvezza è dono esclusivo di Dio in Cristo.
Anche in ambito cattolico c'è chi sostiene che fare del cristianesimo una religione equivale a irrigidirlo in una serie di credenze, atteggiamenti e pratiche rituali, a tutto danno della purezza della fede; altri instaurano, a partire dalla novità assoluta dell'evento cristiano, una netta contrapposizione tra l'"avvenimento Cristo" e ogni concretizzazione storica del rapporto con lui.
Una soluzione al problema va ricercata alla luce del fatto che il cuore dell'avvenimento cristiano, cioè l'incarnazione, la vita, passione, morte e risurrezione di Cristo, è effettivamente un avvenimento assolutamente gratuito; di fronte alla dimensione naturale del senso religioso e della sua espressione nella religione sta l'unicità dell'evento di Cristo, che non può essere compreso nelle categorie delle espressioni umane.
Nel vivo però di questa rottura si rivela il compimento miracoloso della natura, all'interno del dialogo tra la dimensione religiosa dell'uomo e la novità che scaturisce dall'avvenimento Cristo: la realtà della natura umana trova nella grazia di Cristo la sua pienezza.
Alla luce di ciò il cristianesimo può essere considerato una religione, anzi, la sola vera religione.
La concezione delle altre religioni
È conseguenza di questa consapevolezza la valutazione delle altre religioni: per il cristianesimo esse "non sono l'espressione pura della verità, ma contengono forme di deficienza e degenerazione religiosa"; il cristianesimo si pone rispetto ad esse in un rapporto dialettico di continuità e di rottura, di accettazione e di superamento[20].
Suddivisione delle Chiese Cristiane
Chiese Occidentali
Le Chiese occidentali sono quelle derivate dalla Chiesa latina, la cui autorità si estendeva originariamente da Roma sulla parte occidentale dell'Impero Romano.
La principale è la Chiesa cattolica, fondata e istituita dallo stesso Gesù Cristo.
Da essa si sono staccate tutte le chiese protestanti, le più importanti delle quali sono quelle nate nel XVI secolo con il movimento della cosiddetta Riforma: luterani, calvinisti, anglicani ecc., ma vi sono anche gruppi che hanno origini precedenti e diverse, come ad esempio i valdesi.
Altre confessioni occidentali si dichiarano cristiane ma non sono riconosciute tali dalla Chiesa Cattolica[21]
Chiese Orientali
Per approfondire, vedi la voce Chiese Orientali |
Ad Oriente abbiamo invece le Chiese Ortodosse, emanazioni delle chiese di lingua greca, nate originariamente nel territorio dell'Impero Romano d'Oriente. A differenza di quanto accadde in Occidente, per quanto la chiesa greca assumesse rilevanza particolare, essa non fu mai in grado di imporre la propria supremazia sulle chiese "sorelle", che rimasero autocefale. Allo stesso modo, anche le chiese fondate da missionari ortodossi (specialmente fra le popolazioni slave) si resero rapidamente autonome dalle rispettive chiese-madri, considerandosi allo stesso loro livello. Fra queste la più importante è indubbiamente la Chiesa Ortodossa Russa.
La Chiesa Cattolica considera scismatiche, ma non eretiche, le Chiese Ortodosse, e ugualmente in senso inverso.
Fra le chiese orientali vanno annoverate le cosiddette chiese orientali antiche, derivate dalle dispute sul monofisismo e il nestorianesimo, teologicamente differenti dalle chiese ortodosse vere e proprie (entrambe nacquero durante le controversie cristologiche del V e VI secolo).
Vi sono, infine, una serie di culti cristiani ormai estinti, soprattutto legati alle numerosissime eresie che interessarono tutta la cristianità nella sua storia: fra gli altri, il cristianesimo ariano, che ebbe una grande importanza storica all'epoca delle invasioni barbariche, e l'eresia degli albigesi (o catari).
Statistiche
Il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,1 miliardi di fedeli, corrispondente al 33% degli abitanti del pianeta[22] e così suddivisi:
- cattolici, circa 1 miliardo, 17,5%
- protestanti, circa 400 milioni, 5,6%
- ortodossi delle varie chiese (Russa, Greca, Armena), circa 240 milioni, 3,6%
- anglicani, circa 70 milioni, 1,3%
- altri, circa 400 milioni, 5,0%
Le due più grandi religioni seguenti sono l'Islamismo, che ha tra i 900 milioni e 1,4 miliardi di aderenti, e l'Induismo, tra 850 milioni e un miliardo di fedeli.
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|